Il bar di roma antica shop

Dopo aver compiuto un excursus sull’universo delle rievocazioni e aver intervistato la prima Legionaria donna, Teresa Logozzo, oggi torniamo a parlare del mondo dell’Antica Roma, che aggrega un numerosissimo gruppo di persone in tutto il mondo.

Per capirne di più, siamo andati a intervistare Roberto Trizio, la persona che più di altre dà vita, in maniera divulgativa, colta e scanzonata al tempo stesso, al dibattito intellettuale sul tema. Nato e cresciuto a Milano ma trapiantato a Genova da un anno e mezzo, nella vita titolare di una agenzia di reputazione online e di sicurezza informatica, Roberto ha fondato, nel 2016, il gruppo FB dedicato al mondo romano con più engagement, vale a dire interazioni, al mondo. E lo ha chiamato Il Bar di Roma antica – XII Legio Gemina. Tra poco ne vedremo le caratteristiche.

Se è vero che spesso è un professore a determinare amori e odi intellettuali e a farci decidere cosa studiare con passione o cosa evitare con repellenza, nel caso di Trizio galeotta fu… una maestra: “Tutto cominciò con un disegno di un legionario romano che mi fu chiesto da una maestra alle elementari. Quando glielo mostrai, ne fu entusiasta e mi mise 10 e da lì ho iniziato a interessarmi di storia romana”. Roberto continua a studiare fino a 12/13 anni, poi per molto tempo si dedica ad altro, fino a che, nel 2016, quasi di punto in bianco, gli ritorna la voglia di riprendere l’antica passione e di tornare a studiare. “E’ andata così – spiega – ho cercato su FB un gruppo di storia romana e ho iniziato a partecipare a diversi confronti storici, fino a quando, stimolato dalle conversazioni interessanti che si sviluppavano in quelle occasioni, mi è venuta l’idea di formare un gruppo mio”.

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Il logo de “Il Bar di Roma antica”

Roberto, quando e soprattutto perché decidi di creare un tuo gruppo?

“L’ho fondato nel novembre 2016. Nel momento dell’intervista, siamo arrivati a 2.630 membri (da 20 utenti iniziali ndr.), 200 circa nuovi iscritti al mese e in media sui 35.000 fra post, commenti e reazioni al mese. Inoltre, 2.300 utenti su 2.600 sono attivi, quindi oltre il 90% di loro partecipano e non solo leggono. Il nome BAR l’ho scelto per rappresentare il fatto che è un bar, cioè un luogo dove puoi parlare di tutto, e puoi fare delle discussioni serie, impostate, con fonti alla mano, molto profonde, ma allo stesso tempo, se vuoi, puoi anche dire una stupidaggine, postare la foto di una bella legionaria, fare delle battute. Ciò riflette un bar: tu entri in un bar e, a un tavolino puoi trovare qualcuno che parla di filosofia o di politica, mentre in quello accanto, magari tre ragazzi che fanno apprezzamenti su una modella o giocano a carte. Rispetto ad altri gruppi applico una mediazione molto forte, nel senso che nel gruppo è possibile parlare di tutto ma senza trascendere (e se accade io intervengo subito) e, inoltre, come moderatore cerco continuamente di suscitare spunti e dibattiti, anche se ovviamente non sono il solo a farlo. D’altronde, il segreto del successo è la costanza, il che banalmente vuol dire che tutti i giorni ti ci devi applicare. Facendo proprio il motto della Vespucci: “Non chi comincia ma quel che persevera!”. Il nome del gruppo è abbinato anche a quello della tredicesima Gemina, una legione il cui numero mi ha sempre portato fortuna e che è subito piaciuta a tutti i membri”.

Quali sono gli argomenti su cui vi “accapigliate” di più?

“Domanda giusta, perché dentro il BAR c’è un alto livello di polemica ma anche di preparazione culturale. Gli argomenti che fanno di più accapigliare sono generalmente quelli che, a prescindere dalla storia, hanno un aggancio a qualcosa di personale. Può essere la visione politica, la visione filosofica, il rancore che si prova verso qualcosa. Esempio di dibattito: il Cristianesimo ha fatto cadere l’Impero Romano? Costantino ha fatto bene o ha fatto male? Questo è un esempio di un discorso prettamente storico che però si collega a qualcosa di personale, come la religione in cui si crede; avercela o meno con la Chiesa; volere il ritorno di una religione o di una cultura più o meno pura che sarebbe il Paganesimo. Oppure, altro discorso: la Battaglia della Foresta di Teutoburgo, in cui i Germani inflissero una grave sconfitta ai Romani. Fa sempre scatenare polemiche perché, al di là del fatto che è storicamente interessante, si collega alla rivalità fra Italia e Germania, fra cultura latina e cultura germanica. Quindi tutto quello che di storia romana ha un aggancio con qualcosa in cui si crede o rappresenta il proprio sistema di valori, allora diventa una polemica che molte volte sfocia nella tifoseria”.

Adesso stai sviluppando un’interessante sinergia con l’Università di Yale…

YouTube è molto ricca di video, informazioni e di corsi. Fra questi, ho visto che l’Università di Yale faceva dei corsi aperti, in particolare uno di Paul Freedman che parlava della caduta di Roma nel primo Medio Evo. Mi è venuta l’idea di doppiarlo in italiano e ho scritto direttamente al professore con mail pubblica e lui e l’Università mi hanno quasi subito dato l’autorizzazione a fare il doppiaggio in italiano. Penso io a tutto: traduzione, doppiaggi, sottotitoli, inserimento sul gruppo e sul nostro canale YouTube. Sono 26 lezioni, spiegate in modo molto chiaro, che consentono di capire anche a chi non ha un’infarinatura dell’argomento. Partono dalle origini e arrivano all’anno Mille.

Perché ancora oggi si studia con passione il mondo dell’Antica Roma? Forse perché i romani sono ancora attuali?

“Sicuramente i periodi storici spesso sono paragonabili. Il libro di Edward Luttwak, La grande strategia dell’Impero Romano, inizia in maniera mirabile. “Non vi è motivazione particolare per spiegare perché noi studiamo i romani, perché nemmeno duemila anni di progresso tecnologico hanno reso meno validi i loro insegnamenti”. Certo che i romani sono ancora attuali, perché i romani, a tutti i livelli, hanno creato una serie di elementi e di strutture, e sono arrivati ad avere risultati, che ancora oggi fanno scuola. I romani, sotto Marco Aurelio, avevano delle leggi sull’adozione che erano straordinariamente avanzate. Le leggi dei romani sugli schiavi erano più avanzate di quelle degli Usa nel 1940. L’acquedotto di Roma venne superato solo da quello di New York nel 1926. Sostanzialmente, non avevano problemi strutturali di razzismo, anche se potevano esserci dei pregiudizi. L’apartheid non lo avrebbero nemmeno capito, noi ci abbiamo combattuto fino a Mandela e ci combattiamo ancora. Per questi motivi i romani sono attuali e possono darci ancora insegnamenti”.