Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

"Il sogno della macchina da cucire" di Bianca Pitzorno (Bompiani) ha un unico, enorme difetto: è troppo corto. Questa volta sono stata brava, me lo sono gustato in tutta la sua bellezza in due giorni, ma una volta terminato il primo pensiero è stato: "Ne avrei letto volentieri almeno altre 100 pagine".

Chi mi conosce sa che è stata Bianca Pitzorno a farmi amare la lettura. Suoi sono i primi libri che ho letto: "Ascolta il mio cuore", "Polisenna del porcello", "Dame, mercanti e cavalieri", "Parlar

"Il sogno della macchina da cucire" di Bianca Pitzorno (Bompiani) ha un unico, enorme difetto: è troppo corto. Questa volta sono stata brava, me lo sono gustato in tutta la sua bellezza in due giorni, ma una volta terminato il primo pensiero è stato: "Ne avrei letto volentieri almeno altre 100 pagine".

Chi mi conosce sa che è stata Bianca Pitzorno a farmi amare la lettura. Suoi sono i primi libri che ho letto: "Ascolta il mio cuore", "Polisenna del porcello", "Dame, mercanti e cavalieri", "Parlare a vanvera", "Diana, Cupido e il commendatore", li ricordo con grande gioia.

Ritrovarla adesso è stato davvero un dono. Molto intimo e personale sia per quanto appena detto, sia perché attraverso le pagine di questo romanzo ho avuto modo di ricordare mia nonna. Lei indossava sempre un ditale e aveva una scatola piena di bottoni con i quali amavo giocare quando ero a casa sua, incurante delle storie che avrebbero potuto raccontare. La ricordo mentre era concentrata a infilare il filo nell'ago, o quando con estrema perizia usava la sua macchina da cucire a pedale, con lo sportello pieno delle mie figurine.

Quando la protagonista de "Il sogno della macchina da cucire" nei primi racconti parla di sua nonna, non vi nascondo che mi sono commossa. Ma al di là di quelle che sono state emozioni del tutto personali, posso dirvi che questo romanzo scalda davvero il cuore.

Attraverso i racconti di questa sartina che vive tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, la Pitzorno non solo scava in profondità nei suoi sentimenti, facendocela sentire sempre meno distante, pagina dopo pagina; ma tra orli, pizzi, asole e finiture, ci fa addentrare nella società di quel tempo, narrandone virtù e storture, facendoci del tutto immergere in una realtà lontana dalla nostra che però, per certi versi, è rimasta immutata.

Allo stesso modo, le donne de "Il sogno della macchina da cucire", nonostante la distanza temporale, le percepiamo vicine perché hanno i nostri stessi sogni, desiderano l'amore, la libertà di poter scegliere, vorrebbero essere felici e si scontrano quotidianamente con ostacoli, difficoltà, privazioni.

Volevo passeggiare sulla spiaggia contemplando l'orizzonte, come avevo visto in un quadro, raccogliendo conchiglie e sognando mentre i voli dei gabbiani rigavano il cielo. Sognando cosa? Chi? Sognare era molto pericoloso, lo sapevo, non me lo potevo permettere. E poi, già soltanto vedere il mare non era la realizzazione di un sogno?

La sartina racconta la sua storia attraverso aneddoti narrati finemente, durante i quali si alternano momenti divertenti ad altri tragici, fino a un epilogo che avrà un sapore agrodolce. Tutti i personaggi portano con sé qualcosa di unico, nel bene e nel male, e sono caratterizzati al meglio. Bastano poche descrizioni per capirne la personalità e la fisicità, pochi dettagli per inquadrarne il carattere e per suscitare nel lettore sentimenti di profonda commozione o di totale antipatia.

Allo stesso modo sono descritti con maestria gli ambienti e le situazioni, ogni scena viene raccontata in modo così vivido che il lettore rischia di perdersi in quelle parole, come se stesse vivendo all'interno di un ricordo. Negli episodi che troviamo ne "Il sogno della macchina da cucire" vengono descritte le sfumature dell'animo umano, il modo in cui gli eventi ci plasmano e modificano le nostre attitudini, la forza determinante di certi incontri, l'imprevedibilità della vita, capace di dare e di togliere, da un giorno all'altro, senza alcun preavviso.

A rendere unica la narrazione è lo stile elegante e pieno di garbo di Bianca Pitzorno che da sempre mi ha affascinata. Come ho detto all'inizio, non mi sarebbe dispiaciuto leggere ancora di questa sartina, delle sue esperienze, dei suoi incontri, delle sue scelte. Ho amato molto queste pagine, la scrittura della Pitzorno ancora una volta ha toccato le corde giuste e si è aggiudicata un pezzetto del mio cuore.

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Jan 09, 2019 Ilaria rated it really liked it

Un libro bellissimo, dove le vicende della sartina protagonista vengono raccontate con grazia e eleganza. Ne avrei lette ancora e ancora! Peccato per il finale che chiude tutto un po’ troppo velocemente!

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Jan 17, 2019 Giada ✨ rated it it was amazing

Un libro delicato e profondo. Storie di donne, storie di vita vera. Uno spaccato di storia.

