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L’Accademia del bene e del male, il nuovo film Netflix firmato da Paul Feig, è arrivato sulla piattaforma di video on demand questa settimana, debuttando al primo posto dei film più visti su Netflix. Il film è basato sul primo libro degli omonimi romanzi di Soman Chainani (che potete trovare QUI) e sono quindi in molti i fan che si stanno ora chiedendo: “ci sarà un sequel de L’Accademia del bene e del male?“.

Nonostante la durata di 2 ore e 27 minuti, in effetti, c’è ancora molto da raccontare, ma un sequel dipenderà ovviamente dal successo del film su Netflix. Sebbene abbia ottenuto uno sfortunato 37% di recensioni positive della critica su Rotten Tomatoes, il pubblico sembra averlo apprezzato di più, con la pellicola che, attualmente, si trova sul noto aggregatore di recensioni con un punteggio del pubblico del 72%.

Sulla possibilità di veder realizzato un sequel de L’Accademia del bene e del male è intervenuto lo stesso regista del film, che parlando con Entertainment Weekly ha affrontato l’argomento.

“Se avessimo girato tutto quello che c’è nel primo libro, il film sarebbe costato miliardi di dollari”, ha spiegato Feig ridendo. “Prendete le cose che il pubblico, i lettori e i fan amano dei libri e poi le riadattate in modo da renderle ancora vostre, ma in modo da renderli felici. Avrai anche un pubblico che non conosce i libri, o un pubblico che lo sta vivendo senza dover conoscere il materiale – sono molto contrario a tutti i film in cui devi conoscere le cose prima di andare a vederli”.

Il regista ha poi aggiunto: “È divertente guardare un film tratto da un fumetto se si è cresciuti con i fumetti e si conoscono tutti i personaggi, perché ci sono tutte questi easter egg. Ma trovo anche che questo possa essere molto discriminatorio per il pubblico. Per questo (film), non è necessario conoscere il libro. Entrate, godetevi questa storia, godetevi questi personaggi, poi se volete andare a leggere i libri, va benissimo. Entrambi hanno bisogno di stare in piedi da soli. E speriamo di continuare a farlo anche nel sequel”.

Il regista de L’Accademia del bene e del male sta già pensando ad un sequel

Netflix ovviamente non ha ancora confermato l’arrivo di un sequel de L’Accademia del bene e del male, ma Paul Feig pare essere ottimista sulla faccenda e più che disposto a realizzare un secondo film.

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Nella prima pellicola di Netflix, “le migliori amiche Sophie e Agatha stanno per scoprire dove vanno a scuola i retaggi delle fiabe: l’Accademia del Bene e del Male, dove ragazzi e ragazze normali vengono addestrati per diventare eroi e cattivi delle fiabe. Con le sue ambizioni da principessa, Sophie sa che sarà scelta per l’Accademia del Bene e che si unirà alla schiera di studenti del passato come Cenerentola e Biancaneve”.

“Nel frattempo, Agatha, con il suo look cupo e il suo gatto malvagio, sembra essere la più adatta per i cattivi dell’Accademia del Male. Tuttavia, ben presto le ragazze si ritrovano con le sorti invertite: Sophie viene assegnata all’Accademia del Male, Agatha all’Accademia del Bene. E se l’errore fosse il primo indizio per scoprire chi sono veramente Sophie e Agatha? La loro amicizia sarà messa alla prova in questa storia emozionante e comica in cui l’unico modo per uscire da una favola è viverne una”.

Non ci resta che attendere ancora un po’ per scoprire se Netflix darà effettivamente il via ad un sequel de L’Accademia del bene e del male.

Con l’avvicinarsi di Halloween, si sa, le piattaforme streaming cominciano ad adattarsi proponendo titoli che strizzano un occhio a questo tema. Rientra in questa categoria anche il nuovissimo film L’Accademia del Bene e del Male distribuito da Netflix dal 19 ottobre. Diretto da Paul Feig e basato sull’omonimo romanzo di Soman Chainani, L’Accademia del Bene e del Male è in poco tempo schizzato al primo posto dei titoli più visti di Netflix a soli due giorni dal suo rilascio.

