Fonte: Diabetes Care 2013; 36(12): 3863-3869. Scopo di questo studio è stato valutare gli effetti a lungo termine e sulla sopravvivenza del diabete mellito di tipo 2 (T2DM) insorto in giovane età rispetto a quelli di tipo 1 (T1DM). Sono stati valutati 354 pazienti con T2DM, insorto tra i 15 e i 30 anni (T2DM15-30) e sono stati paragonati con 470 soggetti con T1DM con una simile età di insorgenza (T1DM15-30). Dopo un periodo medio di 21.4 anni (intervallo interquartile 14-30.7) per il T2DM e 23.4 (15.7-32.4) anni per il T1DM, 71 degli 824 pazienti sono morti (8.6%). Un maggiore eccesso di mortalità è stato osservato nei soggetti con T2DM15-30 (11 vs. 6.8%, P=0.03), con un aumentato hazard per morte (hazard ratio 2.0 [95% CI 1.2-3.2], P=0.003). La morte nei soggetti con T2DM15-30 si è verificata dopo una durata significativamente più breve di malattia (26.9 [18.1-36.0] vs. 36.5 [24.4-45.4] anni, P=0.01) e ad un età relativamente giovane. Ci sono state più morti per cause cardiovascolari nei soggetti con T2DM15-30 (50 vs. 30%, P<0.05). Nonostante un simile controllo glicemico e una durata di malattia più breve, la prevalenza di albuminuria è stata maggiore nella coorte con T2DM15-30. Neuropatia e complicanze macrovascolari sono risultati aumentati nei soggetti con T2DM15-30 (P<0.0001). Quindi, il T2DM insorto in giovane età è un fenotipo più letale ed associato con una maggiore mortalità e più complicanze rispetto al T1DM. Show Il diabete mellito di tipo 2, detto anche diabete dell’adulto, rappresenta il 90% dei casi di diabete. È una malattia cronica non trasmissibile caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue ed è dovuta a un’alterazione della quantità o del funzionamento dell’insulina. È detto di tipo 2 per differenziarlo dal tipo 1 (detto anche diabete giovanile, 10% dei casi), in quanto si tratta di due patologie distinte, per cause, età di insorgenza, sintomatologia di esordio, terapia e possibilità di prevenzione. Il diabete di tipo 2 è fortemente correlato a sovrappeso e obesità, scorretta alimentazione, sedentarietà e condizioni socio-economiche svantaggiate e pertanto è, in parte, prevenibile attraverso interventi sull’ambiente di vita e azioni che favoriscano la modifica degli stili di vita delle persone a rischio, in particolare per quel che riguarda l’alimentazione e l’attività fisica. InsulinaL'insulina è un ormone, prodotto dalle cellule del pancreas, che, come una chiave che apre una porta, permette l’ingresso del glucosio (zucchero) circolante all’interno delle cellule, dove viene utilizzato come fonte di energia. Se il pancreas non produce una quantità sufficiente di insulina o se gli organi bersaglio (muscolo, fegato, tessuto adiposo) non rispondono in maniera adeguata all’ormone, il corpo non può utilizzare il glucosio circolante come fonte di energia e il glucosio resta nel sangue, dove i suoi livelli diventano sempre più alti (iperglicemia) causando danni a vari organi. La maggior parte delle persone con diabete mellito di tipo 2, al momento della diagnosi, presenta entrambi questi difetti:
La malattia si presenta in genere in età adulta (circa i 2/3 dei casi di diabete interessano persone di oltre 64 anni), anche se negli ultimi anni, un numero crescente di casi viene diagnosticato in età adolescenziale, fatto questo correlabile anche all’aumento dei casi di obesità infantile. Nel 2021 l’International Diabetes Federation (IDF) ha calcolato che oltre 530 milioni di persone nel mondo tra 20 e 79 anni sono diabetiche.
