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"Il sogno della macchina da cucire" di Bianca Pitzorno (Bompiani) ha un unico, enorme difetto: è troppo corto. Questa volta sono stata brava, me lo sono gustato in tutta la sua bellezza in due
giorni, ma una volta terminato il primo pensiero è stato: "Ne avrei letto volentieri almeno altre 100 pagine". Chi mi conosce sa che è stata Bianca Pitzorno a farmi amare la lettura. Suoi sono i primi libri che ho letto: "Ascolta il mio cuore", "Polisenna del porcello", "Dame, mercanti e cavalieri", "Parlar Chi mi conosce sa che è stata Bianca Pitzorno a farmi amare la lettura. Suoi sono i primi libri che ho letto: "Ascolta il mio cuore", "Polisenna del porcello", "Dame, mercanti e cavalieri", "Parlare a vanvera", "Diana, Cupido e il commendatore", li ricordo con grande gioia. Ritrovarla adesso è stato davvero un dono. Molto
intimo e personale sia per quanto appena detto, sia perché attraverso le pagine di questo romanzo ho avuto modo di ricordare mia nonna. Lei indossava sempre un ditale e aveva una scatola piena di bottoni con i quali amavo giocare quando ero a casa sua, incurante delle storie che avrebbero potuto raccontare. La ricordo mentre era concentrata a infilare il filo nell'ago, o quando con estrema perizia usava la sua macchina da cucire a pedale, con lo sportello pieno delle mie figurine. Quando
la protagonista de "Il sogno della macchina da cucire" nei primi racconti parla di sua nonna, non vi nascondo che mi sono commossa. Ma al di là di quelle che sono state emozioni del tutto personali, posso dirvi che questo romanzo scalda davvero il cuore. Attraverso i racconti di questa sartina che vive tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, la Pitzorno non solo scava in profondità nei suoi sentimenti, facendocela sentire sempre meno distante, pagina dopo pagina; ma tra orli,
pizzi, asole e finiture, ci fa addentrare nella società di quel tempo, narrandone virtù e storture, facendoci del tutto immergere in una realtà lontana dalla nostra che però, per certi versi, è rimasta immutata. Allo stesso modo, le donne de "Il sogno della macchina da cucire", nonostante la distanza temporale, le percepiamo vicine perché hanno i nostri stessi sogni, desiderano l'amore, la libertà di poter scegliere, vorrebbero essere felici e si scontrano quotidianamente con
ostacoli, difficoltà, privazioni. Volevo passeggiare sulla spiaggia contemplando l'orizzonte, come avevo visto in un quadro, raccogliendo conchiglie e sognando mentre i voli dei gabbiani rigavano il cielo. Sognando cosa? Chi? Sognare era molto pericoloso, lo sapevo, non me lo potevo permettere. E poi, già soltanto vedere il mare non era la realizzazione di un sogno? La sartina racconta la sua storia attraverso aneddoti narrati finemente, durante i quali si alternano momenti
divertenti ad altri tragici, fino a un epilogo che avrà un sapore agrodolce. Tutti i personaggi portano con sé qualcosa di unico, nel bene e nel male, e sono caratterizzati al meglio. Bastano poche descrizioni per capirne la personalità e la fisicità, pochi dettagli per inquadrarne il carattere e per suscitare nel lettore sentimenti di profonda commozione o di totale antipatia. Allo stesso modo sono descritti con maestria gli ambienti e le situazioni, ogni scena viene raccontata in modo
così vivido che il lettore rischia di perdersi in quelle parole, come se stesse vivendo all'interno di un ricordo. Negli episodi che troviamo ne "Il sogno della macchina da cucire" vengono descritte le sfumature dell'animo umano, il modo in cui gli eventi ci plasmano e modificano le nostre attitudini, la forza determinante di certi incontri, l'imprevedibilità della vita, capace di dare e di togliere, da un giorno all'altro, senza alcun preavviso. A rendere unica la narrazione è lo stile
elegante e pieno di garbo di Bianca Pitzorno che da sempre mi ha affascinata. Come ho detto all'inizio, non mi sarebbe dispiaciuto leggere ancora di questa sartina, delle sue esperienze, dei suoi incontri, delle sue scelte. Ho amato molto queste pagine, la scrittura della Pitzorno ancora una volta ha toccato le corde giuste e si è aggiudicata un pezzetto del mio cuore.
