Posso mangiare la pizza con la gastroenterite

I disturbi di tipo gastrointestinale colpiscono ogni anno migliaia di italiani, per ragioni di diversa natura: cattive abitudini alimentari, ansia e stress, infezioni batteriche o, talvolta, patologie di natura più seria. Proprio per questo, alla comparsa dei primi sintomi è importante consultare il proprio medico, per risalire alle cause ed individuare prontamente la terapia adatta.

Uno dei più diffusi nella stagione calda è senza dubbio la diarrea, che colpisce sia gli adulti che, ancor più spesso, i bambini. Cosa mangiare in questi casi, e quali cibi evitare? Ne abbiamo parlato con il Prof. Pier Roberto Dal Monte – L.D. di Semeiotica medica, che ci ha dato alcuni utili consigli.

Diarrea: cos’è e quali sono i sintomi

È utile partire da una breve definizione della diarrea, per comprendere in quali casi può comparire e come affrontarla in generale. Il gastroenterologo spiega come per diarrea si intenda l’“emissione di feci molli e acquose”. In generale, infatti, si parla di diarrea in presenza di due precise condizioni:

  • quando l’emissione delle feci è frequente, ovvero almeno 4 volte al giorno;
  • quando le feci non sono totalmente formate, e quindi si presentano liquide o semiliquide.

Oltre all’urgenza defecatoria, la diarrea può essere accompagnata anche da altri sintomi più o meno frequenti, come:

  • gonfiore;
  • dolore all’addome;
  • crampi addominali;
  • bruciore anale;

Talvolta, anche se più raramente, possono anche comparire febbre, vomito e perdite ematiche.

Posso mangiare la pizza con la gastroenterite

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Diarrea e dissenteria: differenze

La diarrea viene spesso confusa con la dissenteria, ma si tratta di due disturbi di gravità differente: la dissenteria è una condizione più severa di diarrea, caratterizzata scariche fecali dolorose e, spesso, non controllabili; inoltre, può essere accompagnata da febbre e nausea, oltre che dall’emissione di sangue, muco e, talvolta, pus al momento dell’emissione.

Classificazione della diarrea: acuta, cronica, ricorrente

Non tutti i fenomeni diarroici sono uguali. È opportuno, infatti, distinguere tra diverse tipologie a seconda della frequenza dei sintomi, soprattutto perché la diarrea non può essere considerata una vera e propria patologia, quanto piuttosto una manifestazione sintomatica di altri disturbi, a carico soprattutto dell’apparato digerente. Per questa ragione, il primo passo fondamentale consiste nel riconoscere correttamente la propria condizione, per poi identificare insieme al proprio medico le cause scatenanti e, quindi, il giusto trattamento.

A questo proposito, il gastroenterologo spiega che “un soggetto che soffre di questo disturbo tipicamente elimina le feci di questo tipo almeno 4 volte al dì. Una diarrea acuta permane di norma per 1-2 giorni e scompare senza alcun particolare trattamento. Se dura tuttavia più di 2 giorni può essere un segno di un problema più serio e può portare a una disidratazione, quindi va valutata più attentamente e anche curata.”

Quindi, in generale è possibile identificare tre tipologie di diarrea, che può essere:

  • acuta, quando i sintomi durano da poche ore fino a un massimo di due settimane;
  • cronica, quando la durata della condizione sintomatica persiste e supera le quattro settimane;
  • ricorrente, quando si ripetono con andamento ciclico episodi diarroici acuti a breve distanza tra loro durante la settimana.

Quali sono le cause della diarrea?

A seconda della sintomatologia, quindi, le cause della diarrea possono essere molto diverse tra loro. In generale, si tratta di un disturbo piuttosto comune, e tra le ragioni che più frequentemente portano un soggetto a soffrirne vi sono infezioni virali o intossicazioni alimentari: “cibi guasti o non conservati perfettamente”, spiega Dal Monte, “possono portare a questa conseguenza, sia nella forma acuta che in quella cronica. In quest’ultimo caso spesso si parla di colon irritabile post-microbico o post-infettivo.”