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Noi siamo gente avvezza / alle piccole cose / umili e silenziose, / ad una tenerezza / sfiorante e pur profonda / come il ciel, come l’onda / lieve e forte del mare…
Mia madre aveva quattro sorelle e due fratelli. Il più grande era sistemato, lavorava alla Coca Cola, quello giovane era morto durante un bombardamento aereo. Delle cinque sorelle, le due più giovani, non sposate, erano sarte e lavoravano in casa, ma tutte e cinque ricamavano, lavoravano all’uncinetto, coi ferri e usavano il… tom
Noi siamo gente avvezza / alle piccole cose / umili e silenziose, / ad una tenerezza / sfiorante e pur profonda / come il ciel, come l’onda / lieve e forte del mare…
Mia madre aveva quattro sorelle e due fratelli. Il più grande era sistemato, lavorava alla Coca Cola, quello giovane era morto durante un bombardamento aereo. Delle cinque sorelle, le due più giovani, non sposate, erano sarte e lavoravano in casa, ma tutte e cinque ricamavano, lavoravano all’uncinetto, coi ferri e usavano il… tombolo!
La casa di nonna Maria era il ‘laboratorio’ di famiglia, ma ci lavoravano principalmente le due sartine, e lì c’erano anche ben due macchine da cucire a pedale, marca Singer! Da lì sono uscite un’infinità di vestitini, camicie, pantaloni, abiti di carnevale, grembiulini per tutti e nove i cugini.
Ricordo ancora il rumore sordo prodotto dalle grosse forbici mentre zia tagliava le stoffe sul grande tavolo da lavoro o il ta-ta-ta-ta della macchina da cucire.
Per anni loro hanno cucito vestiti e creato centrini e noi siamo cresciuti, protetti e amati. Ma quelli erano i tempi del boom economico.
La sartina di questo romanzo nasce invece a fine Ottocento, in tempi difficili, orfana allevata dalla nonna, sarta a sua volta, in un contesto di un’Italia rurale, dove ai privilegi delle classi agiate fanno da contraltare le miserevoli condizioni di quelle meno abbienti, che spesso subiscono ingiustizie, sfruttamento e prevaricazioni di ogni genere.
Ma la protagonista di questa delicata storia, che impara a leggere aiutata dalla nonna e adora Puccini, dimostrerà un carattere e una determinazione ammirevoli, tanto da coinvolgere il lettore in maniera assoluta.
E la Pitzorno, io, cretino, la ritenevo solo un’autrice per ragazzi, nell’introduzione rivolge anche un pensiero solidale a tutte le sartine del Terzo Mondo, che «… dopo aver ricevuto una paga da fame, muoiono bruciate nelle loro enormi fabbriche carcere.».
Toccante e coinvolgente.
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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Feb 28, 2019 LuLú rated it really liked it

Un dolcissimo racconto per bimbe ormai cresciute. Mi ha riportato indietro nel tempo, a quando leggevo di nascosto con la lucetta sotto le lenzuola per non farmi vedere, mentre si supponeva stessi già dormendo. Lo stile unico, la narrazione dettagliata e romantica della Pitzorno nel raccontare le vicende più salienti della vita dell’onesta sartina e di quello che era la condizione di un piccolo spaccato d’Italia nei primi del secolo scorso mi ha quasi commosso. Un ventaglio di personalità femmin Un dolcissimo racconto per bimbe ormai cresciute. Mi ha riportato indietro nel tempo, a quando leggevo di nascosto con la lucetta sotto le lenzuola per non farmi vedere, mentre si supponeva stessi già dormendo. Lo stile unico, la narrazione dettagliata e romantica della Pitzorno nel raccontare le vicende più salienti della vita dell’onesta sartina e di quello che era la condizione di un piccolo spaccato d’Italia nei primi del secolo scorso mi ha quasi commosso. Un ventaglio di personalità femminili tutte molto diverse tra loro ma unite dalla comune condizione di essere nate in un’autocrazia maschilista. Costrette a sopportare ogni dolore e andare avanti sempre e comunque, ci raccontano la società da vari punti di vista e livelli sociali, ci fanno riflettere sulle loro condizioni e su quanta strada si è fatta per arrivare a quello che abbiamo oggi, un’emancipazione troppo spesso data per scontata.
Sono felice di aver potuto leggere ancora di questa autrice elegante e delicata, che mi ha accompagnato da bambina e che ora continua a farmi sognare e lavorare di immaginazione come allora.
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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

La Pitzorno è un' amatissima autrice per ragazzi, che coi suoi libri ha appassionato generazioni di giovani lettori; da alcuni anni però si cimenta anche in opere più mature, come questo romanzo, in cui tuttavia resta un'ingenuità di fondo che lo pone in una sorta di limbo fra l'infanzia e l'età adulta.
Lo definirei un libro per bambini cresciuti, che con toni delicati ed uno stile garbato ci porta per mano in un' Italia perduta ed un po' fiabesca, fatta di aneddoti improbabili e personaggi eccen
La Pitzorno è un' amatissima autrice per ragazzi, che coi suoi libri ha appassionato generazioni di giovani lettori; da alcuni anni però si cimenta anche in opere più mature, come questo romanzo, in cui tuttavia resta un'ingenuità di fondo che lo pone in una sorta di limbo fra l'infanzia e l'età adulta.
Lo definirei un libro per bambini cresciuti, che con toni delicati ed uno stile garbato ci porta per mano in un' Italia perduta ed un po' fiabesca, fatta di aneddoti improbabili e personaggi eccentrici che cattureranno la nostra attenzione fin da subito; purtroppo però andando avanti l'impostazione cambia e brillantezza ed ironia lasciano il posto ad atmosfere sentimentali e melodrammatiche, che stonano con quanto letto fino a quel momento. L'epilogo poi è frettoloso e raffazzonato, succede più in quelle poche pagine che in tutto il resto del romanzo.
Peccato perchè le premesse erano ottime, ma stando così le cose è un' occasione mancata, un libro riuscito solo per metà.
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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Oct 18, 2018 Fran.Nook rated it really liked it

Bianca Pitzorno mi era mancata.
Lontana dai miei ricordi de La bambinaia francese, una storia leggera che narra alcuni episodi della vita di una sartina in un paesino della Sardegna di inizi ‘900.
Realistico, agrodolce, famigliare.

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

"Ascoltami," disse la Miss gravemente. "Sei giovane, e ti può capitare di innamorarti. Ma non permettere mai che un uomo ti manchi di rispetto, che ti impedisca di fare quello che ti sembra giusto e necessario, quello che ti piace. La vita è tua, tua, ricordalo. Non hai alcun dovere se non verso te stessa."
"Il sogno della macchina da cucire" narra in prima persona alcuni anni della vita di una sartina, che abita con la nonna, ma ben presto resta sola. Tira avanti con tutte le sue forze, con pass
"Ascoltami," disse la Miss gravemente. "Sei giovane, e ti può capitare di innamorarti. Ma non permettere mai che un uomo ti manchi di rispetto, che ti impedisca di fare quello che ti sembra giusto e necessario, quello che ti piace. La vita è tua, tua, ricordalo. Non hai alcun dovere se non verso te stessa."
"Il sogno della macchina da cucire" narra in prima persona alcuni anni della vita di una sartina, che abita con la nonna, ma ben presto resta sola. Tira avanti con tutte le sue forze, con passione ed umiltà, specializzandosi nella professione che sua nonna le aveva insegnato. Con il suo lavoro, ha a che fare con molte donne, tutte diverse tra loro, ma di ognuna la sartina ci racconta alcuni aneddoti, facendoci capire di più sulla situazione femminile tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, ad esempio la marchesina Ester che segue il padre nell'azienda di famiglia, che poi resterà a lei oppure Miss Lily Rose, la straniera che non si è sposata e si mantiene da sola, lavorando e tutti la accusano di essere una professionista del sesso. È da tantissimo tempo che non leggevo un libro così puro e semplice, ma mai banale. Sembra di sentire una storia raccontata dalle nostre nonne sulla loro giovinezza ed è proprio quello che è. 
"Alla cara memoria di tutte le sartine odierne del Terzo Mondo che cuciono per noi gli stracci alla moda che paghiamo pochi euro nei grandi magazzini di abbigliamento a basso costo - ciascuna sempre lo stesso pezzo tagliato da altri, come alla catena di montaggio -, per quattordici ore, con i pannoloni per non perdere tempo ad andare in bagno, e che dopo aver ricevuto una paga da fame muoiono bruciate nelle loro enormi fabbriche-carcere. Cucire è un'attività creativa e bellissima, ma non così, NON COSÌ."
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Jan 19, 2019 Gwen rated it it was amazing

La nostra sartina, che ci racconta in prima persona la sua storia, non rivela mai il nome e diventa così la paladina simbolica di tutte noi, tra passato, presente e futuro. La macchina da cucire sarà per lei un strumento salvifico nel senso letterale del termine, non solo garantendole condizioni di vita meno dure, ma – effettivamente – scongiurando esiti a tinte fosche. Nel romanzo, oltre a lei, sono molte le figure femminili forti che lottano e si ingegnano per le proprie esistenze: dalla signo La nostra sartina, che ci racconta in prima persona la sua storia, non rivela mai il nome e diventa così la paladina simbolica di tutte noi, tra passato, presente e futuro. La macchina da cucire sarà per lei un strumento salvifico nel senso letterale del termine, non solo garantendole condizioni di vita meno dure, ma – effettivamente – scongiurando esiti a tinte fosche. Nel romanzo, oltre a lei, sono molte le figure femminili forti che lottano e si ingegnano per le proprie esistenze: dalla signorina Ester, ricca e “illuminata” grazie all’educazione scelta dal padre, all’intraprendente giornalista americana Miss Lily, senza dimenticare l’instancabile stiratrice Zita e l’abile signorina Gemma, solo per citarne alcune.

La mia recensione a quattro mani con Vera continua sul nostro blog: https://perseinunbuonlibro.wordpress....

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Dec 20, 2018 Nicolosetta rated it really liked it

E' stata una gioia leggere di nuovo Bianca Pitzorno: l'ho tanto amata da bambina ed è bello ritrovare anche da adulta la magia dei suoi libri. E' stata una gioia leggere di nuovo Bianca Pitzorno: l'ho tanto amata da bambina ed è bello ritrovare anche da adulta la magia dei suoi libri. ...more

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Feb 09, 2019 Allegra rated it it was amazing

Io sono cresciuta con Prisca, Elisa, Rosalba, Diana, Polissena, come faccio a non amare tutto quello che scrive Bianca Pitzorno?

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Bianca Pitzorno non si smentisce mai quando deve raccontare storie di donne indipendenti e di mentalità apertissima in un periodo in cui per le donne l'indipendenza era un miraggio. La protagonista/narratrice di questa storia è una sartina - di cui solo adesso, a libro finito, mi rendo conto di non conoscere neanche il nome - cresciuta dalla nonna - anche lei sarta a sua volta - che racconta le proprie esperienze in varie case del paese, con scandali, equivoci, prepotenze delle persone ricche, m Bianca Pitzorno non si smentisce mai quando deve raccontare storie di donne indipendenti e di mentalità apertissima in un periodo in cui per le donne l'indipendenza era un miraggio. La protagonista/narratrice di questa storia è una sartina - di cui solo adesso, a libro finito, mi rendo conto di non conoscere neanche il nome - cresciuta dalla nonna - anche lei sarta a sua volta - che racconta le proprie esperienze in varie case del paese, con scandali, equivoci, prepotenze delle persone ricche, meschinità di ogni genere, solidarietà tra vicini accomunati dalla povertà.
La narratrice in realtà la macchina da cucire la riceve presto in regalo dalla marchesina Ester - la sua prima benefattrice e una figura davvero anticonvenzionale per l'epoca - anche se si tratta di una macchina piccolina e a manovella, perché una macchina a pedale non entrerebbe nel suo appartamentino. Ma la macchina da cucire è un simbolo di indipendenza per una ragazza che vuole continuare a essere onesta malgrado la società del tempo guardasse con sospetto una donna che volesse continuare a vivere da sola.
Così come viveva da sola miss Lily Rose, una giornalista americana che è la seconda benefattrice della nostra amica, che grazie a lei riuscirà a fare il suo primo viaggio in treno e a vedere il mare per la prima volta.
Nel corso della sua storia, la sartina si ritroverà a leggere un libro - perché ha insistito per imparare a leggere, in un periodo in cui per una donna umile come lei era normalissimo essere analfabeta - che è sicuramente Jane Eyre, il che sembra quasi un'autocitazione per Pitzorno de La bambinaia francese, anche perché, nel raccontare il romanzo, la sartina dà per scontate cose che sono vere ne La bambinaia francese ma che in Jane Eyre sono solo sospette.
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Mar 10, 2021 Antonella rated it it was amazing

Nelle parole di Bianca Pitzorno ho ritrovato la dolcezza, la tenerezza della mia infanzia, della me bambina che leggeva e rileggeva “La bambinaia francese”, un romanzo mai più dimenticato e di cui potrei recitare le vicende a memoria.

Non so bene il perché di queste cinque stelle. Potrei dire che questo libro è la prova vivente che scrivere con uno stile semplice non significhi mai necessariamente scrivere con uno stile banale: avrei ragione. Potrei dire ancora che la narrazione di qualcosa che n

Nelle parole di Bianca Pitzorno ho ritrovato la dolcezza, la tenerezza della mia infanzia, della me bambina che leggeva e rileggeva “La bambinaia francese”, un romanzo mai più dimenticato e di cui potrei recitare le vicende a memoria.

Non so bene il perché di queste cinque stelle. Potrei dire che questo libro è la prova vivente che scrivere con uno stile semplice non significhi mai necessariamente scrivere con uno stile banale: avrei ragione. Potrei dire ancora che la narrazione di qualcosa che non esiste più rende inevitabilmente tutto più magico: avrei ragione anche su questo. Ma la verità è che questo romanzo si è guadagnato cinque stelle perché mi ha rapita, mi ha fatta sognare, mi ha dato esattamente ciò di cui avevo bisogno in questo momento. Mi ha ricordato che sono un’inguaribile romantica. Mi ha fatto riflettere sul valore di una bella storia, una storia scritta in maniera lineare e senza fronzoli, senza artifici, a me che sono una vera amante ed estimatrice dell’oscurità letteraria. Mi ha fatto comprendere l’importanza che per me ha sentire ciò che provano i personaggi prima ancora di capire che cosa ha voluto dirmi l’autore scrivendo quella cosa in quel determinato modo.
Perché io amo l’ermeneutica, ma amo anche le storie.
E questa è proprio una bellissima storia.