Per approfondire
Sintomi e segniI sintomi del diabete mellito di tipo 2 sono meno evidenti rispetto al diabete mellito di tipo 1. La malattia rimane, infatti, per molto tempo asintomatica e i sintomi si sviluppano in modo graduale e sono, quindi, più difficili da identificare. Possiamo riscontrare:
ComplicanzeIl diabete mellito di tipo 2 può dare luogo a numerose complicanze a breve e a lungo termine. Complicanze a breve termineSi tratta di complicanze che possono comparire acutamente sin dagli esordi della malattia e, comunque, per tutto il suo decorso e che possono portare a gravi conseguenze se non adeguatamente trattate. Iperglicemia La glicemia può salire in modo eccessivo per un pasto troppo abbondante o se non si assume la terapia prescritta o per una malattia concomitante (come l'influenza). I sintomi dell’iperglicemia sono:
Se sono presenti questi sintomi, è importante controllare subito la glicemia, bere molta acqua e fare attività fisica (camminare), assumere la terapia, se non era stato fatto. Se la glicemia permane al di sopra dei 250mg/dl, è necessario avvertire il dottore. Una conseguenza molto rara dell’iperglicemia grave nel diabete tipo 2 di lunga data è la chetoacidosi. Se lo zucchero rimane nel sangue, le cellule cominciano a utilizzare i grassi a scopo energetico, provocando la formazione di sostanze tossiche per l’organismo: i chetoni (chetoacidosi diabetica). Per accertare la chetoacidosi è necessario ricercare la presenza di chetoni nelle urine, utilizzando apposite strisce reattive. Se i chetoni sono presenti in grande quantità, va informato subito il medico. Ipoglicemia È l’improvviso calo degli zuccheri nel sangue, con glicemia inferiore a 70mg/dl, dovuto a un pasto inadeguato rispetto alla terapia in corso o a uno sforzo fisico eccessivo non accompagnato dall’assunzione di zuccheri o, per chi è in terapia con insulina, alla somministrazione di una dose eccessiva della stessa. I sintomi dell’ipoglicemia possono comparire anche in presenza di valori un po’ più elevati, qualora si verifichi un rapido abbassamento della glicemia stessa. Sintomi dell’ipoglicemia:
In questa fase il paziente può porre fine alla sintomatologia, assumendo preferibilmente un frutto o zucchero o un bicchiere di una bevanda zuccherata. Se non scompare la sintomatologia, va valutata la glicemia con il reflettometro dopo circa 15 minuti, assumendo nuovamente zuccheri. Se non si interviene subito, i sintomi potrebbero peggiorare fino alla perdita di coscienza. In tal caso è necessario che un’altra persona somministri una fiala di glucagone, un ormone che causa l’aumento rapido dello zucchero nel sangue. Complicanze a lungo termineIl diabete, nel corso degli anni, può dare complicanze a livello di diversi organi. Il rischio di sviluppare queste complicanze, che possono essere gravemente invalidanti o addirittura mortali, può essere ridotto mantenendo un buon controllo della glicemia nel tempo. Gli organi interessati sono l’occhio, il rene, il sistema nervoso e il sistema cardiovascolare. Complicanze cardiovascolari Complicanze del sistema nervoso (neuropatia) Piede diabetico Complicanze renali (nefropatia) Complicanze oculari (retinopatia) Complicanze in gravidanza DiagnosiLa diagnosi di diabete mellito di tipo 2 si fa attraverso gli esami del sangue e delle urine. I test principali sono:
MonitoraggioIl monitoraggio del diabete mellito di tipo 2 è finalizzato a mantenere i livelli di glicemia costanti nel tempo e, quindi, a prevenire le complicanze, e deve avvenire secondo le indicazioni del medico diabetologo, che dipendono dalla gravità della malattia.
