Quando non si paga piu il canone tv

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Quando non si paga piu il canone tv
Il Canone Rai è una tassa che sono chiamati a pagare i contribuenti in possesso di un apparecchio televisivo, non è infatti sufficiente non guardare i canali Rai o non accendere mai la Tv per essere esentati dal pagamento. In alcuni casi è però possibile chiedere l’esenzione del Canone Rai: vediamo come ed entro quando deve essere fatta la richiesta.

Esenzione del Canone Rai: chi ne ha diritto

L’importo annuale che gli italiani sono chiamati a pagare è di 90€ divisi in 10 rate mensili da 9€ l’una inserite direttamente nella bolletta della luce. Alcuni soggetti sono però esentati dal pagamento del Canone Rai, si tratta di:

  • anziani con più di 75 anni e un reddito fino a 8000€;
  • diplomatici e militari stranieri
  • cittadini destinatari di un’utenza elettrica residenziale che non posseggono la tv o apparecchi preposti alla ricezione di radioaudizioni televisive. 

Nei tre casi sopra descritti potrà essere presentata una dichiarazione sostitutiva in cui si chiede l’esenzione perché rientranti ina una delle tre categorie su citate. Vediamo più da vicino il caso dei non possessori di tv, dato che sono frequenti i quesiti ai nostri sportelli da parte di chi pensa che, non avendo una tv, l’esenzione avvenga in automatico.

Entro il 31 gennaio inviare l’autocertificazione

Dal 1° gennaio 2016 è in vigore la presunzione di possesso della tv nel caso in cui esista un’utenza elettrica ad uso domestico residente. L’esenzione del Canone Rai non è dunque automatica se non si possiede una tv, dovrà essere piuttosto l’utente che non ha una televisione in casa a comunicarlo prontamente per essere esentato dal pagamento. Chi non possiede un televisore avrà quindi tempo fino al 31 gennaio 2022 per inviare il modulo di autocertificazione all’Agenzia delle Entrate chiedendo così l’esonero dal pagamento del canone. L’autocertificazione, che ha valenza annuale, può essere presentata attraverso varie modalità:

  • tramite l’applicazione web
  • attraverso un apposito intermediario abilitato come, ad esempio, CAF; commercialisti, ecc.;
  • tramite raccomandata senza busta, unitamente alla copia di un documento di identità, a: “Agenzia delle Entrate – Direzione provinciale I di Torino  – Ufficio Canone Tv – Casella Postale 22 – 10121 Torino”.

Scadenza per pagare tramite F24

Il 31 gennaio è anche l’ultimo giorno utile per pagare il canone Rai tramite il modello F24. Questa modalità di pagamento è prevista nei casi in cui nessun membro della famiglia anagrafica tenuta al versamento del canone sia titolare di un contratto di fornitura elettrica di tipo domestico residenziale. Ad esempio: le case multifamiliari dove ad un unico contatore fanno capo più nuclei familiari, l’inquilino di un appartamento in affitto se la luce è intestata al proprietario dell’appartamento o i figli che abitano e hanno la residenza nelle seconde case dei genitori. Nel modello F24 il cittadino dovrà indicare i codici tributo “TVRI” per il rinnovo dell’abbonamento Rai già in essere e “TVNA” per i nuovi abbonamenti. I pagamenti tramite F24 potranno essere effettuati:

  • in un unico versamento da 90€ entro il 31 gennaio;
  • in due rate semestrali pari a 45,94€ ognuna, da pagare entro il 31 gennaio la prima, ed entro il 31 luglio la seconda;
  • in quattro rate trimestrali pari a 23,93€ l’una, da versare rispettivamente entro il 31 gennaio, il 30 aprile, il 31 luglio e il 31 ottobre.
 

LEGGI ANCHE COME DISDIRE IL CANONE RAI IN CASO DI DECESSO DEL TITOLARE DELL’ABBONAMENTO

Autore: Lorenzo Cargnelutti Data: 18 gennaio 2021 Aggiornamento Autore: Sonia Galardo Data: 28 novembre 2021

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Basta al canone Rai in bolletta: dal 2023, non comparirà più nelle fatture dell’elettricità. L'Italia fa seguito agli accordi presi con l'Unione Europea che aveva richiesto di eliminare l'imposta sulla tv pubblica dalle fatture della luce, perché considerata "onere improprio". Ma come si dovrà pagare il canone tv dal prossimo anno? Spetta al governo deciderlo, probabilmente con la prossima Legge di Bilancio. Dal versamento attraverso il 730 all'abolizione del canone: ecco tutte le ipotesi.

