Le più belle canzoni di cat stevens

di Irene Noli

Le più belle canzoni di cat stevens

Più di 70 anni e più di 50 trascorsi immerso nella musica, 34 dischi all’attivo, un mix di sangue greco-cipriota e svedese che gli scorre nelle vene e uno stile inconfondibile, assolutamente originale, caldo delicato e vagamente esotico. Prima della conversione all’Islam, Cat Stevens è passato dal pop più commerciale della Swinging London ad una maturità cantautorale precoce: le canzoni che vi proponiamo qui sono nate tutte in un pugno di anni, quando il “giovane saggio” non ne aveva più di 23.

The First Cut is the Deepest (1967)

La voce di Stevens si stava ancora formando quando registrò, appena diciannovenne, ‘New Masters’, il suo secondo LP. Quell’album però conteneva una perla rara, che venne incisa inizialmente da P.P. Arnold, un cantante R’n’B. Era destino che questa canzone dovesse avere più successo nell’interpretazione altrui, e fra le tante cover quella destinata a lasciare il segno è senza dubbio la versione del 1976 di Rod Stewart, sono in tanti a credere ancora oggi che il brano in realtà sia suo.

Lady d'Arbanville (1970)

Nel 1970 l’artista affrontò la prima delle sue grandi crisi esistenziali, sfuggendo per un soffio alla morte dopo aver contratto la tubercolosi. Fu in quel periodo che iniziò a dedicarsi allo Yoga, allo studio delle religioni e divenne vegetariano. Da due anni era fidanzato con una ragazza stupenda, l’attrice e modella newyorkese Patti D’Arbanville, scoperta appena tredicenne da Andy Warhol. Quando lo lasciò per Mick Jagger, Cat realizzò per lei una ballad amara, fiabesca e quasi decadente, immaginandola morta forse per sublimare il proprio dolore. Il brano era contenuto in ‘Mona Bone Jakon’.

Wild World (1970)

‘Tea for the Tillerman’ è un album pazzesco, di quelli che riescono poche volte, tanto da sembrare un Greatest Hits già appena nato. Disco d’oro in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, in brani come questo esprime ancora la sofferenza della perdita affettiva ma con una diversa reazione al dolore. Qui “lui” augura a “lei” di vivere felice e di trovare delle belle persone con cui andare avanti, ma si sente anche forte un monito: la raccomandazione alla (non più sua) bambina che ora rischia grosso, in un mondo tanto difficile e cattivo. È una canzone pulita, semplice e indimenticabile, destinata a diventare il capolavoro indiscusso dell’artista.

Father and Son (1970)

Quasi allo stesso livello la fama di questo bellissimo pezzo, sempre contenuto in ‘Tea for the Tillerman’. Un vecchio padre che dialoga col figlio pronto ad affacciarsi alla vita adulta, il tutto in un canto e controcanto molto teatrali. Addirittura in alcuni momenti le voci dei due si avvertono solo in lontananza. Non è un caso, perché il brano nasceva come parte del musical (mai realizzato) ‘Revolussia’, ambientato durante la Rivoluzione del 1917. Il fallimento del progetto garantì alla canzone un respiro molto più universale, amplificato dallo strappo generazionale post-sessantottino tra i ragazzi del tempo e le loro famiglie. Lasciare la sicurezza per trovare la propria via, oltre l’esperienza dei padri. Si avvertono insieme affetto, dolore, distacco e ribellione mischiati in una melodia confidenziale e commossa.

Morning Has Broken (1971)

Dell’anno successivo è ‘Teaser and the Firecat’ che contiene questo delicato trionfo del mattino, il miracolo della Creazione che si rinnova ogni giorno nel risveglio della natura. Cat Stevens trovò in una libreria londinese gli inni religiosi della poetessa Eleanor Farejon, autrice anche di libri per l’infanzia. Negli anni Trenta la Farejon scrisse le parole di un nuovo inno da abbinare all’antica melodia gaelica ‘Bunessan Tune’, tipica del Natale. Cat Stevens ne fu rapito e rielaborò il tutto in chiave moderna, impreziosendolo con il lussureggiante pianoforte di Rick Wakeman, geniale tastierista degli Yes.

Il primo grande ospite musicale internazionale del Festival di Sanremo 2014 è una leggenda vivente. Da 35 anni si fa chiamare Yusuf Islam ma per tutti è e sarà sempre Cat Stevens. Vi facciamo ascoltare e vedere 10 delle sue canzoni più famose e amate...

Le più belle canzoni di cat stevens

18 Febbraio 2014 alle 12:00

Il primo grande ospite musicale internazionale del Festival di Sanremo 2014 è una leggenda vivente. Da 35 anni si fa chiamare Yusuf Islam ma per tutti è e sarà sempre Cat Stevens. Cantautore londinese nato da genitori greco-svedesi, 67 anni, Stevens (vero nome Stefen Demetre Georgiou) occupa con la sua musica un posto speciale nel cuore di chi è cresciuto alla fine degli Anni 60 e nei primi Anni 70. Qui vi facciamo ascoltare e vedere le sue dieci canzoni più famose e amate.

Wild World (1970)

Contenuta in «Tea for the Tillerman», l’album della consacrazione, è una delle canzoni nate durante la storia d’amore con la modella attrice Patti D’Arbanville. È nota anche per le innumerevoli cover: tra le altre, quella reggae di Maxi Priest, quella rock dei Mr. Big e la recentissima versione country di Garth Brooks.

https://youtube.com/watch?v=0k6mQyu2GxM

Father and Son (1970)

Da 34 anni questa canzone di «Tea for the Tillerman» fa da colonna a sonora al confronto tra vecchie e nuove generazioni. Nel 2004 Yusuf l’ha reincisa con Ronan Keating dei Boyzone.

https://youtube.com/watch?v=YdKu5T9zM6I

Moonshadow (1971)

La canzone più amata da Cat Stevens gli ha ispirato anche un musical.

Morning Has Broken (1971)

Con questa versione di un popolare canto cristiano, Cat Stevens conquistò le classifiche americane. Dall’album «Teaser and the Firecat».

https://youtube.com/watch?v=DyU1ksb4-90

Lady D’Arbanville (1970)

Il celebre madrigale che ha segnato la svolta di Stevens verso il folk è dedicato, come dice il titolo, alla sua musa Patty D’Arbanville. Nel testo l’artista la immagina defunta. Dall’album «Mona Bone Jakon».

https://youtube.com/watch?v=vjfI3uSN8DQ

Peace Train (1971)

Questa brano pacifista è stato il primo singolo di successo negli Stati Uniti per Cat Stevens. Dall’album «Teaser and the Firecat».

https://youtube.com/watch?v=7sjSHazjrWg

Matthew and Son (1967)

Il primo singolo di grande successo di Cat Stevens. Arrivò al secondo posto della classifica dei singoli in Gran Bretagna.

The First Cut Is The Deepest (1967)

Il primo successo come autore, questa canzone fu portata al successo da P. P. Arnold. In seguito divenne una hit anche per Keith Hampshire (1973), Rod Stewart (1977) e Sheryl Crow (2003).

https://youtube.com/watch?v=01sAm5eCWFY

Here Comes My Baby (1967)

Portata al successo dai The Tremeloes, nella versione di Cat Stevens è apparsa anche nella colonna sonora del film «Rushmore».

https://youtube.com/watch?v=kGlR6oFjC3A

Oh Very Young (1974)

Il brano più ricordato tra quelli dell’album «Buddha and the Chocolate Box».

https://youtube.com/watch?v=b_eUnxDE8YY