Credito imposta beni strumentali 2022 agenzia entrate

Credito imposta beni strumentali 2022 agenzia entrate
Agenzia delle Entrate

In risposta ad appositi quesiti formulati dalle associazioni di categoria, tra cui la Confagricoltura, ed altri soggetti professionali, l’Agenzia delle Entrate (AdE) ha fornito importanti chiarimenti in ordine agli aspetti applicativi della normativa riguardante il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi, di cui all’art. 1, commi da 1051 a 1063, della L. n.  178/2020 (legge di bilancio 2021) e all’art. 1, commi a 184 a 197, della L. n. 160/2019 (legge di bilancio 2020), in modo particolare per quanto attiene al credito d’imposta 4.0, nell’ambito della ridefinizione della disciplina degli incentivi fiscali previsti dal “Piano nazionale Impresa 4.0”.

Si segnala che sono state accolte la gran parte delle nostre istanze che avevamo formulato all’AdE segnatamente per:

  1. La trasferibilità del credito d’imposta dalle società di persone ai propri soci

Nello specifico, l’attribuzione del credito ai soci o ai collaboratori va effettuata in proporzione alle quote di partecipazione agli utili).

2. L’utilizzazione in “avanti” del credito d’imposta negli anni successivi anche oltre il triennio canonico di riferimento

La ripartizione in quote annuali risponde alla necessità, soprattutto di ordine finanziario, di porre un limite annuo all’utilizzo del credito d’imposta – nella misura di un terzo dell’importo maturato – e non già di fissare un obbligo di utilizzo dell’intera quota annuale ivi stabilita o un limite temporale alla sua fruizione. Pertanto, nel caso in cui la quota annuale – o parte di essa – non sia utilizzata, l’ammontare residuo potrà essere riportato in avanti nelle dichiarazioni dei periodi di imposta successivi senza alcun limite temporale ed essere utilizzato già dall’anno successivo, secondo le ordinarie modalità di utilizzo del credito, andando così a sommarsi alla quota fruibile a partire dal medesimo anno;

3. Il trasferimento del credito d’imposta nel caso di conferimento d’azienda e di altre operazioni straordinarie e di successione dell’imprenditore mortis causa

L’AdE ritiene che anche al credito d’imposta in esame si applichi il principio che, in presenza di operazioni straordinarie, caratterizzate dalla veicolazione dell’azienda o di un ramo d’azienda nel cui ambito è rinvenibile il bene agevolato da cui origina il credito d’imposta, l’avente causa continuerà a fruire del credito d’imposta maturato in capo al dante causa, secondo le regole originariamente determinate in capo a quest’ultimo, indipendentemente dal sopravvenuto cambiamento di proprietà del complesso aziendale.

La successione per decesso dell’imprenditore individuale, in quanto non dipendente da atti volontari, rappresenta una delle fattispecie in presenza delle quali è consentita, a fronte della prosecuzione dell’attività d’impresa, la continuazione della fruizione da parte degli eredi del credito maturato in capo al de cuius.

4. L’interconnessione dei beni per gli investimenti 4.0

Nel caso in cui il bene entri comunque in funzione, pur senza essere interconnesso, il contribuente può godere del credito d’imposta “in misura ridotta” fino all’anno precedente a quello in cui si realizza l’interconnessione oppure può decidere di attendere l’interconnessione e fruire del credito di imposta “in misura piena”. Pertanto, nel caso in cui l’impresa decida di avvalersi del credito di imposta “in misura ridotta” a seguito dell’entrata in funzione del bene, l’ammontare del credito d’imposta “in misura piena” successivamente fruibile dall’anno di interconnessione dovrà essere decurtato di quanto già fruito in precedenza. Tale valore, al netto del credito di imposta già fruito, sarà poi suddiviso in un nuovo triennio di fruizione di pari importo.

5. La facoltà dell’utilizzazione del credito d’imposta per gli acquisti dei beni “ordinari” in un’unica soluzione

È utilizzabile in compensazione in un’unica quota annuale:

– il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali “non 4.0” effettuati ai sensi del comma 1054 della legge di bilancio 2021 a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021, indipendentemente dal volume dei ricavi o dei compensi dei soggetti beneficiari;

– il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali immateriali “non 4.0” effettuati nel medesimo arco temporale dai soggetti con un volume di ricavi o compensi inferiori a 5 milioni di euro.

Inoltre, nella relazione tecnica alla legge di bilancio 2021 si specifica che per tutti i crediti il periodo di utilizzo è di tre anni e che, limitatamente agli investimenti in beni diversi da quelli relativi a “Industria 4.0” effettuati nel 2021 da contribuenti con volume di ricavi o compensi fino a 5 milioni di euro, il credito può essere interamente utilizzato nel primo anno.

Fonte: Agenzia delle Entrate

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Quali beni strumentali rientrano nel credito d'imposta 2022?

Beni immateriali 4.0 – 50% per investimenti complessivi entro un milione di euro. Per gli investimenti in beni immateriali 4.0 effettuati dall'1.1.2022 al 31.12.2022 (o nel termine lungo del 30.6.2023), il credito d'imposta di cui alla L. 178/2020 è incrementato al 50% in luogo del precedente 20%.

Quando si può utilizzare il credito d'imposta 2022?

l'ordine risulti accettato entro 31.12.2021; entro la stessa data risulti pagato un acconto pari almeno al 20%; il bene risulti consegnato entro il 31.12.2022.

Come fare domanda per il credito d'imposta?

Per fruire del credito d'imposta, i soggetti interessati devono presentare all'Agenzia delle entrate un'apposita comunicazione nella quale devono essere indicati i dati degli investimenti agevolabili e del credito d'imposta del quale è richiesta l'autorizzazione alla fruizione.

Cosa rientra nel credito d'imposta beni strumentali?

Il Credito d'imposta beni strumentali (ex super/iperammortamento), misura del Piano Transizione 4.0, incentiva l'acquisto di beni strumentali nuovi, sia materiali che immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive delle imprese italiane.