L’Accademia del Bene e del Male, una storia di formazione

Basato sul primo libro dell’omonima serie letteraria, L’Accademia del Bene e del Male narra la storia di due migliori amiche Sophie (Sophia Anne Caruso) e Agatha (Sofia Wylie), tra loro molto diverse, che vivono nel villaggio di Gavaldon; Agatha è costantemente accusata di essere una strega per via del suo aspetto e del suo comportamento, mentre Sophie, amante delle fiabe, desidera essere una principessa. La loro vita cambia drasticamente quando si ritrovano catapultate alla Scuola del Bene e del Male, ma non tutto va come sperato. Agatha, infatti, si ritrova nella classe del Bene, mentre Sophie inaspettatamente in quella del Male.

L’Accademia del Bene e del Male è nel suo complesso una storia di crescita e formazione, che pone come fulcro della sua narrazione la crescita personale dei suoi protagonisti che viene però penalizzata da una serie di numerosi fattori. L’azione è presente in gran quantità ma è proprio questa quantità che in molti casi stroppia, ponendo il prodotto finale fuori dai binari di una narrazione iniziale dagli obiettivi chiari e coincisi. Un lungometraggio quindi che fatica a trovare una propria dimensione finale nonostante possegga tutte le carte in regola per farlo.

La magia non basta

Altra componente della storia è la magia. Componente presente da moltissimi anni nel cinema, osannata ma anche sfruttata, ne L’Accademia del Bene e del Male la magia viene usata come scudo e come pretesto per nascondere gli innumerevoli difetti di una trama che non ha chiaro il suo scopo principale. La magia però non basta e, nonostante le scene in cui questa funge come la protagonista assoluta siano, tecnicamente parlando, gestite molto bene tra messa in scena e montaggio, una volta terminate si torna a una narrazione leggera e molto superflua.

Divisa tra magia del bene e magia del male, una cosa su cui la sceneggiatura si focalizza positivamente è la trattazione che viene donata a questo elemento narrativo. Per tutta la durata del minutaggio, infatti, viene costantemente rimarcato il fatto che queste due tipologie di magia sono entrambe necessarie per il mantenimento dell’equilibrio all’interno del mondo magico. Espediente quasi mai utilizzato nei film tipicamente fantasy, che tendono a realizzare un confine invalicabile tra questi due tipi di magia.

Storia di amicizia e di una psicologia dimenticata

Il rapporto tra le due protagoniste, Sophie e Agatha, amiche sin da bambine, sta alla base de L’Accademia del Bene e del Male; un rapporto che cambia e che evolve in base alle situazioni che le due si trovano ad affrontare penalizzato da archi narrativi quasi dimenticati e una psicologia accantonata in secondo piano.

Gli alti e bassi della loro amicizia vengono mostrati in modo troppo frettoloso, nonostante il minutaggio di una lunghezza considerevole del prodotto finale. Ciò accade perché, nelle sue due ore e mezza di durata, la sceneggiatura pone la sua attenzione su altre situazioni, cadendo nella trappola della mala gestione del tempo.

Poco sguardo al mondo delle fiabe nonostante entrambe le ragazze – ma soprattutto Sophie- ne siano da sempre attratte e poca attenzione nei confronti della psicologia delle ragazze completano un quadro di per sé già ricco di numerosi difetti. Musiche, scenografia e costumi tentano di risollevare il lungometraggio senza ottenere però il risultato sperato, così come i numerosi rimandi ad alcune delle saghe fantasy più famose della letteratura e del cinema, quali Harry Potter e Il Signore degli Anelli. Un tentativo- non riuscito– da parte di Netflix di avvicinarsi di nuovo al mondo fantasy.

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