Jan 09, 2019 Ilaria rated it really liked it Un libro bellissimo, dove le vicende della sartina protagonista vengono raccontate con grazia e eleganza. Ne avrei lette ancora e ancora! Peccato per il finale che chiude tutto un po’ troppo velocemente!
Jan 17, 2019 Giada ✨ rated it it was amazing Un libro delicato e profondo. Storie di donne, storie di vita vera. Uno spaccato di storia.
Noi siamo gente avvezza / alle piccole cose / umili e silenziose, / ad una tenerezza / sfiorante e pur profonda / come il ciel, come l’onda / lieve e forte del mare…
Feb 28, 2019 LuLú rated it really liked it Un dolcissimo racconto per bimbe ormai cresciute. Mi ha riportato indietro nel tempo, a quando leggevo di nascosto con la lucetta sotto le lenzuola per non farmi vedere, mentre si supponeva stessi
già dormendo. Lo stile unico, la narrazione dettagliata e romantica della Pitzorno nel raccontare le vicende più salienti della vita dell’onesta sartina e di quello che era la condizione di un piccolo spaccato d’Italia nei primi del secolo scorso mi ha quasi commosso. Un ventaglio di personalità femmin Un dolcissimo racconto per bimbe ormai cresciute. Mi ha riportato indietro nel tempo, a quando leggevo di nascosto con la lucetta sotto le lenzuola
per non farmi vedere, mentre si supponeva stessi già dormendo. Lo stile unico, la narrazione dettagliata e romantica della Pitzorno nel raccontare le vicende più salienti della vita dell’onesta sartina e di quello che era la condizione di un piccolo spaccato d’Italia nei primi del secolo scorso mi ha quasi commosso. Un ventaglio di personalità femminili tutte molto diverse tra loro ma unite dalla comune condizione di essere nate in un’autocrazia maschilista. Costrette a sopportare ogni dolore e
andare avanti sempre e comunque, ci raccontano la società da vari punti di vista e livelli sociali, ci fanno riflettere sulle loro condizioni e su quanta strada si è fatta per arrivare a quello che abbiamo oggi, un’emancipazione troppo spesso data per scontata.
La Pitzorno è un' amatissima autrice per ragazzi, che coi suoi libri ha appassionato generazioni di giovani lettori; da alcuni anni però si cimenta anche in opere più mature, come questo romanzo, in cui tuttavia
resta un'ingenuità di fondo che lo pone in una sorta di limbo fra l'infanzia e l'età adulta.
Oct 18, 2018 Fran.Nook rated it really liked it Bianca Pitzorno mi era mancata.
"Ascoltami," disse la Miss gravemente. "Sei giovane, e ti può capitare di innamorarti. Ma non permettere mai che un uomo ti manchi di rispetto, che ti impedisca di fare quello che ti sembra
giusto e necessario, quello che ti piace. La vita è tua, tua, ricordalo. Non hai alcun dovere se non verso te stessa."
Jan 19, 2019 Gwen rated it it was amazing La nostra sartina, che ci racconta in prima persona la sua storia, non rivela mai il nome e diventa così la paladina simbolica di tutte noi, tra passato, presente e futuro. La macchina da cucire sarà
per lei un strumento salvifico nel senso letterale del termine, non solo garantendole condizioni di vita meno dure, ma – effettivamente – scongiurando esiti a tinte fosche. Nel romanzo, oltre a lei, sono molte le figure femminili forti che lottano e si ingegnano per le proprie esistenze: dalla signo La nostra sartina, che ci racconta in prima persona la sua storia, non rivela mai il nome e diventa così la paladina simbolica di tutte noi, tra passato,
presente e futuro. La macchina da cucire sarà per lei un strumento salvifico nel senso letterale del termine, non solo garantendole condizioni di vita meno dure, ma – effettivamente – scongiurando esiti a tinte fosche. Nel romanzo, oltre a lei, sono molte le figure femminili forti che lottano e si ingegnano per le proprie esistenze: dalla signorina Ester, ricca e “illuminata” grazie all’educazione scelta dal padre, all’intraprendente giornalista americana Miss Lily, senza dimenticare
l’instancabile stiratrice Zita e l’abile signorina Gemma, solo per citarne alcune. La mia recensione a quattro mani con Vera continua sul nostro blog: https://perseinunbuonlibro.wordpress....