Un altro fattore che può determinare la comparsa e cronicizzazione della diarrea è una disfunzione del tubo digerente del tipo neurovegetativo, legata talvolta alla sindrome del colon irritabile semplice, ma anche l’intolleranza al glutine, un’infestazione parassitaria cronica, una malattia infiammatoria cronica dell’intestino o anche l’intolleranza al lattosio.

Vediamo nel dettaglio quali possono essere le possibili cause, a seconda che si tratti di acuta o cronica.

Posso mangiare la pizza con la gastroenterite

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Cause della diarrea acuta

Normalmente, la diarrea acuta – quindi, quella che insorge improvvisamente e rapidamente – è dovuta a un’infezione intestinale (gastroenterite), che può essere causata da:

  • batteri, come i Campylobacter, l’Escherichia coli, la Salmonella o Shigella che, ingeriti attraverso acqua o cibi contaminati, possono causare una tossinfezione alimentare;
  • virus, come i Norovirus e Rotavirus, virus influenzali o epatitici;
  • parassiti, come la Giardia intestinale, che entra nel corpo sempre attraverso acqua o cibi contaminati.

Un’altra possibile causa è l’assunzione di alcuni farmaci: infatti, la scarica diarroica può essere un effetto collaterale indesiderato. Per la diarrea ricorrente, in particolare, le cause principali possono essere ansia e stress eccessivo, allergie o intolleranze alimentari, come quella al lattosio, oppure essere legata a una malattia cronica dell’intestino come la sindrome dell’intestino irritabile (SII).

Le cause della diarrea cronica

Quando si cronicizza, la diarrea può essere segnale della presenza di una malattia cronica dell’apparato digerente. È spesso legata a disturbi funzionali, come:

  • sindrome dell’intestino irritabile (SII), una patologia piuttosto diffusa che colpisce le funzioni motorie dell’intestino;
  • malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa;
  • celiachia, a causa dell’ingestione di cibi contenenti glutine;
  • malattia diverticolare;
  • malattie intestinali funzionali, come la sindrome da colon irritabile;
  • interventi chirurgici sul tratto intestinale o dopo l’asportazione della colecisti.

“Non bisogna trascurare”, aggiunge il gastroenterologo, “cause più rare, come ad esempio un’insufficienza pancreatica, una sindrome da carcinoide che, a seguito di ipersecrezione di serotonina, assieme alla diarrea, provoca dei rossori al volto, o altri tumori con secrezioni di ormoni o sostanze paraormonali (detti neurormoni) intestinali ad effetto di stimolo sulla motilità intestinale.”

Proprio per lo stretto legame tra apparato digerente, dieta e diarrea, per chi accusa i sintomi della diarrea è fondamentale prestare attenzione all’alimentazione. Vediamo, dunque, i consigli del professor Dal Monte su cosa mangiare in questi casi.

Cosa mangiare con la diarrea: attenzione ai liquidi ed evitare una dieta ricca di scorie

Bere abbondantemente

Una delle conseguenze a cui prestare più attenzione a breve termine, soprattutto in caso di diarrea persistente, è senz’altro la disidratazione, che si può manifestare con mancanza di energia, sonnolenza, perdita di appetito, nausea, sensazione di stordimento o di vertigini, battito cardiaco accelerato. Inoltre, può causare disturbi anche gravi, come crampi muscolari, delirio o perdita di coscienza. Per questa ragione, il primo intervento alimentare deve mirare a un’adeguata reintegrazione dei liquidi persi a causa degli episodi di scariche diarroiche. Il consiglio è quindi di bere abbondantemente a piccoli sorsi, prestando particolare attenzione alla temperatura delle bevande: non dovranno essere né troppo calde né troppo fredde.