E sì, avete ragione, questa piccola recensione dice molto più di me che del libro, ma sono le 2 di notte mentre scrivo e quindi direi che va bene così.

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Oct 13, 2018 Sara C. rated it really liked it

Peccato per il finale, un po' frettoloso e banale. Perché il resto del libro è meraviglioso. Peccato per il finale, un po' frettoloso e banale. Perché il resto del libro è meraviglioso. ...more

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Bianca Pitzorno era magica quand’ero bambina ed é magica adesso!

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Dec 05, 2021 Federica Aita rated it it was amazing

Che io abbia 5 o 27 anni, la Pitzorno non mi delude mai. Che storia incredibilmente umana, vera, triste, felice, fortunata e sfortunata, tangibile. Con il suo stile limpido e gentile racconta le "avventure" di una sartina in un periodo passato, un periodo che è sì lontano da tutti ma che lei riesce con maestria a evocare, mettendo davanti ai nostri occhi storie e personaggi e mestieranti e angoli di città passati, lontani, intoccabili, ma vivi ancora una volta.
Che io abbia 5 o 27 anni, la Pitzorno non mi delude mai. Che storia incredibilmente umana, vera, triste, felice, fortunata e sfortunata, tangibile. Con il suo stile limpido e gentile racconta le "avventure" di una sartina in un periodo passato, un periodo che è sì lontano da tutti ma che lei riesce con maestria a evocare, mettendo davanti ai nostri occhi storie e personaggi e mestieranti e angoli di città passati, lontani, intoccabili, ma vivi ancora una volta.
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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Feb 02, 2020 Katerina rated it really liked it

Il sogno della macchina da cucire, per certi versi, rende omaggio ad un mondo ormai scomparso, ad un mestiere che non c'è più, e lo fa nel modo più commuovente, più giusto: ricordandoci che non si è mai trattato solo un mestiere, ma delle vite di tante persone. Persone umili che sono vissute, che hanno fatto la storia nel senso che ne hanno fatto parte, quei tanti piccoli tasselli che hanno portato l'Italia ad essere quella che è oggi, quelle donne che hanno permesso a noi di fare ciò che a loro Il sogno della macchina da cucire, per certi versi, rende omaggio ad un mondo ormai scomparso, ad un mestiere che non c'è più, e lo fa nel modo più commuovente, più giusto: ricordandoci che non si è mai trattato solo un mestiere, ma delle vite di tante persone. Persone umili che sono vissute, che hanno fatto la storia nel senso che ne hanno fatto parte, quei tanti piccoli tasselli che hanno portato l'Italia ad essere quella che è oggi, quelle donne che hanno permesso a noi di fare ciò che a loro è stato precluso. Chi non si è ribellato, ma nondimeno è stato un passo verso il futuro.
Il sogno della macchina di cucire mostra un'Italia povera ma dignitosa, ma soprattutto ci mostra la condizione femminile: i nostri occhi e le nostre orecchie sono quelle della sartina, bimba orfana cresciuta dalla nonna che ha ritenuto importante insegnarle un mestiere, in un periodo in cui tra i più poveri quello che contava era la concretezza più che l'intangibile istruzione.
Attraverso la vita della sartina abbiamo modo di vedere i confini invisibili di quello che è concesso e quello che non lo è, vediamo l'importanza della propria reputazione - quando si ha poco altro, e quel poco dipende da quella. Vediamo la voglia di imparare, di leggere, di concedersi lussi, scontrarsi con la realtà e la consapevolezza che le variabili che possono migliorare la propria condizione non sono tutte in nostro possesso.
Ma Il sogno della macchina da cucire è soprattutto una storia al femminile, una specie di raccolta di racconti, dove la sartina - entrando nelle case delle sue clienti - è testimone e narratrice delle storie delle donne che incontra, mostrandoci una fotografia di quanto accadeva nelle stanze delle signore, dove nessuno entrava, e dove la sarta diventava una figura di confine, quasi invisibile, una testimone silenziosa che grazie alla penna di Bianca Pitzorno acquista finalmente una voce, così come le sue clienti.
Questo è un libro davvero molto bello, che stranamente mi ha convinta meno nella "trama orizzonate" e di più nelle parti dedicate alle varie signore, ricche e povere, tutte sottilmente legate dal filo (a volte sottile, a volte molto meno) dell'ingiustizia. Tutte sono vittime della moralità dell'epoca, ma alcune più di altre: in fin dei conti, la condizione femminile era talmente tanto incisa nella pietra, voluta da dio e dalla natura, che coi soldi stranamente aggirarla diventava possibile.

Un libro di donne ma non per questo da donne: è una storia che tutti dovrebbero leggere.

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Feb 26, 2019 AlenGarou rated it it was amazing

4.5

Il sogno della macchina da cucire si può definire come una cartolina proveniente da un’altra epoca.
Delicato, elegante e avvolgente, è un romanzo dalle note tenui che parla di donne molto diverse tra loro, sia per ceto sociale, ambizioni e possibilità, che tuttavia sono accomunate dalla stessa battaglia. La loro voglia di essere indipendenti e realizzate nonostante la mentalità ristretta di quel tempo è stata in grado di fornire a questa storia una marcia più.
La voce narrante è una giovane sar

