A che età un gatto diventa anziano

A che età un gatto diventa anziano

Insieme ai cani, i gatti sono tra gli animali domestici più amati e diffusi. La cosa è più che comprensibile se si considera che sono dei compagni intelligenti e dotati di una simpatia fuori dal comune. Chiunque viva con un gatto impara ad apprezzarlo giorno dopo giorno e non può letteralmente più fare a meno della sua presenza tra le mura domestiche. Sono molte le curiosità che riguardano gli straordinari felini che popolano le nostre case, riscaldandole con le loro fusa e le loro coccole. In questo articolo cercheremo in particolare di chiarire un dubbio diffuso tra molte persone. Vedremo cioè quando diventa adulto un gatto.

Le età del gatto

Al giorno d’oggi, un gatto vive mediamente tra i dieci e i quindici anni se trascorre la propria esistenza al riparo tra le mura domestiche. I gatti che vivono liberi, di solito, vivono invece meno a lungo rispetto a quelli domestici perché più soggetti a malattie, ferite e incidenti di vario tipo.

Ma quando diventa adulto un gatto? Tra i nove e i dodici mesi, molti cuccioli hanno quasi raggiunto la loro taglia adulta. A un anno, il felino viene considerato adulto, tranne alcune eccezioni per le razze a crescita prolungata, come nel caso del Maine Coon.

In questa fase in cui è un giovane adulto, il gatto risulta vivace e pienamente in buona salute, con una struttura osteoarticolare e muscolare forte, un mantello lucido ed eccellenti riflessi.

Il gatto anziano

A partire dai dieci anni, un gatto inizia a essere considerato anziano. Questo passaggio si riscontra in diverse caratteristiche dell’animale che tendono a mutare. Il pelo dei piccoli felini inizia innanzitutto a cambiare in maniera visibile, risultando più ispido.

Anche una volta giunti alla fase della vita in cui sono ormai anziani, diversi gatti mantengono un’ottima condizione fisica e mentale fino al doloroso momento del trapasso. In altri esemplari, invece, il passaggio alla vecchiaia si manifesta con una progressiva diminuzione della vivacità e della curiosità. Nel passaggio alla condizione di gatto anziano, si notano quindi delle evidenti differenze a livello caratteriale. Un gatto anziano è in genere più tranquillo e tende a dormire molte più ore.

In alcuni casi, si assiste anche a disinteresse, dimagrimento, peggioramento delle funzioni digestive, caduta dei denti e manifestazioni di carattere artitrico con conseguente perdita dell’agilità. Anche lo sguardo tende via via a perdere lucentezza, sebbene i casi di cataratta siano piuttosto rari nei gatti.

Quando il gatto è sul punto di morire

È di essenziale importanza la presenza del proprio padrone quando un gatto è ormai prossimo alla morte, in particolar modo negli ultimi giorni. Occorre trovare sempre del tempo da dedicargli, per coccolarlo o semplicemente per stagli accanto. Per un gatto domestico, il proprio padrone rappresenta infatti un riferimento essenziale, la parte più importante della sua esistenza.

Anni di un gatto in rapporto a quelli di una essere umano

Calcolare l’età del gatto in relazione a quella dell’essere umano non è un compito semplice. Nei primi due anni di vita lo sviluppo del felino procede in maniera rapida. Una volta raggiunto il secondo anno di vita, il gatto ha più o meno l’equivalente dei ventiquattro anni dell’essere umano.

A partire da quel momento si ha la prassi di far corrispondere a ogni anno di vita del gatto circa quattro o cinque anni di quelli di una persona. Quando il felino ha dieci anni ha quindi un’età paragonabile a quella di una persona sui cinquantasei anni.

Si tratta per ovvi motivi di indicazioni di massima che si utilizzano per calcolare l’età di un gatto così da comprenderne il rapporto con quella degli esseri umani.

Il gatto anziano ha bisogno di cure e cibo adatti ai cambiamenti fisiologici dell’età. Ecco alcuni consigli utili per la salute del gatto non più giovane.

Il gatto va considerato anziano, in genere, dopo i 7-10 anni di vita. Come gli esseri umani, anche i gatti invecchiano in modo diverso gli uni dagli altri. In genere, i gatti magri e in forma, che vivono fuori casa oppure sterilizzati, vivono più a lungo degli altri gatti della stessa età.

Innanzitutto dobbiamo capire se il nostro gatto è anziano: per farlo dobbiamo calcolare la sua “età umana“. Questo calcolo ci aiuta a stabilire se, come per gli esseri umani che invecchiano, anche per il nostro gatto non più giovane è arrivato il momento di ricevere cure e attenzioni specifiche, considerando che con il passare dell’età cambia il sistema digestivo, ci sono cambiamenti ormonali e fisici.

Un gatto di un anno fisiologicamente è simile ad un ragazzo di 16 anni, mentre un gatto di 2 anni è simile ad una persona di 21 anni. Ogni anno successivo, vale circa 4 anni di un uomo. Quindi, se avete un gatto di 8 anni, potremmo dire che la sua età “umana”, ovvero rapportata a quella dell’uomo, è di circa 45 anni.

