Tra le numerose azioni di tipo didattico (e legislativo) della scuola italiana, rivolte a rendere gli ambienti scolastici dei luoghi di inclusione per tutti, compare da qualche anno uno specifico documento che prende il nome di Profilo di Funzionamento. In questo articolo spiegheremo cos’�, a cosa serve e chi si occupa della stesura di questo particolare testo. Show Che cos’� e a cosa serve il Profilo di FunzionamentoIl Profilo di Funzionamento, conosciuto con l’acronimo PF, � un documento indispensabile per garantire l’inclusione a livello scolastico di un alunno con disabilit� certificata. Viene introdotto con il Decreto Legislativo 13 aprile 2017 n. 66 ed entra in vigore dal settembre 2019, sostituendo la Diagnosi funzionale (DF) e il Profilo dinamico-funzionale (PDF) che vengono accorpati nell’unico documento del Profilo di Funzionamento. IL PF viene redatto per definire le competenze professionali, le misure di sostegno e le risorse strutturali utili ai fini dell’inclusione scolastica dell’alunno con un’accertata condizione di disabilit�. La stesura del PF, infatti, avviene proprio a seguito di tale accertamento (da parte della ASL e su richiesta della famiglia dell’alunno) ed � predisposta secondo i criteri del modello bio-psico-sociale dell’ICF, cio� della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilit� e della Salute dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanit�), divenuto riferimento vincolante per l’azione diagnostica riguardante gli alunni con disabilit�. Il Piano di Funzionamento contiene tutte le informazioni sulle “condizioni di funzionamento” dell’alunno disabile e si basa su:
La diagnosi e la valutazione di ogni singolo alunno diversamente abile rendono il PF un testo utile a rafforzare anche la collaborazione tra scuola e famiglia. Il Piano di Funzionamento, inoltre, rappresenta un passaggio fondamentale verso il raggiungimento dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilit� certificata, perch� � il documento propedeutico e necessario per la redazione, da parte del GLO, del Piano Educativo Individualizzato (PEI) e del Progetto Individuale. Come si redige il Profilo di FunzionamentoVediamo ora come e quando si redige il Profilo di Funzionamento e chi si occupa della stesura di questo documento. Il PF � il risultato del lavoro di diversi professionisti che operano all’interno del mondo della scuola. Infatti, lavorano a questo testo tutti i profili che compongono l’UVM (Unit� di Valutazione Multidisciplinare), che sono solitamente:
Oltre a questi professionisti (tra i quali compaiono figure che si occupano anche di altri importanti documenti di inclusione come ad esempio il PAI, il Piano Annuale dell’Inclusivit� o il PDP, il Piano Didattico Personalizzato) collaborano nella stesura del Profilo di Funzionamento anche:
Redatto a partire dalla scuola dell’infanzia, il Profilo di Funzionamento deve essere aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione e in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona. LEGGI ANCHE: Il rapporto Istat sui servizi educativi della prima infanzia in Italia Monica Velli Cosa si scrive nel profilo di funzionamento?Il Profilo di funzionamento è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Definisce le competenze professionali e la tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali necessarie per l'inclusione scolastica.
Quando si redige il profilo di funzionamento?è redatto dopo l'accertamento della disabilità, secondo i criteri del modello bio-psicosociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF).
Chi approva il profilo di funzionamento?Il Profilo di Funzionamento è redatto dall'Unità di Valutazione Multidisciplinare dell'ASL la cui composizione è definita dall'art. 5 comma 3 del D. Lgs. 66/2017.
Chi scrive il profilo dinamico funzionale?E' redatto dagli operatori dei servizi ASL che hanno in carico la persona con autismo, dai docenti curriculari e di sostegno del consiglio di classe, con l'eventuale partecipazione dell'operatore psicopedagogico, se è presente, e con la collaborazione della famiglia.
|