4.5

Il sogno della macchina da cucire si può definire come una cartolina proveniente da un’altra epoca.
Delicato, elegante e avvolgente, è un romanzo dalle note tenui che parla di donne molto diverse tra loro, sia per ceto sociale, ambizioni e possibilità, che tuttavia sono accomunate dalla stessa battaglia. La loro voglia di essere indipendenti e realizzate nonostante la mentalità ristretta di quel tempo è stata in grado di fornire a questa storia una marcia più.
La voce narrante è una giovane sartina che ci racconta la sua vita in questa piccola cittadina, dove tutti conoscono tutti e ognuno sa stare al proprio posto. Rimasta orfana, verrà presa sotto l’ala protettrice della nonna, che le insegnerà la professione della sarta. Ed è proprio durante la fabbricazione di un corredo o l’allungamento di un orlo che verremo a conoscenza di tutte le altre personalità del romanzo.
Dalla marchesina Ester, molto diversa dalle altre giovani in quanto dall’indole ribelle e anticonformista, che finirà per diventare la protettrice della giovane; alle donne della famiglia Provera, costrette a cucirsi da sole i propri abiti a causa dell’avidità del marito e padre per poi far credere ai compaesani di averli ordinati da Parigi; a Zita, madre povera e ammalata che deve provvedere ad Assuntina, la figlia cagionevole e indomabile; fino a Miss Lily Rose, una critica d’arte americana colma di segreti, e a Donna Licinia, centenaria snob che farà di tutto per rovinare la giovane sartina a causa dell’interesse di suo nipote per lei.
Sebbene le varie vicende, la narrazione è fluida come un ruscello. La Pitzorno ha come sempre dato prova della sua bravura, riuscendo a dare un tocco veritiero a una realtà soffocante che non è lontana come sembra.
Nonostante sembri un romanzo poco avvincente, è in realtà capace di catturare il lettore per la sua semplicità, essendo una finestra sulla vita di tutti i giorni. Per non parlare di tutti gli aneddoti sulla vita dall’ora.
Uno degli episodi che ho apprezzato di più è stato sicuramente quello delle Provera (dopotutto gli scandali sono divertenti finché non ti coinvolgono), sebbene la vicenda di Zita mi abbia rattristata.
E, ammettiamolo, non è che la sartina brilli di fortuna. Anzi…
Infine, Il sogno della macchina da cucire è un libro affascinante, leggero, a tratti storico e satirico, capace di coinvolgerci e a insegnarci a non mollare mai e a combattere per la nostra indipendenza.
Signore, ve lo consiglio caldamente!

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Feb 26, 2019 Lia Valenti rated it really liked it

Questo libro mi è piaciuto molto, mi ha riportato indietro nel tempo,
nell'estate del 68, quando andavo a imparare a cucire dalla sartina del paese.
Oltre ad aver imparato parecchie cose mi sono pure divertita con le altre ragazze.
Queste erano le mie vacanze, ma ero giovane e felice.
Consiglio questo libro, leggero, ma che ci fa vedere una faccia d'Italia
che non conoscevamo, il mondo dove i ricchi potevano tutto e i poveri subivano tutto.
Forse le cose non sono poi così cambiate pensandoci bene.
Questo libro mi è piaciuto molto, mi ha riportato indietro nel tempo,
nell'estate del 68, quando andavo a imparare a cucire dalla sartina del paese.
Oltre ad aver imparato parecchie cose mi sono pure divertita con le altre ragazze.
Queste erano le mie vacanze, ma ero giovane e felice.
Consiglio questo libro, leggero, ma che ci fa vedere una faccia d'Italia
che non conoscevamo, il mondo dove i ricchi potevano tutto e i poveri subivano tutto.
Forse le cose non sono poi così cambiate pensandoci bene.
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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Apr 19, 2019 Lupurk rated it really liked it

Ma che carino!! L'ho finito stanotte, sono tornata a casa all'una ma mi mancavano 15 pagine e dovevo assolutamente vedere come andava a finire! Mi sono affezionata a tutti i personaggi e alle vicende narrate, mi sono indignata e arrabbiata di fronte alle minacce di Donna Licinia. Peccato per il finale, che ho trovato un po' affrettato, ma nel complesso proprio una bella lettura! Ma che carino!! L'ho finito stanotte, sono tornata a casa all'una ma mi mancavano 15 pagine e dovevo assolutamente vedere come andava a finire! Mi sono affezionata a tutti i personaggi e alle vicende narrate, mi sono indignata e arrabbiata di fronte alle minacce di Donna Licinia. Peccato per il finale, che ho trovato un po' affrettato, ma nel complesso proprio una bella lettura! ...more

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Recensione sul blog: https://ikigai.altervista.org/il-sogn...

Il sogno della macchina da cucire mi è capitato sotto gli occhi per puro caso, navigando su internet, ed ha subito catturato la mia attenzione per due motivi. Il primo è il titolo, particolare, ma curioso per una persona a cui piace cucire. Il secondo è l’autrice: ho letto molti suoi libri da bambina, Ascolta il mio cuore e Clorofilla da cielo blu sono letture che ricordo con affetto. Eppure non avevo mai letto niente di suo che fosse

Recensione sul blog: https://ikigai.altervista.org/il-sogn...

Il sogno della macchina da cucire mi è capitato sotto gli occhi per puro caso, navigando su internet, ed ha subito catturato la mia attenzione per due motivi. Il primo è il titolo, particolare, ma curioso per una persona a cui piace cucire. Il secondo è l’autrice: ho letto molti suoi libri da bambina, Ascolta il mio cuore e Clorofilla da cielo blu sono letture che ricordo con affetto. Eppure non avevo mai letto niente di suo che fosse rivolto ad un pubblico adulto. Potevo dire di no??

Quindi mi ci sono tuffata, senza pensarci troppo e senza sapere a cosa sarei andata incontro. Beh, Il sogno della macchina da cucire mi ha letteralmente catturata. Racconta la storia di una sartina a giornata, figure femminili di fine Ottocento e inizio Novecento che si mantenevano con piccoli lavori di sartoria come rammendi, riadattamenti di abiti, creazione di biancheria o corredini. Spesso queste sartine venivano appunto ospitate a giornata dai ricchi dei paesi, lavoravano in una stanza a loro dedicata – la stanza del cucito -, solitamente veniva dato loro un pasto e tornavano a casa alla sera. Questo aspetto del pranzo diventava talvolta fondamentale per l’economia domestica di queste donne, che così facendo riuscivano anche a risparmiare su quel fronte.

Conosciamo la sartina fin da piccola quando si ritrova a vivere con la nonna essendo loro le uniche sopravvissute ad un’epidemia di colera. La nonna, sarta da sempre, le insegna il mestiere dandole anche un’importante lezione di vita: se saprà fare un lavoro, e lo saprà fare bene, sarà indipendente e potrà condurre una vita dignitosa. ‘Il sogno della macchina da cucire’ è il racconto della vita della sartina, narrato da lei stessa in prima persona. La giovane donna racconta del suo rapporto con la nonna, con la donna che le affitta un seminterrato in cambio delle pulizie quotidiane al giroscale, della gente benestante con cui viene a contatto grazie al suo lavoro. In particolare conosciamo la contessina Ester, forse la migliore amica che la sartina abbia incontrato nella sua vita, nonostante l’ovvia e costante distanza dettata dalla differenza di ceto sociale tra le due. Ester e la sartina si conoscono molto giovani, quando ancora la nonna lavorava per la famiglia di Ester e sviluppano un rapporto particolare, in cui Ester si prenderà in un certo senso cura della sartina per tutta la vita, cercando di aiutarla quando si troverà in difficoltà e rimanendole accanto quando avrà bisogno di essere ascoltata. È proprio la signorina Ester che fa avverare il sogno della sartina, quello della macchina da cucire, quello che le permette di avere l’indipendenza e la vita che ha sempre sognato.