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Cibi e bevande da evitare o limitare

“Dal punto di vista terapeutico”, continua l’intervistato, “si consiglia di evitare una dieta ricca di scorie”. Per scorie si intendono tutte quelle parti di cibo che l’organismo fatica ad assimilare, e che vanno di conseguenza ad accumularsi nel tratto intestinale per poi essere espulse insieme alle feci.

Ci riferiamo quindi ai cibi con un alto contenuto di fibre, “come verdure e alimenti integrali o comunque prodotti con semi, nonché i legumi e tutti gli alimenti che li contengono”. Sconsigliata anche l’assunzione di latte e latticini che, indipendentemente dalla tolleranza alimentare, sarebbero da evitare soprattutto nella fase acuta del disturbo.

Sotto il mirino anche tutti quei cibi eccessivamente grassi, fermentati o piccanti, che rischiano di appesantire o irritare l’intestino, rallentando la digestione.

Inoltre, è opportuno eliminare dalla propria dieta tutte bevande disidratanti o irritanti per l’intestino, come:

  • alcolici;
  • bevande gassate;
  • bevande a base di caffeina (quindi, caffè, tè);
  • succhi di frutta o liquidi eccessivamente zuccherini.

È infatti importante sottolineare che va limitata la quantità di zucchero (saccarosio) e miele a un massimo di 10 grammi al giorno, in quanto alimenti iperosmolari che richiamano liquidi e che possono peggiorare il quadro clinico, portando a uno stato aggravato di disidratazione dell’organismo.

Diarrea: cosa mangiare? I cibi consigliati

Dopo aver visto i cibi sconsigliati, vediamo invece quali possono aiutare a controllare la diarrea, ovvero gli alimenti astringenti e quelli che aiutano a solidificare le feci.

Cibi solidi e a basso contenuto di fibre

Meglio consumare pasti leggeri a base di cibi solidi, per solidificare le feci, e che contengono poche fibre: sono quindi consentiti il riso e prodotti a base di farina bianca come pane ben tostato, fette biscottate, grissini, crackers. Inoltre, la pasta e il riso, che ha notevoli proprietà astringenti, vanno conditi soltanto con olio EVO, parmigiano e sugo di pomodoro: solo successivamente e in presenza di sensibili miglioramenti, è possibile integrare i condimenti con un ragù a base di carne magra senza soffritto.

Inoltre, proprio perché privi di fibra, alimenti come carne, pesce e uova possono essere consumati da chi soffre di diarrea, a patto che si prediligano cotture semplici alla piastra, al vapore, ai ferri oppure la bollitura.

“Inizialmente”, aggiunge l’intervistato, “è preferibile il consumo di carne tenera o macinata per aiutare sia la masticazione che la digeribilità. Per quanto riguarda il consumo di affettati, preferire il prosciutto crudo magro e la bresaola, evitando il prosciutto cotto e altri salumi”.

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Frutta e verdura con moderazione

Come abbiamo visto, occorre prestare particolare attenzione alle verdure: “si possono mangiare patate e carote lesse, ma soltanto durante i pasti principali e senza mai superare una porzione da 100 grammi”, mentre sono concessi succhi di frutta senza residuo, spremute filtrate, centrifugati. Anche la frutta, infatti, essendo ricca di fibra, dev’essere consumata con moderazione: il gastroenterologo spiega che si possono introdurre solo alcuni tipi di frutta (banane, perché ricchi di potassio, e omogeneizzato di mela) quando i sintomi della diarrea si riducono.

Dopo questa panoramica generale sulla dieta consigliata e sugli accorgimenti per lenire i sintomi, ricapitoliamo cosa mangiare per la diarrea, concentrandoci sui cibi da evitare e quelli invece raccomandati.

Posso mangiare la pizza con la gastroenterite

Dopo aver ascoltato i consigli del Prof. Dal Monte, approfondiamo adesso altri aspetti che riguardano questo disturbo. In particolare, vogliamo concentrarci sull’alimentazione consigliata, in caso di diarrea, a bambini e donne in gravidanza, e sui rimedi contro la diarrea.

Diarrea nei bambini: cosa mangiare?

A differenza degli adulti, i bambini non hanno ancora una flora batterica completamente sviluppata. Per tale ragione, la diarrea è uno dei disturbi più comuni in età infantile, ed è fondamentale porre particolare attenzione ai sintomi per individuare le cause scatenanti. La prima cosa da fare è cercare di prevenire la disidratazione reintegrando i liquidi persi con acqua, o, nei casi più gravi, attraverso la somministrazione di soluzioni reidratanti. I bambini, infatti, rischiano maggiormente la disidratazione, perché il loro organismo contiene più liquidi: il 75% del loro peso corporeo è infatti composto da sostanze liquide, contro il 60% nei soggetti adulti.

In seguito alla reidratazione, è importante seguire una dieta leggera e bilanciata, a base di cibi solidi, per aiutare la digestione e favorire la guarigione. Ecco perché digiuni prolungati, diete che vanno a eliminare interamente alcuni cibi – di solito, delle proteine del latte – o quelle a base di cibi “in bianco” sono da evitare. Allo stesso modo, gli esperti consigliano di non forzare il bambino a mangiare, e allo stesso tempo, di non interrompere completamente l’alimentazione: meglio procedere con pasti dalle porzioni ridotte ma più frequenti nel corso della giornata, ricchi di amido e privi di cibi carichi di zuccheri e grassi.

In sintesi, per quanto riguarda i cibi consigliati e quelli da evitare, valgono le stesse indicazioni viste sopra, ad eccezione del latte che, in particolar modo per i bambini in fase di allattamento (latte materno o in formula), può essere somministrato regolarmente, perché ben tollerato.

Diarrea in gravidanza: che rischi ci sono e cosa mangiare

La gravidanza è una fase delicata per la donna, che induce nel corpo notevoli cambiamenti e mette sotto stress il suo sistema immunitario, più esposto dunque al rischio di infezioni batteriche, virali o parassitarie. Quando compaiono sintomi diarroici, oltre al disagio, si aggiunge un’ulteriore preoccupazione nei confronti del feto. Per questo, è importante capire quali sono le cause della diarrea, se è associata, ad esempio, a sbalzi ormonali, a un cambio di regime alimentare o a una comune intossicazione alimentare, oppure a ragioni più gravi e quindi potenzialmente pericolose per la salute della futura mamma e del bambino.

Generalmente, si tratta di episodi piuttosto comuni che si risolvono in pochi giorni, senza particolari conseguenze. Le condizioni infettive sono – fortunatamente – rare, ma è opportuno sottoporsi ad approfonditi controlli medici, in caso di sintomi persistenti e comparsa di febbre.

Qualunque sia la causa, gli esperti consigliano la massima attenzione all’igiene e all’alimentazione, mentre per quanto riguarda l’alimentazione, i consigli restano gli stessi: evitare latticini, alimenti piccanti, troppo conditi o eccessivamente grassi, caffè, alcolici e bibite gassate.

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Rimedi contro la diarrea

Come abbiamo detto, in linea generale la diarrea passa da sola in breve tempo, in particolar modo se è causata da un’infezione: in particolare, nei bambini tende a scomparire entro cinque-sette giorni e molto raramente dura più di due settimane (in quei casi, meglio consultare il pediatra); negli adulti, invece, si attenua dopo due-quattro giorni.

Quindi, a meno che non si tratti di una condizione dovuta a cause più gravi, è possibile cercare di alleviare i sintomi seguendo alcuni accorgimenti, come:

  • bere liquidi a piccoli sorsi per contrastare la disidratazione, specialmente in caso di vomito;
  • bere delle soluzioni reidratanti, costituite in genere da bustine da sciogliere in acqua, per contrastare la perdita di liquidi e sali minerali. Il consiglio è valido specie per i soggetti più deboli come anziani e bambini;
  • seguire una corretta alimentazione, consumando pasti leggeri a base di cibi solidi, non piccanti o eccessivamente grassi.

