In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una
spada. Proviamo a commentare quelle che in apparenza non ci sembrano proprio frasi da sentire in bocca a Gesù eppure il vangelo di oggi le colloca esattamente lì. E questa non ci
sembra proprio una bella notizia, tranne poi accorgerci che lo scombussolamento che Gesù è venuto a portare non riguarda le guerre ma quelle paci mortifere dove pur di non soffrire o sbagliare alla fine si decide di non vivere. Anche in questo caso ci sembra quanto mai contro natura una richiesta simile, tranne poi
renderci conto che senza Cristo rischiamo di confondere l’amore con il possesso, e invece di godere dell’amore delle persone che amiamo passiamo la vita solo con la paura di perderle o in balia delle delusioni. Se Lui ha il primo posto aumenta anche la libertà con cui siamo capaci di voler bene a chi amiamo. Che cos’è la croce? Non è per forza un dolore, ma è la realtà che abbiamo davanti non solo in ciò che ci piace ma anche in ciò che non ci piace. Gesù dice che dobbiamo imparare a farci carico di tutta la realtà ma di non portarla da soli ma dietro di Lui. Infatti solo Lui sa come si porta quello che la vita ci riserva di bello e di brutto. Bisogna imparare a non
credere alla menzogna che possiamo salvarci da soli, ma dobbiamo imparare a fidarci e a rischiare a partire proprio da Lui. Così oggi il vangelo ci insegna che persino una cosa insignificante
come un bicchiere d’acqua può salvarci se ci ricordiamo che soprattutto dietro a chi ha bisogno è nascosto Colui che diciamo di amare e che non facciamo fatica a immaginare in cielo, mentre facciamo una fatica immensa a riconoscerlo nel prossimo. #dalvangelodioggi [protected-iframe id=”33885956563edafedc5d3aa10fca4a4a-95521288-119775105″
info=”//www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FEpicoco%2Fposts%2F812437859199231&width=500″ width=”500″ height=”268″ frameborder=”0″ style=”border:none;overflow:hidden” scrolling=”no”]Le parole del vangelo di oggi sono taglienti e affilate e per questo sono così benefiche. Mettono Dio al posto che Gli spetta e tutti gli altri affetti umani diventano più liberi e veri.
Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita,
la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non
perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. (Matteo, 10, 34-11, 1)Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me.
Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua
vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
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12 LUGLIO 2021
LUNEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
Santi Ermagora e Fortunato di Aquileia, martiri
Mt 10,34-11.1
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Commento:
Amare Gesù come Lui vuol essere amato, non è un compito facile.
***
Il Signore predilige la gente guerriera, perciò parla ai suoi discepoli di spada. Oggi il brano è, per così dire, sanguinante perché esige dal credente un totale distacco da tutto e da tutti pur di non preporre niente all’unico amore, che dev’essere appunto quello verso Gesù.
L’amore richiesto da noi fedeli cattolici è totale, radicale e sacrificale.
Totale perché amiamo solo Gesù e gli altri solo per Gesù. Niente di affezioni puramente umane che possano impedire od ostacolare la nostra vocazione alla totalità. Per Dio o tutto o tutto, non c’è altra alternativa.
Radicale perché scaturisce dal profondo del cuore, da quella fede che ci fa accogliere il Signore come il TUTTO della nostra vita, niente al di sopra di Lui, niente al di fuori di Lui. È un amore radicale perché sprofonda nel più intimo del nostro cuore, e lo coinvolge completamente.
Sacrificale perché esige la “morte” degli amori umani frutto di un attaccamento sentimentale, romantico o familiare. Tutti i lacci di amicizia devono essere rivisti e riformulati in vista di Gesù. O amo gli altri per Gesù e dunque tanto quanto li possa portare verso Gesù, o allora, l’amore esclusivamente umano sarà di impiccio perché il mio amore per il Signore sia totale e radicale. Dunque, qua c’entra la spada: bisogna tagliare.
“Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me”.
Ma non solo, bisogna tagliare anche l’amore disordinato verso noi stessi. Siamo sempre scaltri e vogliamo sfuggire le cose spiacevoli per accontentare il nostro appetito di comodità, di piacere, di fama. Perciò Gesù taglia corto ancora: “chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà”.
Questo brano mette alla prova l’autenticità del nostro cristianesimo. Se nel leggerlo e nel meditarlo troviamo stimolo e conforto, siamo sulla buona strada. Se percepiamo in noi l’accendersi del dubbio e di una subdola antipatia, attenzione. Possiamo stare sbagliando grosso, senza rendercene conto. Forse abbiamo per Gesù un amore superficiale, sentimentale, interessato, ma non vero.
Sia il nostro amore verso il Signore totale, radicale e sacrificale, come, d’altronde, è stato il suo amore per noi. Imitiamo Lui e imitiamo Maria Santissima, che lo seguì per la via della Croce per la nostra salvezza.