Un’altro personaggio femminile importante nella vita della sartina è l’americana, una donna indipendente, che ama viaggiare e che si lega alla nostra protagonista facendole sognare viaggi e pazzie.

E poi c’è una storia d’amore, una storia timida come la sartina, una storia di amore sospirato e rimasto nascosto per tanto tempo. Un amore che deve superare i limiti dei pregiudizi, della chiusura dei nobili, la distanza. Un amore che da un tocco in più ad una storia che ha già tanto da donare al lettore.

Il sogno della macchina da cucire è un libro che cattura, è una bella storia che sembra un po’ una biografia, ma è anche uno sguardo sulla vita sociale, sui problemi, sul modo di vivere di fine Ottocento. È uno squarcio di Storia, un’analisi della vita in quegli anni, raccontato con semplicità, con innocenza e saggezza allo stesso tempo, come fosse una nonna a raccontarlo alla nipotina. Ed è probabilmente questo l’aspetto che più cattura il lettore e da magia al racconto.

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Apr 11, 2019 Blackjessamine rated it really liked it

L’ho già detto, credo, ma io faccio parte, come tante, di quell’esercito di bambine cresciute con le eroine di Bianca Pitzorno. Cresciuta davvero insieme a loro, perché da piccola io i libri li leggevo e rileggevo all’infinito, trovando ogni volta qualcosa di nuovo, entusiasmandomi quando scoprivo i significati più complessi, quelli che la me più piccola, durante i suoi primi approcci, non avrebbe mai potuto comprendere. E sono grata, immensamente grata alle bambine di Bianca Pitzorno per essere L’ho già detto, credo, ma io faccio parte, come tante, di quell’esercito di bambine cresciute con le eroine di Bianca Pitzorno. Cresciuta davvero insieme a loro, perché da piccola io i libri li leggevo e rileggevo all’infinito, trovando ogni volta qualcosa di nuovo, entusiasmandomi quando scoprivo i significati più complessi, quelli che la me più piccola, durante i suoi primi approcci, non avrebbe mai potuto comprendere. E sono grata, immensamente grata alle bambine di Bianca Pitzorno per essere sempre state lì, pronte ad accogliermi e a guardarmi crescere, perché non sono certa che oggi sarei la stessa donna che sono ora, se non mi fossi nutrita con tanta naturalezza della loro voglia di esplorare, della loro caparbietà, della risolutezza con cui hanno sempre affrontato ogni ingiustizia.

Quando su Storytel ho visto il rosa pallido di questa copertina, mi sono gettata fra le sue parole senza nemmeno riflettere un istante. Senza nemmeno scoprire di che cosa avrebbe parlato questo romanzo.
E che bella esperienza è stata.
Che bello riconoscere una voce amica, un saper narrare così sicuro, così gentile, naturale come uno sbuffo di vento in primavera.

Credo non ci sia miglior modo di definire questa lettura che “confortante”: è stato confortante ascoltare la voce di questa piccola e tenace sartina, confortante vederla affrontare le difficoltà della vita accanto ai suoi ricchi datori di lavoro. La protagonista ha una voce sottile e attenta, non alza mai troppo la testa, non grida mai, non valica i confini della sua epoca, ma ha una voglia di indipendenza a cui si aggrappa con tutte le sue forze, scaldando il cuore al lettore.
Attraverso le sue dita abili e precise scivoliamo sotto le vesti di tutta la società, entriamo in case belle e grandi, raccogliamo tragedie, ridiamo di buffi scandali che nascondono un disagio inquietante, vediamo amori farsi e disfarsi, con una maestria mai troppo calcata, mai esibita apertamente.
Non tutto viene raccontato esplicitamente, ci sono cose che restano appena sotto la superficie (coperte da un velo di batista, mi verrebbe da dire), ma la Pitzorno dà al lettore tutti gli strumenti per vedere oltre lo sguardo ingenuo della protagonista (penso alle vicende di Miss Lily Rose, ad esempio).
È un romanzo buffo, che solleva le gonne ipocrite della parte più alta della società e racconta con dolcezza della solidarietà fra i più sfortunati, e lo fa seguendo i fili affascinantissimi di un lavoro ormai fuori dal tempo.

Io forse avrei preferito fermarmi un attimo prima dell’epilogo, con il lieto fine a portata di mano ma mai davvero affermato, ma in un certo senso capisco la necessità di accertarsi che ogni filo avesse trovato il suo posto, nel futuro.

Mi sono lasciata cullare e coccolare da questa lettura, dimenticando qualsiasi altra cosa e desiderando, semplicemente, che come una novella Penelope il lavoro della sartina non finisse mai.

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Feb 09, 2020 Alice rated it it was amazing

Bianca Pitzorno è stata la mia autrice preferita dell'infanzia, colei che mi ha fatto appassionare alla lettura sin da bambina.
Avevo letto critiche discordanti su quest'opera e temevo che il romanzo non fosse di mio gradimento.
Niente i più lontano dalla verità: come al solito la Pitzorno riesce a coinvolgermi come pochi nelle sue storie e a farmi catapultare nella sua scrittura così precisa, mai banale, fresca.

La storia di questa sartina di inizio Novecento, che deve imparare un mestiere e fron

Bianca Pitzorno è stata la mia autrice preferita dell'infanzia, colei che mi ha fatto appassionare alla lettura sin da bambina.
Avevo letto critiche discordanti su quest'opera e temevo che il romanzo non fosse di mio gradimento.
Niente i più lontano dalla verità: come al solito la Pitzorno riesce a coinvolgermi come pochi nelle sue storie e a farmi catapultare nella sua scrittura così precisa, mai banale, fresca.

La storia di questa sartina di inizio Novecento, che deve imparare un mestiere e fronteggiare la povertà, pur con una cultura che le donne del suo ceto non possedevano è davvero interessante e piacevole.