Dec 20, 2018 Nicolosetta rated it really liked it E' stata una gioia leggere di nuovo Bianca Pitzorno: l'ho tanto amata da bambina ed è bello ritrovare anche da adulta la magia dei suoi libri. E' stata una gioia leggere di nuovo Bianca Pitzorno: l'ho tanto amata da bambina ed è bello ritrovare anche da adulta la magia dei suoi libri. ...more
Feb 09, 2019 Allegra rated it it was amazing Io sono cresciuta con Prisca, Elisa, Rosalba, Diana, Polissena, come faccio a non amare tutto quello che scrive Bianca Pitzorno?
Bianca
Pitzorno non si smentisce mai quando deve raccontare storie di donne indipendenti e di mentalità apertissima in un periodo in cui per le donne l'indipendenza era un miraggio. La protagonista/narratrice di questa storia è una sartina - di cui solo adesso, a libro finito, mi rendo conto di non conoscere neanche il nome - cresciuta dalla nonna - anche lei sarta a sua volta - che racconta le proprie esperienze in varie case del paese, con scandali, equivoci, prepotenze delle persone ricche, m
Bianca Pitzorno non si smentisce mai quando deve raccontare storie di donne indipendenti e di mentalità apertissima in un periodo in cui per le donne l'indipendenza era un miraggio. La protagonista/narratrice di questa storia è una sartina - di cui solo adesso, a libro finito, mi rendo conto di non conoscere neanche il nome - cresciuta dalla nonna - anche lei sarta a sua volta - che racconta le proprie esperienze in varie case del paese, con scandali,
equivoci, prepotenze delle persone ricche, meschinità di ogni genere, solidarietà tra vicini accomunati dalla povertà.
Mar 10, 2021 Antonella rated it it was amazing Nelle parole di Bianca Pitzorno ho ritrovato la dolcezza,
la tenerezza della mia infanzia, della me bambina che leggeva e rileggeva “La bambinaia francese”, un romanzo mai più dimenticato e di cui potrei recitare le vicende a memoria. Non so bene il perché di queste cinque stelle. Potrei dire che questo libro è la prova vivente che scrivere con uno stile semplice non significhi mai necessariamente scrivere con uno stile banale: avrei ragione. Potrei dire ancora che la narrazione di qualcosa che n Non so bene il perché di queste cinque stelle. Potrei dire che questo libro è la prova vivente che scrivere con uno stile semplice non significhi mai necessariamente scrivere con uno stile banale: avrei ragione. Potrei dire
ancora che la narrazione di qualcosa che non esiste più rende inevitabilmente tutto più magico: avrei ragione anche su questo. Ma la verità è che questo romanzo si è guadagnato cinque stelle perché mi ha rapita, mi ha fatta sognare, mi ha dato esattamente ciò di cui avevo bisogno in questo momento. Mi ha ricordato che sono un’inguaribile romantica. Mi ha fatto riflettere sul valore di una bella storia, una storia scritta in maniera lineare e senza fronzoli, senza artifici, a me che sono una vera
amante ed estimatrice dell’oscurità letteraria. Mi ha fatto comprendere l’importanza che per me ha sentire ciò che provano i personaggi prima ancora di capire che cosa ha voluto dirmi l’autore scrivendo quella cosa in quel determinato modo. E sì, avete ragione, questa piccola recensione dice molto più di me che del libro, ma sono le 2 di notte mentre scrivo e quindi direi che va bene così. ...more
Oct 13, 2018 Sara C. rated it really liked it Peccato per il finale, un po' frettoloso e banale. Perché il resto del libro è meraviglioso. Peccato per il finale, un po' frettoloso e banale. Perché il resto del libro è meraviglioso. ...more
Bianca Pitzorno era magica quand’ero bambina ed é magica adesso!