TerapiaLa terapia del diabete mellito di tipo 2 si basa, prima di tutto, sull’adozione di stili di vita corretti, associati, eventualmente, a una terapia farmacologica. Gli obiettivi della terapia, finalizzata, soprattutto, a prevenire la comparsa di complicanze o la progressione di quelle a lungo termine, sono:
Considerando che spesso le persone con diabete tipo 2 sono in sovrappeso o obese, perché possano essere adeguatamente informate sull’importanza dei corretti stili di vita e sulle modalità per assumerli e mantenerli, un ruolo insostituibile assume l’educazione terapeutica svolta da professionisti formati e rivolta sia al paziente sia ai familiari. AlimentazioneLa dieta di una persona con diabete, non differisce molto dalla dieta sana, consigliata a qualunque persona, anche in perfetta salute. Si tratta, quindi, di una dieta equilibrata, in cui nessun alimento è proibito ma tutti vanno assunti nelle giuste quantità, con i giusti abbinamenti e con la corretta frequenza. Fondamentale è, comunque, la riduzione calorica, unita a un’adeguata attività motoria, per favorire il dimagrimento in caso di sovrappeso e obesità. Altrettanto importante è, comunque, l’educazione terapeutica mirata a correggere le abitudini dietetiche scorrette. Attività fisicaL’attività fisica è una componente fondamentale nella corretta gestione quotidiana del diabete e, nel caso del diabete tipo 2, è fondamentale perché anche la terapia farmacologica possa funzionare bene. I diabetici di tipo 2 possono svolgere attività fisica al pari di tutti gli altri, avendo però l’accortezza di assumere le giuste quantità di zuccheri prima e durante l’esercizio, in modo da non incorrere in episodi di ipoglicemia. Come per l’alimentazione, anche in questo caso è fondamentale l’educazione terapeutica dei paziente e dei loro familiari. Terapia farmacologica Quando la correzione degli stili di vita non basta a controllare il livello di zucchero nel sangue, è necessario ricorrere ad una terapia farmacologica che può essere in compresse o con farmaci da somministrare per iniezione
sottocutanea. PrevenzioneIl diabete mellito di tipo 2 può essere prevenuto o, comunque, è possibile prevenire o posticipare l’insorgenza delle sue complicanze o ridurne la gravità, mantenendo quanto più possibile stabili nel tempo i valori glicemici. Per fare ciò, è importante che la persona con diabete tipo 2, da un lato, sia consapevole della propria condizione e sia in grado di gestirla nella vita quotidiana, dall’altro, segua uno stile di vita sano. A tale scopo, come già sottolineato, è essenziale il ruolo dell’educazione terapeutica, che potenzi le capacità di gestione della malattia da parte sia della persona con diabete sia dei suoi familiari. Sono poche le regole che occorre seguire per prevenire il diabete e le sue complicanze:
Qual è il diabete più grave?Il diabete di tipo 1, raccomandano tutte le linee guida, va diagnosticato e trattato subito per evitare una rischiosa complicanza chiamata chetoacidosi diabetica (DKA), che nella fase più grave può portare a edema cerebrale con conseguenze neurologiche importanti, fino al decesso.
Che differenza passa tra diabete 1 e diabete 2?L'insulina è un ormone che stimola le cellule a prelevare lo zucchero dal sangue, abbassando così la quantità circolante. Nel diabete mellito di tipo 1 il corpo non produce insulina. Nel diabete mellito di tipo 2, la forma più comune, il corpo non produce insulina o non è in grado di usarla correttamente.
Quanto è grave il diabete di tipo 1?Diabete mellito tipo 1. Quanti anni si può vivere con il diabete mellito 2?Per i diabetici di tipo 2, invece, partendo da un'età media di 65,4 anni il modello stima una speranza di vita di 18,6 anni (aspettativa di vita alla nascita di 84 anni), contro una speranza di vita di 20,3 per un coetaneo non diabetico (speranza di vita alla nascita di 85,7 anni), e una perdita di 1,7 anni in media ...
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