Quando non si paga piu il canone tv

Attualmente l’imposta sulla tv pubblica è inserita tra le voci che compongono le fatture della luce. Dal 2016, infatti, si presume che chi abbia un’utenza per la fornitura di energia elettrica a uso domestico residenziale abbia anche un apparecchio televisivo (chi non possiede una tv, può inoltrare la richiesta di disdetta). Il costo del canone Rai è di 90 euro all’anno, diviso in dieci rate mensili direttamente nella bolletta dell’elettricità.

Per il 2023, sarà necessario trovare un nuovo metodo di riscossione del canone Rai: lo dice il decreto Energia approvato ad aprile 2022. Una decisione che fa seguito agli accordi che l'Italia ha preso con Bruxelles: era stata proprio l'Unione Europea a chiedere di scorporare la tassa dai consumi elettrici, perché definita "onere improprio". Ecco dunque come potrebbe avvenire il pagamento del canone tv dal prossimo anno secondo le possibili soluzioni al vaglio, anche ispirate da altri Paesi.

Canone Rai: le ipotesi in campo

Il governo dovrà trovare entro la fine del 2022 una soluzione al problema della riscossione del canone Rai a cui, con tutta probabilità, non si arriverà prima della prossima Legge di Bilancio. Le ipotesi in questa fase sono diverse e prendono spunto da quanto fatto da altri Paesi dell'Unione europea ed extra Ue.

Una strada, seppur remota, sembrerebbe essere quella adottata in Francia: lì ormai dal 2005 l’imposta sulla tv pubblica viene pagata assieme alle imposte sull'abitazione principale. In questo caso, quindi, i cittadini potrebbero doverla versare tramite il modello 730. C'è anche la soluzione proposta da Israele che prevede il versamento del canone radiofonico come tassa aggiuntiva a quella sull'automobile.

Un’altra idea è demandare a società privata di riscossione crediti, come si fa già nel Regno Unito con la celebre televisione di Stato BBC. La società che se ne occupa si chiama Capita e lavora con la BBC da vent’anni (ha recentemente rinnovato il contratto fino al 2027).

La stessa cosa succede in Svizzera, dove a riscuotere dal 2019 è la SERAFE AG, una filiale del gruppo Secon AG.

Altre ipotesi poco quotate sono affidare la riscossione alle Regioni o tornare indietro e lasciare che sia la Rai stessa a occuparsi di far pagare il canone.

Abolizione dell'imposta sulla tv pubblica

Non si esclude una definitiva abolizione del canone Rai: soluzione seguita ad esempio da Finlandia, Paesi Bassi e Spagna. In questi casi, è lo Stato a decidere e stanziare i fondi destinati alla tv pubblica, quindi i soldi vengono assegnati direttamente. A contribuire in maniera diretta sono comunque i cittadini e le imprese, attraverso le imposte generali da versare ogni anno.

Quella dell'abolizione del canone è una soluzione che, come diciamo da anni, a nostro avviso va nella direzione giusta. Per questo avevamo lanciato una petizione per richiedere l'eliminazione dell'imposta, accompagnata da una proposta di riforma del servizio pubblico. Proposta che abbiamo sottoposto a più riprese all'esecutivo e che mirava a uno snellimento e a ripensare un servizio ormai vittima di anni di inefficienza.

Da quando non si pagherà più il canone Rai in bolletta?

Basta al canone Rai in bolletta: dal 2023, non comparirà più nelle fatture dell'elettricità.

Quando tolgono il canone TV?

CANONE RAI E RIFORMA DEL MERCATO DELL'ENERGIA Il canone RAI dovrà quindi sparire dalla bolletta elettrica a partire dal 1° gennaio 2023, come previsto dal Decreto Energia dello scorso aprile, che dà attuazione all'impegno preso dal governo con l'UE a margine dell'approvazione del PNRR.

Come si pagherà il canone tv dal 2023?

Anche nel 2023 l'importo del canone Rai sarà accorpato alle bollette dell'elettricità.

Chi ha più di 75 anni deve pagare il canone Rai?

Esenzione Canone Rai ultra 75: chi ne ha diritto I cittadini e le cittadine che hanno compiuto 75 anni con: un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8.000 euro; senza conviventi titolari di un reddito proprio (fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti)