Come affittare una camera del proprio appartamento

  • Co-housing: normativa e tipi di contratto
  • Co-housing: quali sono le spese per chi affitta
  • Come preparare la stanza da affittare
  • Come mettere in affitto una stanza

Una casa molto grande e una sola persona a viverla. Un proprietario di casa potrebbe decidere di affittare una stanza della propria abitazione a un co-inquilino, un fenomeno chiamato co-housing e che si è intensificato negli ultimi anni. Il co-housing riguarda soprattutto i giovani, che ad esempio usano l’affitto della stanza per poter pagare parte del mutuo per l’acquisto.

Oppure di persone anziane che cercano una compagnia, oppure famiglie dove la stanza del figlio ormai grande è inutilizzata. Quale che sia il motivo, affittare una stanza della propria casa richiede la redazione di un contratto di locazione e ci sono delle regole da rispettare e delle tasse da pagare. Ecco cosa bisogna sapere per procedere con la locazione di una stanza e qual è la normativa vigente.

Co-housing: normativa e tipi di contratto

Si definisce co-housing la pratica di affittare una o più stanze della propria abitazione principale, che è regolata dalla legge 431 del 9/12/98 e dall’articolo 1571 del Codice civile. Il proprietario della casa che vuole affittare una stanza dovrà redigere un contratto di locazione, che potrà avere durate differenti. Si va dai contratti di affitto breve per uso turistico, che non possono superare i 30 giorni di locazione in un anno, ai contratti temporanei, che possono essere di due tipi: transitorio o per studenti. Il contratto transitorio è generalmente destinato al turismo, può essere stipulato per periodi di tempo che vanno da 1 mese fino a 18 mesi e non prevede il rinnovo automatico. I contratti per studenti, invece, vanno da un periodo di 6 a 36 mesi ed è previsto il rinnovo automatico.

Un’altra soluzione è il contrato libero o standard, che impone alle due parti solo un vincolo sulla durata, che deve essere almeno di 4 anni, ma lascia autonome le parti sui costi da sostenere. Il canone concordato invece prevede che i costi siano adeguati a quelli fissati dalle associazioni di proprietari e inquilini, ha una durata minima di 3 anni ma può essere rinnovato per altri 2. Se il contratto di affitto breve turistico non ha obbligo di registrazione, tutti gli altri contratti andranno invece registrati all’Agenzia delle Entrate dopo la stipula.

Co-housing: quali sono le spese per chi affitta

Altro aspetto da valutare sono le spese a cui si andrà incontro e che saranno esplicitamente regolate nel contratto. Il proprietario di casa potrebbe decidere di offrire un canone di locazione che includa già tutte le utenze in modo forfettario, come ad esempio luce, gas, acqua e telefono. Questa tipologia di canone sarà sicuramente il più adatto nel caso degli affitti brevi ad uso turistico, che eviteranno l’esigenza di recupero dei soldi da parte del locatore in caso di successivi conguagli relativi a quel periodo di tempo in cui l’inquilino ha soggiornato nella stanza.

Se invece si intende affittare la camera per un periodo piuttosto lungo, si potrà optare per un canone di affitto in cui le spese per le utenze siano escluse e saranno equamente divise con il co-inquilino. Nel caso di contratti lunghi, il proprietario di casa dovrà anche provvedere alle spese di registrazione del contratto all’Agenzia delle Entrate e pagare tutte le tasse dovute. Sarebbe poi consigliabile per il proprietario di casa stipulare un’assicurazione per responsabilità civile verso terzi, così da essere tutelati e poter risarcire eventuali danni accidentali arrecati all’inquilino.

Come preparare la stanza da affittare

Quando si decide di affittare una stanza bisogna prima di tutto provvedere alla sua pulizia. Nella stanza dovranno essere presenti i mobili, almeno quelli necessari come un comodo letto e un armadio. Ancora meglio se si dispone anche un angolo scrivania, o quanto meno lo spazio necessario affinché l’l’inquilino che rimane per più tempo possa portare la propria. Ogni oggetto personale del proprietario dovrà essere rimosso, così da fare spazio a quelli del co-inquilino, che potrà così personalizzarla. Sarà necessario poi assicurarsi che l’impianto elettrico e quello di riscaldamento siano funzionanti nella camera, per renderla vivibile e confortevole.

Come mettere in affitto una stanza

Nell’era digitale mettere in affitto una stanza è diventato piuttosto semplice. I proprietari che desiderano affittare potranno scrivere un apposito annuncio da inserire sui propri profili social network, oppure in gruppi per affitti o sul Marketplace di Facebook. In alternativa, sono diversi anche i siti web che permettono di inserire il proprio annuncio per la ricerca di un coinquilino, usati soprattutto nel caso di affitti tra studenti o per vacanza. Spesso a cercare una sola stanza sono infatti i più giovani, pertanto la loro ricerca sarà effettuata soprattutto online tra social network e annunci web.

Come fare per affittare una stanza della propria casa?

Si può affittare una stanza per pochi giorni o per un periodo inferiore a un mese e non c'è alcun bisogno della registrazione di un contratto, basterà scrivere un accordo privato con firma di entrambe le parti. Ad ogni affitto è necessario rilasciare una ricevuta e dichiarare tutto al fisco (dichiarazione dei redditi).

Che contratto fare per affittare una stanza?

Il contratto transitorio è quello più utilizzato per affittare una stanza perché ha una durata limitata nel tempo che va da un minimo di un mese fino a un massimo di 18 mesi e, peraltro, non prevede tutti i vincoli e gli obblighi appena indicati per le altre casistiche in tema di rinnovo automatico.

Quante tasse si pagano per affittare una stanza?

Per la registrazione occorrerà pagare una tassa pari al 2% del canone annuo (tale importo é da dividere in due, in parti uguali, tra proprietario e inquilino). Inoltre, per quanto riguarda la tassazione, potrai scegliere tra il regime ordinario o quello della cedolare secca.

Come affittare senza pagare imu?

IMU sulla prima casa affittata La normativa italiana prevede l'esenzione per il pagamento dell'IMU sull'abitazione principale. Se si procede con affittare l'immobile, quest'abitazione non sarà più quella principale perché è necessario avere una dimora abituale presso questa.