Esistono ovviamente anche farmaci antidiarroici, che possono contribuire a bloccare la diarrea, accorciandone – seppur di poco – la durata. Tuttavia, è bene sottolineare che, di solito, la diarrea guarisce senza che sia necessaria una loro assunzione. Inoltre, questi farmaci non intervengono sulle cause, ma soltanto sui sintomi: bloccando la motilità intestinale, ostacolano infatti anche l’eliminazione di batteri e tossine. Il consiglio, dunque, è di evitare di assumerli alla comparsa del primo sintomo e di chiedere sempre il parere del medico.

Infine, meglio evitare di assumere antibiotici di propria iniziativa, soprattutto se non si è a conoscenza della causa scatenante. Questi medicinali, infatti, che in ogni caso dovrebbero essere assunti soltanto sotto prescrizione medica, non sono raccomandati per curare la diarrea, perché:

  • se la causa è virale, non funzionano;
  • possono causare spiacevoli effetti indesiderati;
  • se assunti troppo frequentemente e non al bisogno, possono perdere la loro efficacia curativa nei confronti di altre patologie e aumentare l’antibiotico-resistenza dei batteri;
  • alterano l’equilibrio fisiologico del microambiente intestinale, e il rischio è di peggiorare il quadro clinico.

Concludendo, la raccomandazione degli esperti è quella di seguire i consigli riportati sopra per una migliore prevenzione e, in caso di peggioramento dei sintomi, di consultare il proprio medico curante per scoprire la causa del disturbo e identificare il miglior trattamento.

Una corretta alimentazione per una migliore prevenzione

Come abbiamo visto, una corretta alimentazione, sia nel caso in cui si soffra di un disturbo come nel caso della diarrea, sia in ottica preventiva, è un pilastro di una vita sana. Una dieta bilanciata, tuttavia, andrebbe sempre accompagnata da un monitoraggio regolare del proprio stato di salute per una migliore e completa prevenzione. Alcune assicurazioni, come UniSalute, propongono dei Piani Individuali, che prevedono la possibilità di sottoporsi a controlli periodici e di ricevere un’assistenza studiata sulle specifiche necessità di ogni cliente per vivere ogni giorno in salute e con serenità. Conoscevate queste soluzioni?

Articolo scritto con la collaborazione di Angela Caporale.

Fonti:

gastroenterologiaunibo.it
issalute.it
sospediatria.org

Cosa mangiare a cena con la gastroenterite?

Preferire carboidrati complessi (come patate, riso, pasta, pane) e carni bianche e pesce ed evitare i prodotti integrali. Da evitare alimenti difficili da digerire, così come piatti grassi, troppo conditi, salati o speziati. Limitare le verdure fintanto che persiste la diarrea, soprattutto evitare quelle crude.

Come mangiare la pizza con la gastrite?

Pizza e gastrite Consuma una pizza che sia sottile e lievitata in modo naturale. Prediligi una pizza senza pomodoro e mozzarella, ma con le verdure e il prosciutto. Condisci a crudo la pizza con olio di oliva. Prima di mangiare la pizza, apri il pasto con una piccola insalata di verdure.

Che pasta mangiare con la gastroenterite?

pane bianco tostato, pane bianco senza mollica, fette biscottate. pasta da farina bianca 00, riso, semolino.

Come condire la pasta con la gastroenterite?

Inoltre, la pasta e il riso, che ha notevoli proprietà astringenti, vanno conditi soltanto con olio EVO, parmigiano e sugo di pomodoro: solo successivamente e in presenza di sensibili miglioramenti, è possibile integrare i condimenti con un ragù a base di carne magra senza soffritto.