Dec 05, 2021 Federica Aita rated it it was amazing Che io abbia 5 o 27 anni, la Pitzorno
non mi delude mai. Che storia incredibilmente umana, vera, triste, felice, fortunata e sfortunata, tangibile. Con il suo stile limpido e gentile racconta le "avventure" di una sartina in un periodo passato, un periodo che è sì lontano da tutti ma che lei riesce con maestria a evocare, mettendo davanti ai nostri occhi storie e personaggi e mestieranti e angoli di città passati, lontani, intoccabili, ma vivi ancora una volta.
Feb 02, 2020 Katerina rated it really liked it Il sogno della macchina da cucire, per certi versi, rende
omaggio ad un mondo ormai scomparso, ad un mestiere che non c'è più, e lo fa nel modo più commuovente, più giusto: ricordandoci che non si è mai trattato solo un mestiere, ma delle vite di tante persone. Persone umili che sono vissute, che hanno fatto la storia nel senso che ne hanno fatto parte, quei tanti piccoli tasselli che hanno portato l'Italia ad essere quella che è oggi, quelle donne che hanno permesso a noi di fare ciò che a loro Il sogno
della macchina da cucire, per certi versi, rende omaggio ad un mondo ormai scomparso, ad un mestiere che non c'è più, e lo fa nel modo più commuovente, più giusto: ricordandoci che non si è mai trattato solo un mestiere, ma delle vite di tante persone. Persone umili che sono vissute, che hanno fatto la storia nel senso che ne hanno fatto parte, quei tanti piccoli tasselli che hanno portato l'Italia ad essere quella che è oggi, quelle donne che hanno permesso a noi di fare ciò che a loro è stato
precluso. Chi non si è ribellato, ma nondimeno è stato un passo verso il futuro. Un libro di donne ma non per questo da donne: è una storia che
tutti dovrebbero leggere.
Feb 26, 2019 AlenGarou rated it it was amazing 4.5 Il sogno della macchina da cucire si può definire
come una cartolina proveniente da un’altra epoca. Il sogno della macchina da cucire si può definire come una cartolina proveniente da un’altra epoca.
Feb 26, 2019 Lia Valenti rated it really liked it Questo libro mi è piaciuto molto, mi ha
riportato indietro nel tempo,
Apr 19, 2019 Lupurk rated it really liked it Ma che carino!! L'ho finito stanotte, sono tornata a casa all'una ma mi mancavano 15 pagine e dovevo assolutamente vedere come andava a finire! Mi sono affezionata a tutti i personaggi e alle vicende narrate, mi sono indignata e arrabbiata di fronte alle minacce di Donna Licinia. Peccato per il finale, che ho trovato un po' affrettato, ma nel complesso proprio una bella lettura! Ma che carino!! L'ho finito stanotte, sono tornata a casa all'una ma mi mancavano 15 pagine e dovevo assolutamente vedere come andava a finire! Mi sono affezionata a tutti i personaggi e alle vicende narrate, mi sono indignata e arrabbiata di fronte alle minacce di Donna Licinia. Peccato per il finale, che ho trovato un po' affrettato, ma nel complesso proprio una bella lettura! ...more
Recensione sul blog:
https://ikigai.altervista.org/il-sogn... Il sogno della macchina da cucire mi è capitato sotto gli occhi per puro caso, navigando su internet, ed ha subito catturato la mia attenzione per due motivi. Il primo è il titolo, particolare, ma curioso per una persona a cui piace cucire. Il secondo è l’autrice: ho letto molti suoi libri da bambina, Ascolta il mio
cuore e Clorofilla da cielo blu sono letture che ricordo con affetto. Eppure non avevo mai letto niente di suo che fosse Il sogno della macchina da cucire mi è capitato sotto gli occhi per puro caso, navigando su internet, ed ha subito catturato la
mia attenzione per due motivi. Il primo è il titolo, particolare, ma curioso per una persona a cui piace cucire. Il secondo è l’autrice: ho letto molti suoi libri da bambina, Ascolta il mio cuore e Clorofilla da cielo blu sono letture che ricordo con affetto. Eppure non avevo mai letto niente di suo che fosse rivolto ad un pubblico adulto. Potevo dire di no?? Quindi mi ci sono tuffata, senza pensarci troppo e senza sapere a cosa sarei andata incontro. Beh, Il sogno della macchina da cucire
