Dove il cancro prostatico da più frequentemente metastasi

Roma, 19 aprile 2021 – Preservare la salute delle ossa deve essere una delle priorità nella cura del carcinoma prostatico avanzato. Ben nove pazienti su dieci, con questa forma di tumore, sono colpiti da metastasi ossee causate anche da alcuni trattamenti oncologici. Possono determinare un aumentato rischio di fratture, forte dolore, immobilità e di conseguenza ridurre la qualità di vita. Il tutto si traduce in un aggravio della spesa economica del sistema sanitario e in una maggiore morbidità e mortalità del paziente. E’ quanto è emerso oggi durante il webinar La Salute delle ossa nel paziente oncologico organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento on line rientra in una campagna nazionale omonima realizzata grazie al sostengo non condizionate di AMGEN.  “Nel tumore della prostata la presenza di metastasi ossee riducono del 29% la sopravvivenza a cinque anni – afferma il prof. Francesco Cognetti, Presidente di Insieme Contro il Cancro -. Inoltre entro 2 anni oltre il 40% di tutti i malati colpiti da metastasi ossee soffre di un evento scheletrico. Rappresentano quindi ulteriori complicazioni allo stato di salute e al benessere psico-fisico di uomini che stanno già affrontando una neoplasia in stadio avanzato. E’ stato ampiamente dimostrato come alcune cure possono contribuire a determinare questi gravi problemi di salute. In particolare, la terapia ormonale provoca una rapida perdita di massa ossea e si calcola sia somministrata fino al 70% dei pazienti. Prima di iniziare qualsiasi trattamento farmacologico ogni uomo, con carcinoma prostatico, dovrebbe essere informato del rischio di perdita ossea indotta”.

“E’ la neoplasia più diffusa tra gli uomini residenti nel nostro Paese – aggiunge Francesco Cognetti -. Abbiamo ottenuto negli ultimi anni ottimi risultati in termini di riduzione dei tassi di mortalità. Tuttavia, il 30% dei casi viene scoperto quando la patologia ha già colpito altri organi e a volte capita che si diffonda anche a livello osseo. Contro le metastasi ossee possiamo ricorrere alla somministrazione di alcuni particolari farmaci osteoprotettori. Per valutare quali cure siano praticabili ed efficaci è necessario rivolgersi ad un centro oncologico specializzato che possa fare un’accurata valutazione del paziente. A nostro avviso sono necessarie una maggiore informazione tra i malati e una migliore preparazione degli specialisti. La salute dell’osso risulta infatti un aspetto ancora poco conosciuto del tumore prostatico e che invece merita maggiore attenzione da parte di tutti”. Insieme contro il Cancro ha perciò lanciato una campagna nazionale di sensibilizzazione che prevede la distribuzione di opuscolo, attività sui social media e webinar per i pazienti. “Ai malati dobbiamo ribadire l’assoluta necessità di adottare cambiamenti nello stile di vita per evitare la perdita di massa ossea – conclude Cognetti -. Svolgere un po’ esercizio fisico moderato per esempio riduce la probabilità di fratture e lo sviluppo dell’osteoporosi. Bisogna assolutamente smettere di fumare in quanto le sigarette danneggiano non solo i polmoni ma l’intero organismo comprese le ossa. Fondamentale è anche ridurre l’assunzione di alcol e seguire un’alimentazione il più possibile varia ed equilibrata”.

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La prostata è una ghiandola delle dimensioni di una castagna situata nella pelvi al di sotto della vescica e svolge l’importante funzione di produrre il liquido seminale.

Il cancro della prostata è uno dei tipi più comuni di cancro nell’uomo, colpendo approssimativamente un uomo su sette in Europa.

Soprattutto nelle fasi iniziali, la sintomatologia del tumore prostatico è sostanzialmente assente e nella maggior parte dei casi la diagnosi viene fatta esclusivamente durante una valutazione di screening (PSA e visita specialistica con esplorazione rettale).

Solo nelle fasi avanzate il cancro della prostata può determinare una serie di sintomi e segni, tra i quali:

  • ematuria: sangue nelle urine
  • emospermia: sangue nello sperma
  • ritenzione urinaria acuta o cronica: incapacità di mingere spontaneamente
  • edema arti inferiori per interessamento metastatico dei linfonodi iliaco-otturatori
  • dolore perineale e pelvico per infiltrazione locale
  • dolore osseo per secondarismi. 