Intorno a lei tanti personaggi diversi, che rappresentano le classi sociali dell'epoca e sullo sfondo le tematiche della società del tempo.

Da leggere

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Dec 18, 2019 Francesca rated it really liked it

Non ho mai amato cucire. Non avrei mai pensato che così poche pagine mi trasmettessero questa passione e la voglia di imparare qualcosa a me sconosciuto, come il mestiere della sartina.💕

Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Oct 04, 2021 Fiorenza rated it really liked it

La melodia della macchina da cucire di mia mamma mi accompagna da sempre.
Per me è casa. E protezione.

E da sempre simbolo di determinazione e coraggio.

E' allo stesso modo lo e' per la sartina di Bianca Pitzorno che, tra orli, pizzi, asole e finiture, cerchera' di realizzare i suoi sogni.

Siamo a fine Ottocento e la sartina a giornate, dopo aver imparato il mestiere dalla nonna, entrera' nelle case borghesi scoprendone segreti, bugie, difficolta' ed ambizioni.

La sua storia si ingarbuglia alle s

La melodia della macchina da cucire di mia mamma mi accompagna da sempre.
Per me è casa. E protezione.

E da sempre simbolo di determinazione e coraggio.

E' allo stesso modo lo e' per la sartina di Bianca Pitzorno che, tra orli, pizzi, asole e finiture, cerchera' di realizzare i suoi sogni.

Siamo a fine Ottocento e la sartina a giornate, dopo aver imparato il mestiere dalla nonna, entrera' nelle case borghesi scoprendone segreti, bugie, difficolta' ed ambizioni.

La sua storia si ingarbuglia alle storie delle padrone delle case che frequentera', dalla signorina Ester, che decidera' di vivere la vita secondo le sue regole, alla spavalda giornalista americana Lily, senza dimenticare la preziosa amica Zita.

Siamo alle prese con una lettura che sottolinea la forza delle donne.
Donne che non rinunciano alle loro aspirazioni ed al loro valore.

Non conosceremo mai il nome dela sartina.
Perche' in lei c'e' ognuna di noi.

Una favola senza tempo. Un romanzo romantico e delicato.
Una storia di coraggio e determinazione.

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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Apr 17, 2020 SonoUnaStronza rated it did not like it

This review has been hidden because it contains spoilers. To view it, click here. Ed ecco l'agiografia di saNta saRta Cenerentola, dove non manca nessuno degli stereotipi più noti delle favole in cui bisogna sublimare la protagonista umile-bellissima-povera-dolce-adorabile-tuttivoglionosololei e lei non capisce come mai visto che è così umile-povera-invisibile-povera-umile-povera e umile. E povera, e soprattutto umile. Umile. Ah, come è umile!
Caciottosamente adorabile il momento in cui santa sarta viene santificata e unta dal signor principe della città nella vetrina di crist
Ed ecco l'agiografia di saNta saRta Cenerentola, dove non manca nessuno degli stereotipi più noti delle favole in cui bisogna sublimare la protagonista umile-bellissima-povera-dolce-adorabile-tuttivoglionosololei e lei non capisce come mai visto che è così umile-povera-invisibile-povera-umile-povera e umile. E povera, e soprattutto umile. Umile. Ah, come è umile!
Caciottosamente adorabile il momento in cui santa sarta viene santificata e unta dal signor principe della città nella vetrina di cristallo del locale più esclusivo proprio durante l'ora di punta, così che siam sicuri che nessuno non veda che il più ricco il più bello il più famoso ribbbbbbelle ha scelto una poveraccia a dispetto di tutto e tutti (ma chi? boh).
In mondovisione naturalmente, cosa che alla autrice deve piacere parecchio visto che non fa che ripetere che a qualunque apparizione di loro due insieme, il mondo intero si ferma per guardarli e crepare di invidia perchè lui è ricco e lei è umile e povera eppure la prescelta. Sebbene sia così umile e povera, e umile. E povera, e umile!
Poi se magari l'autrice ci dicesse anche perchè mai l'eroe si è innamorato di lei visto che non c'è una riga che sia una di dialogo, conversazione, approfondimento, non un solo pensiero che dia un senso a questo amore ribbbbbelle, tanto che la frase più lunga detta dall'eroe è "ho intenzioni serie". Ok, ma perchè? cosa ti piace di lei? cosa ti affascina, cosa ti attrae visto che lei non ti dice UNA parola se non "molla la macchina se no chiamo le guardie"? Mah.
E potevano mancare la magica nonna dei sogni, puntuale e precisa come un orologio, e il santo Giuseppe falegname?
E niente, sono arrivata alla fine di questa corbelleria soltanto per vedere se l'autrice avrebbe avuto il coraggio (che non ha avuto) di concluderlo secondo aspettativa. Stereotipo didascalico fino all'ultima riga, utile solo a smettere per sempre di seguire gli youtuber esaltati e sputacchianti che l'hanno incensato.
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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Oct 26, 2018 Deb rated it really liked it

Ero molto curiosa di leggere questo romanzo ed anche diverse persone mi hanno spronata dicendomi quanto l’avessero trovato gradevole.
Devo essere sincera, ho difficoltà a scriverne una recensione e non perché non mi sia piaciuto, piuttosto perché è complicato parlarne senza incappare in qualche spoiler.
Nel romanzo seguiamo le vicissitudini di una sartina di altri tempi che, lavorando nelle case di persone di ceto superiore, ha la possibilità di carpirne i segreti, o almeno in parte.
Incontrerà tan
Ero molto curiosa di leggere questo romanzo ed anche diverse persone mi hanno spronata dicendomi quanto l’avessero trovato gradevole.
Devo essere sincera, ho difficoltà a scriverne una recensione e non perché non mi sia piaciuto, piuttosto perché è complicato parlarne senza incappare in qualche spoiler.
Nel romanzo seguiamo le vicissitudini di una sartina di altri tempi che, lavorando nelle case di persone di ceto superiore, ha la possibilità di carpirne i segreti, o almeno in parte.
Incontrerà tantissime persone più e meno simpatiche che, in un certo modo, la faranno crescere, facendole scoprire cosa sia la vita giorno dopo giorno.
Figura molto importante per lei è la nonna che la plasmerà e la renderà ciò che è: una ragazza con una grande professione.
È impossibile non affezionarsi alla protagonista che trovo molto umile e di buon cuore, anche se non le mancheranno momenti nei quali si sentirà egoista, facendola anche sentire in colpa.
Nel romanzo si susseguono molti eventi. Il lettore verrà catapultato in un’altra epoca e, grazie allo stile fluido, si appassionerà ai fatti narrati, volendo sapere cosa accada dopo, senza volersi staccare dalla lettura.
L’inizio è un pochino lento, mentre il ritmo si sussegue veloce verso la fine del romanzo.
Trovo che, come pecca, la conclusione sia stata un po’ troppo sbrigativa, come se l’autrice volesse concludere ed alla fine decida di fare un riassunto degli ultimi eventi (perché l’epilogo questo è). Avrei voluto leggere di più e sentire le emozioni della protagonista che, purtroppo, nell’epilogo mancano.
Nel complesso però il libro mi è piaciuto molto e ne consiglio la lettura.
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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Questo libro, l'ultimo della Pitzorno, è un ibrido tra un romanzo e una raccolta di racconti. Attraverso gli occhi di una sartina vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento, l'autrice ci mostra uno spaccato di vita di un'epoca non troppo distante, ma contemporaneamente lontanissima dalla nostra. La giovane protagonista, grazie al suo lavoro, che la porta ad entrare nelle case delle più ricche e rispettabili famiglie della città, si ritrova a scoprire i segreti e gli scandali di ognuna di loro, Questo libro, l'ultimo della Pitzorno, è un ibrido tra un romanzo e una raccolta di racconti. Attraverso gli occhi di una sartina vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento, l'autrice ci mostra uno spaccato di vita di un'epoca non troppo distante, ma contemporaneamente lontanissima dalla nostra. La giovane protagonista, grazie al suo lavoro, che la porta ad entrare nelle case delle più ricche e rispettabili famiglie della città, si ritrova a scoprire i segreti e gli scandali di ognuna di loro, rimanendo a volte coinvolta suo malgrado nelle vicende più torbide e inconfessabili.
Probabilmente non è la più originale tra le opere di Bianca Pitzorno, ma, fra personaggi che richiamano quelli delle sue storie precedenti, ed espliciti riferimenti a Jane Eyre (che comunque non sconfinano mai nel plagio), la trama è talmente intrigante e ben costruita che avrei voluto durasse di più.
In questo romanzo c'è tutto: si ride, si piange, si ride di nuovo, ci si arrabbia, e ogni tanto si tira anche un bel sospiro di sollievo. La principale causa scatenante di questo andirivieni di emozioni, il vero motore della storia, è la rigida mentalità dell'epoca: non c'è un solo episodio in cui i personaggi non si trovino intrappolati tra le pastoie che la società imponeva loro in base alla classe sociale, al genere, alla reputazione, al decoro, e altro ancora. Un insieme così complesso di regole e imposizioni può solo fornire le fondamenta ideali per una serie di incresciosi scandali, buffi pettegolezzi e crimini orrendi, che, per fortuna, oggi riprendono vita solo nei romanzi.
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Bianca pitzorno il sogno della macchina da cucire

Ho visto di recente in un programma una macchina da cucire a manovella, risalente ai primi del '900. Mi ha fatto piacere quindi immaginarla e ritrovarla in questo romanzo, dove i punti marcati sia dalla macchina che dalle mani sapienti delle sartine, raccontano la storia della sartoria.
Storie di donne, alcune segnate dalla povertà dalla quale sembrava impossibile smarcarsi, altre dalle imposizioni della società e della famiglia.
Il racconto più interessante è, secondo me, quello delle donne del
Ho visto di recente in un programma una macchina da cucire a manovella, risalente ai primi del '900. Mi ha fatto piacere quindi immaginarla e ritrovarla in questo romanzo, dove i punti marcati sia dalla macchina che dalle mani sapienti delle sartine, raccontano la storia della sartoria.
Storie di donne, alcune segnate dalla povertà dalla quale sembrava impossibile smarcarsi, altre dalle imposizioni della società e della famiglia.
Il racconto più interessante è, secondo me, quello delle donne della famiglia Provera, che mi ha divertito ed intristito contemporaneamente. Ho provato ad immaginare i loro abiti di taglio Parigino, con sete dalle stampe innovative, compresa l'ultima, quella che ha cambiato la loro vita per sempre.
La lettura è carina e scorrevole, ma ho trovato un calo graduale nella narrativa: dalle storie della signorina Ester e delle donne Provera si scade gradualmente in un racconto un po' svenevole, che mi ha poi reso insofferente anche alla protagonista piena di paranoie. Anche i racconti perdono di interesse (quello sull'americana è abbastanza confuso ed inconcludente), e il finale molto affrettato.
L'ho letto volentieri, ma in generale ho trovato la scrittura un po' impersonale e distaccata.
Nel complesso è comunque un libro che consiglierei, soprattutto per la descrizione degli abiti e di come si modificavano per ottenere modelli diversi.
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Bianca Pitzorno (Sassari, 1942) è una scrittrice, autrice televisiva e traduttrice italiana. Celebre soprattutto come autrice di romanzi per ragazzi, dal 2000 è anche ambasciatrice UNICEF.

Born in 1942, she's an Italian writer and screenwriter specialized in children literature.

She graduated in Classic Literature, with a thesis on Prehistoric Archeology. For seven years she worked as a responsible

Bianca Pitzorno (Sassari, 1942) è una scrittrice, autrice televisiva e traduttrice italiana. Celebre soprattutto come autrice di romanzi per ragazzi, dal 2000 è anche ambasciatrice UNICEF.

Born in 1942, she's an Italian writer and screenwriter specialized in children literature.

She graduated in Classic Literature, with a thesis on Prehistoric Archeology. For seven years she worked as a responsible for cultural children’s television programmes for the Italian public television (RAI). She also worked as an archeologist, theatre writer, screenwriter, lyricist and teacher.

From 1970 to 2011 she published many assays and novels, for both kids and adults, translated in many countries all over Europe, America and Asia. She translated Tolkien, Sylvia Plath, David Grossman, Enrique Perez Diaz, Töve Jansson, Soledad Cruz Guerra e Mariela Castro Espìn.

She lives in Milan. She doesn’t love traveling but visits Cuba often and collaborates with the local cultural institutions.
Since 2004 she stopped writing for younger readers, concentrating only on adult books.
Her most popular works are: La bambina col falcone 1982; Vita di Eleonora d'Arborea, 1984 e 2010; Ascolta il mio cuore, 1991; Tornatras, 2000; La bambinaia francese, 2004; GIUNI RUSSO, da Un'Estate al Mare al Carmelo, 2009. La vita sessuale dei nostri antenati (spiegata a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi) 2015.

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