mi ha letteralmente catturata. Racconta la storia di una sartina a giornata, figure femminili di fine Ottocento e inizio Novecento che si mantenevano con piccoli lavori di sartoria come rammendi, riadattamenti di abiti, creazione di biancheria o corredini. Spesso queste sartine venivano appunto ospitate a giornata dai ricchi dei paesi, lavoravano in una stanza a loro dedicata – la stanza del cucito -, solitamente veniva dato loro un pasto e tornavano a casa alla sera. Questo aspetto del pranzo
diventava talvolta fondamentale per l’economia domestica di queste donne, che così facendo riuscivano anche a risparmiare su quel fronte. Conosciamo la sartina fin da piccola quando si ritrova a vivere con la nonna essendo loro le uniche sopravvissute ad un’epidemia di colera. La nonna, sarta da sempre, le insegna il mestiere dandole anche un’importante lezione di vita: se saprà fare un lavoro, e lo saprà fare bene, sarà indipendente e potrà condurre una vita dignitosa. ‘Il sogno della macchina da cucire’ è il racconto della vita della sartina, narrato da lei stessa in prima persona. La giovane donna racconta del suo rapporto con la nonna, con la donna che le affitta un seminterrato in cambio delle pulizie quotidiane al giroscale, della gente benestante con cui viene a contatto grazie al suo lavoro. In particolare conosciamo la contessina Ester, forse la migliore amica che la sartina abbia incontrato nella sua vita, nonostante l’ovvia e costante distanza dettata dalla differenza di ceto sociale tra le due. Ester e la sartina si conoscono molto giovani, quando ancora la nonna lavorava per la famiglia di Ester e sviluppano un rapporto particolare, in cui Ester si prenderà in un certo senso cura della sartina per tutta la vita, cercando di aiutarla quando si troverà in difficoltà e rimanendole accanto quando avrà bisogno di essere ascoltata. È proprio la signorina Ester che fa avverare il sogno della sartina, quello della macchina da cucire, quello che le permette di avere l’indipendenza e la vita che ha sempre sognato. Un’altro personaggio femminile importante nella vita della sartina è l’americana, una donna indipendente, che ama viaggiare e che si lega alla nostra protagonista facendole sognare viaggi e pazzie. E poi c’è una storia d’amore, una storia timida come la sartina, una storia di amore sospirato e rimasto nascosto per tanto tempo. Un amore che deve superare i limiti dei pregiudizi, della chiusura dei nobili, la distanza. Un amore che da un tocco in più ad una storia che ha già tanto da donare al lettore. Il sogno della macchina da cucire è un libro che cattura, è una bella storia che sembra un po’ una biografia, ma è anche uno sguardo sulla vita sociale, sui problemi, sul modo di vivere di fine Ottocento. È uno squarcio di Storia, un’analisi della vita in quegli anni, raccontato con semplicità, con innocenza e saggezza allo stesso tempo, come fosse una nonna a raccontarlo alla nipotina. Ed è probabilmente questo l’aspetto che più cattura il lettore e da magia al racconto. ...more
Apr 11, 2019 Blackjessamine rated it really liked it L’ho già detto, credo, ma io
faccio parte, come tante, di quell’esercito di bambine cresciute con le eroine di Bianca Pitzorno. Cresciuta davvero insieme a loro, perché da piccola io i libri li leggevo e rileggevo all’infinito, trovando ogni volta qualcosa di nuovo, entusiasmandomi quando scoprivo i significati più complessi, quelli che la me più piccola, durante i suoi primi approcci, non avrebbe mai potuto comprendere. E sono grata, immensamente grata alle bambine di Bianca Pitzorno per essere