Gatto anziano, come prendersene cura

Ecco 4 consigli per venire incontro alle necessità del nostro gatto anziano:

  • spazzolare il gatto tutti i giorni: spazzolare il gatto tutti i giorni non è solo un vezzo o una questione di estetica. Il gatto per sua natura perde il pelo, quindi è necessario spazzolarlo tutti i giorni per eliminare i peli superflui, che potrebbero essere ingeriti dal gatto (bolo di pelo), che ama leccarsi per tenersi pulito. Inoltre, il massaggio della spazzola stimola la circolazione e la secrezione delle ghiandole sebacee. Quindi è un toccasana per il nostro gatto.
  • dare al gatto un’alimentazione bilanciata: i gatti anziani possono avere dei cali di peso oppure possono essere in sovrappeso. Per capire se il gatto è in salute, è fondamentale stabilire che abbia il peso giusto per il suo stile di vita. Il primo segnale di una dieta non corretta o di disturbi gastrointestinali è proprio la modifica significativa del peso del gatto. Siccome ogni fase di età del gatto richiede un apporto nutrizionale specifico, dopo i 7 anni di età il gatto ha bisogno di alimenti studiati e bilanciati per supportare le funzioni vitali dell’organismo, come il sistema immunitario, quello renale e l’apparto digerente. Ovvero, c’è bisogno di un cibo studiato per i gatti anziani, che possa aiutarli ad essere sani e in forma il più a lungo possibile.
  • assicurarsi che il gatto faccia movimento ed esercizio: con l’avanzare dell’età, il gatto potrebbe diventare più pigro e avverso al gioco o al movimento. Per una corretta ossigenazione dei tessuti e una buona circolazione del sangue, è fondamentale stimolare il gatto anziano a muoversi e giocare. Basta una pallina, un gomitolo di lana, o qualche giochino semplice per stimolare la curiosità del gatto e fargli fare un po’ di movimento, che non sia passare solo dal tappeto al divano e viceversa. Il movimento fa bene al corpo e allo spirito, proprio come avviene nelle persone. Siccome i gatti domestici tendono ad avere pochi stimoli ambientali (prede, movimenti, ecc.) sta a noi creare delle situazioni di gioco che possano rendere più attivo il nostro gatto.
  • far in modo che il gatto non viva nessuna condizione di stress: anche i gatti possono subire lo stress dovuto a cambi di ambiente (traslochi) o in generale qualsiasi interruzione delle loro routine o abitudini. In particolare, il gatto anziano deve vivere le sue giornate in serenità e qualsiasi cambiamento necessario, come un viaggio oppure un trasloco, devono essere gestiti con attenzione e rispetto per le esigenze del gatto non più giovane. La nonna non ama che cambiamo posto alle sue cose, anche il gatto vivrebbe una situazione di stress non vedendo più la sua cuccia oppure la sua ciotola nel posto in cui è abituato a vederla da anni!

A che età un gatto diventa anziano

Comportamento del gatto anziano, quali sono i segnali dell’avanzare dell’età?

Ogni gatto quando invecchia manifesta i sintomi dell’avanzare dell’età in modo diverso. Ci sono però dei processi di invecchiamento che sono comuni a tutti i felini. In questo senso, le problematiche del cavo orale e la ridotta capacità sensoriale (nell’olfatto, nel gusto e nell’udito) sono dei segnali evidenti, che portano con sé anche la diminuzione dell’appetito e la conseguente perdita di peso.

Il comportamento di un gatto anziano cambia anche per via della riduzione della mobilità delle articolazioni, che risultano meno elastiche e flessibili. La rigidità articolare ha come conseguenza anche la minor capacità del micio di prendersi cura di , con il cambiamento anche della qualità della cute e del pelo.

Il mantello di un gatto anziano potrebbe presentare poi dei peli bianchi. I gatti anziani possono manifestare anche delle alterazioni del comportamento, come una riduzione dell’interazione con il proprietario o, al contrario, reclamare più affetto e attenzioni da parte sua. Non solo: i mici anziani generalmente dormono di più, anche se meno profondamente, e questo può provocare l’interruzione della routine e causare dei problemi di comportamento.

In conclusione, questi consigli sono indicativi di come affrontare le necessità di un gatto avanti con l’età. Ovviamente, la prima cosa da fare se notate un cambiamento nel comportamento o nello stato di salute del gatto, è chiedere consiglio al tuo veterinario di fiducia. Con un po’ di cure, e tanto amore, il tuo gattone potrà vivere sereno e a lungo!

Come capire se il gatto è anziano?

Macchie gialle, accumulo di tartaro e denti mancanti possono essere indicatori di un gatto più anziano, mentre denti bianchi indicano che il gatto sia probabilmente più giovane di 1 anno. In generale, più il gatto è anziano, più i denti sono macchiati.

Quanti anni vive un gatto in casa?

Vita media del gatto domestico: vive di più un gatto domestico? Stando agli esperti, un gatto domestico castrato o sterilizzato, che viene sottoposto a un regime alimentare corretto, e non affetto da malattie (più o meno gravi), tendenzialmente può vivere circa 20 anni senza troppa fatica.

Quando il gatto inizia ad invecchiare?

Orientativamente, i gatti cominciano a invecchiare a partire dai 7 anni di età.

Quanti anni ha un gatto di 16 anni?

Gli anni di un gatto in rapporto a quelli di una persona.