Come il cancro si sviluppa e si diffonde

Le cellule tumorali hanno la caratteristica di riprodursi e svilupparsi più rapidamente di quelle normali. Questo processo, valido per ogni tipo di tumore, determina la genesi di noduli solidi sempre più voluminosi che invadono, da prima, la ghiandola e successivamente gli organi adiacenti (vescica, uretra, retto). Durante la genesi del tumore le cellule sono in grado di invadere anche i linfonodi e gli organi a distanza (soprattutto l’apparato scheletrico), dando origine alle metastasi.

Diagnosi 

Soprattutto nelle fasi iniziali, la sintomatologia del tumore prostatico è sostanzialmente assente e nella maggior parte dei casi la diagnosi viene fatta esclusivamente durante una valutazione di screening:

  • PSA
  • Visita specialistica con esplorazione rettale

Trattamenti 

La vigile osservazione del paziente affetto da cancro della prostata si basa sul concetto che non tutti i tumori prostatici sono in grado di svilupparsi e di risultare pericolosi nel tempo.

Se il cancro alla prostata non è avanzato ed è a crescita lenta, può non avere bisogno di trattamento immediato, pur sempre restando nell'attento monitoraggio da parte dello specialista.

Ad oggi tuttavia, è difficile individuare con certezza quali siano i tumori a basso rischio di progressione. Per cui la scelta della vigile osservazione deve sempre essere ben ponderata e condivisa con il paziente, informandolo correttamente su quali siano i vantaggi e gli svantaggi di tale opportunità.

La cura del carcinoma prostatico prevede:

Chirurgia

  • Prostatectomia radicale
    Si intende l'asportazione chirurgica per via retro pubica della prostata, delle vescicole seminali e eventualmente dei linfonodi loco-regionali, e la successiva anastomosi tra uretra e vescica.
  • Prostatectomia radicale robotica (RALP)
    Consiste nell'asportazione della prostata delle vescicole seminali e eventualmente dei linfonodi loco-regionali attraverso una procedura laparoscopica assistita, che permette di intervenire con minore invasività rispetto alle procedure tradizionali.
  • Terapia ormonale o Blocco Androgenico Totale (BAT) e orchiectomia sottocapsulare

Radioterapia

  • Radioterapia con Rapidarc o VMAT

Presso Humanitas Cancer Center è inoltre attivo un protocollo basato sulla tecnica di ipofrazionamento, cioè la somministrazione della stessa dose di una radioterapia tradizionale con un numero nettamente inferiore di sedute.

Terapia farmacologica

  • Trattamento medico di seconda linea e chemioterapia
    Il trattamento medico di seconda o terza linea deve essere utilizzato qualora la malattia risulti resistente al trattamento ormonale. Lo scopo del trattamento è quello di ridurre la sintomatologia e migliorare la qualità di vita del paziente. I farmaci di seconda e terza linea attualmente più utilizzati sono l'estramustina fosfato e il docetaxel. Sono attualmente in corso presso Humanitas studi sperimentali riguardanti nuovi farmaci per il trattamento della malattia ormonoresistente.

Dove fa metastasi Il tumore della prostata?

Può succedere quindi che il tumore dia segno di sé quando ha ormai sviluppato metastasi, che si riscontrano più comunemente nei seguenti organi: ossa, soprattutto a livello del bacino, delle costole e della colonna vertebrale.

Come si evolve il tumore alla prostata?

Con il progredire dell'età, a causa di variazioni nei livelli di alcuni ormoni (soprattutto androgeni, come il testosterone) la ghiandola prostatica può subire delle modifiche, come per esempio un aumento del suo volume dovuto a un'iperplasia (o ipertrofia) prostatica benigna.

Quanti anni si può vivere con un tumore alla prostata?

La sopravvivenza globale a 10 anni dalla diagnosi di tumore della prostata è circa del 90%. Questo dato può tuttavia variare a seconda delle caratteristiche della malattia e dipende in particolare dalla classe di rischio del tumore stesso.

Come si fa a capire se ci sono metastasi?

Sintomi delle metastasi.
Scheletro: comportano dolore osseo e fratture delle ossa colpite;.
Cervello: causano mal di testa, vertigini, disturbi della vista, convulsioni e deficit neurologici;.
Polmoni: provocano tosse, dolore toracico e mancanza di respiro;.
Fegato: causano nausea, perdita di appetito e ittero..