L’ho già detto, credo, ma io faccio parte, come tante, di quell’esercito di bambine cresciute con le eroine di Bianca Pitzorno. Cresciuta davvero insieme a loro, perché da piccola io i libri li leggevo e rileggevo all’infinito, trovando ogni volta qualcosa di nuovo, entusiasmandomi quando scoprivo i significati più complessi, quelli che la me più piccola, durante i suoi primi approcci, non avrebbe mai potuto comprendere. E sono grata, immensamente grata
alle bambine di Bianca Pitzorno per essere sempre state lì, pronte ad accogliermi e a guardarmi crescere, perché non sono certa che oggi sarei la stessa donna che sono ora, se non mi fossi nutrita con tanta naturalezza della loro voglia di esplorare, della loro caparbietà, della risolutezza con cui hanno sempre affrontato ogni ingiustizia. Quando su Storytel ho visto il rosa pallido di questa copertina, mi sono gettata fra le sue parole senza nemmeno riflettere un istante. Senza nemmeno
scoprire di che cosa avrebbe parlato questo romanzo. Credo non ci sia miglior modo di definire questa lettura che “confortante”: è stato confortante ascoltare la voce di questa piccola e tenace sartina, confortante vederla affrontare le difficoltà della vita accanto ai suoi ricchi datori di lavoro. La protagonista ha una
voce sottile e attenta, non alza mai troppo la testa, non grida mai, non valica i confini della sua epoca, ma ha una voglia di indipendenza a cui si aggrappa con tutte le sue forze, scaldando il cuore al lettore. Io forse avrei preferito fermarmi un attimo prima dell’epilogo, con il lieto fine a portata di mano ma mai davvero affermato, ma in un certo senso capisco la necessità di accertarsi che ogni filo avesse trovato il suo posto, nel futuro. Mi sono lasciata cullare e coccolare da questa lettura, dimenticando qualsiasi altra cosa e desiderando, semplicemente, che come una novella Penelope il lavoro della sartina non finisse mai.
Feb 09, 2020 Alice rated it it was amazing Bianca Pitzorno è stata la mia autrice preferita dell'infanzia, colei che
mi ha fatto appassionare alla lettura sin da bambina. La storia di questa sartina di inizio Novecento, che deve imparare un mestiere e fron La storia di questa sartina di inizio Novecento, che deve imparare un mestiere e
fronteggiare la povertà, pur con una cultura che le donne del suo ceto non possedevano è davvero interessante e piacevole. Intorno a lei tanti personaggi diversi, che rappresentano le classi sociali dell'epoca e sullo sfondo le tematiche della società del tempo. Da leggere
Dec 18, 2019 Francesca rated it really liked it Non ho mai amato cucire. Non avrei mai pensato che così poche pagine mi trasmettessero questa passione e la voglia di imparare qualcosa a me sconosciuto, come il mestiere della sartina.💕
Oct 04, 2021 Fiorenza rated it really liked it La melodia della macchina da cucire di mia mamma mi
accompagna da sempre. E da sempre simbolo di determinazione e coraggio. E' allo stesso modo lo e' per la sartina di Bianca Pitzorno che, tra orli, pizzi, asole e finiture, cerchera' di realizzare i suoi sogni. Siamo a fine Ottocento e la sartina a giornate, dopo aver imparato il mestiere dalla nonna, entrera' nelle case borghesi scoprendone segreti, bugie, difficolta' ed ambizioni. La sua storia si ingarbuglia alle s E da sempre simbolo di determinazione e coraggio. E' allo stesso modo lo e' per la sartina di Bianca Pitzorno che, tra orli, pizzi, asole e finiture, cerchera' di realizzare i suoi sogni. Siamo a fine Ottocento e la sartina a giornate, dopo aver imparato il mestiere dalla nonna, entrera' nelle case borghesi scoprendone segreti, bugie,
difficolta' ed ambizioni. La sua storia si ingarbuglia alle storie delle padrone delle case che frequentera', dalla signorina Ester, che decidera' di vivere la vita secondo le sue regole, alla spavalda giornalista americana Lily, senza dimenticare la preziosa amica Zita. Siamo alle prese con una lettura che sottolinea la forza delle donne. Non conosceremo mai il nome dela sartina. Una favola senza tempo. Un romanzo romantico e delicato.
Apr 17, 2020 SonoUnaStronza rated it did not like it This review has been hidden because it contains spoilers. To view it,
click here. Ed ecco l'agiografia di saNta saRta Cenerentola, dove non manca nessuno degli stereotipi più noti delle favole in cui bisogna sublimare la protagonista
umile-bellissima-povera-dolce-adorabile-tuttivoglionosololei e lei non capisce come mai visto che è così umile-povera-invisibile-povera-umile-povera e umile. E povera, e soprattutto umile. Umile. Ah, come è umile!
Oct 26, 2018 Deb rated it really liked it Ero molto curiosa di leggere questo romanzo ed anche diverse persone mi hanno spronata dicendomi quanto l’avessero trovato gradevole.
Questo libro, l'ultimo della Pitzorno, è un ibrido tra un romanzo e una raccolta di racconti. Attraverso gli occhi di una sartina vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento,
l'autrice ci mostra uno spaccato di vita di un'epoca non troppo distante, ma contemporaneamente lontanissima dalla nostra. La giovane protagonista, grazie al suo lavoro, che la porta ad entrare nelle case delle più ricche e rispettabili famiglie della città, si ritrova a scoprire i segreti e gli scandali di ognuna di loro, Questo libro, l'ultimo della Pitzorno, è un ibrido tra un romanzo e una raccolta di racconti. Attraverso gli occhi di una
sartina vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento, l'autrice ci mostra uno spaccato di vita di un'epoca non troppo distante, ma contemporaneamente lontanissima dalla nostra. La giovane protagonista, grazie al suo lavoro, che la porta ad entrare nelle case delle più ricche e rispettabili famiglie della città, si ritrova a scoprire i segreti e gli scandali di ognuna di loro, rimanendo a volte coinvolta suo malgrado nelle vicende più torbide e inconfessabili.
Ho visto di recente in un programma una macchina da cucire a manovella, risalente ai primi del '900. Mi ha fatto piacere quindi immaginarla e ritrovarla in questo romanzo, dove i punti marcati sia dalla macchina
che dalle mani sapienti delle sartine, raccontano la storia della sartoria. Bianca Pitzorno (Sassari, 1942) è una scrittrice, autrice televisiva e traduttrice italiana. Celebre soprattutto come autrice di romanzi per ragazzi, dal 2000 è anche ambasciatrice UNICEF. Born in 1942, she's an Italian writer and screenwriter specialized in children literature. She graduated in Classic Literature, with a thesis on Prehistoric Archeology. For seven years she worked as a responsible Born in 1942, she's an Italian writer and screenwriter specialized in children literature. She graduated in Classic Literature, with a thesis on Prehistoric Archeology. For seven years she worked as a responsible for cultural children’s television programmes for
the Italian public television (RAI). She also worked as an archeologist, theatre writer, screenwriter, lyricist and teacher. From 1970 to 2011 she published many assays and novels, for both kids and adults, translated in many countries all over Europe, America and Asia. She translated Tolkien, Sylvia Plath, David Grossman, Enrique Perez Diaz, Töve Jansson, Soledad Cruz Guerra e Mariela Castro Espìn. She lives in Milan. She doesn’t love traveling but visits Cuba often and
collaborates with the local cultural institutions. News & InterviewsNeed another excuse to treat yourself to a new book this week? We've got you covered with the buzziest new releases of the day. To create our... Welcome back. Just a moment while we sign you in to your Goodreads account. |