Conto cointestato e morte di un cointestatario

Nelle ultime settimane si è parlato molto del conto cointestato. A metà aprile, per esempio, la sottosegretaria all’Economia in quota Liberi e Uguali, Maria Cecilia Guerra, ha chiarito che in merito a deduzioni o detrazioni Irpef non serve aprire un contro corrente individuale, ma basta quello cointestato.

I due aspetti importanti, infatti, sono la tracciabilità e la riconducibilità del versamento al contribuente. Ma a marzo scorso un’ordinanza, la numero 7862/2021 della Corte di Cassazione, è intervenuta sul tema del conto corrente cointestato nel caso di decesso.

Conto cointestato, gli scenari dopo il decesso di un contitolare

Quando uno dei cointestatari di un conto corrente decede, possono accadere due cose differenti a seconda della modalità di firma. Nel caso di una firma disgiunta, chi resta in vita ha piena libertà di azione sul conto. Se la firma invece è congiunta, chi è ancora in vita non può fare nulla prima che la banca completi la procedura di successione.

Il 19 marzo 2021 la Corte di Cassazione ha stabilito che in caso di conti cointestati con firma disgiunta, qualora una delle persone contitolari morisse, l’altra avrebbe il diritto di chiedere l’adempimento dell’intero saldo del libretto di deposito a risparmio, ‘liberando’ la banca verso gli eredi del contitolare deceduto.

Nel caso specifico, i giudici della seconda sezione civile della Corte di Cassazione hanno giudicato inammissibile il ricorso avanzato delle figlie-eredi nei confronti del compagno della madre deceduta e sono state condannate al rimborso delle spese legali (2.500 euro).

Alla morte della donna, infatti, il compagno aveva svuotato il conto, prelevando tutto e senza che la banca vi si opponesse. Così, le figlie hanno iniziato un’azione legale contro la banca per ottenere la quota di eredità. Ma la Cassazione ha respinto il ricorso dato che il conto corrente cointestato era a firma disgiunta: il contitolare vivo, dunque, poteva effettivamente prelevare l’intero importo.

In sostanza, la sentenza sottolinea l’obbligo della banca di permettere al singolo cointestatario rimasto in vita di disporre in libertà dell’intera somma presente nel conto. Resta comunque il fatto che l’istituto bancario debba verificare la correttezza di questo scenario in relazione ai rapporti tra il cointestatario ancora vivo e gli eredi di quello deceduto.

Ciò significa che nel caso di un conto corrente cointestato a due persone, ognuno ha diritto a un 50% del totale. Alla morte di uno dei due, quindi, il 50% appartenente al defunto andrà restituito agli eredi. La sentenza dunque non permette agli eredi di agire contro la banca: possono rivalersi solo sul cointestatario che, nel caso di specie, ha prelevato l’intera somma, anche quella destinata agli eredi.

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Conto cointestato e morte di un cointestatario

Un conto corrente cointestato si caratterizza per il fatto che può essere intestato a due o più soggetti. Proprio per questa ragione si tratta di uno strumento particolarmente adatto a coppie e famiglie, poiché consente di disporre del denaro in comune e risparmiare sulle spese relative alla gestione di un secondo conto. Ma come avviene la successione del conto corrente cointestato? Vediamolo subito.

In questo articolo scopriremo:

Cosa comporta il conto cointestato?

Come abbiamo anticipato, il conto corrente può anche essere cointestato a due o più soggetti. Questi ultimi, in assenza di differenti manifestazioni di volontà delle parti, si presumono essere ciascuno titolare delle somme presenti ed in parti uguali. Precisamente, secondo l’art. 1854 del Codice Civile, quando “il conto è intestato a più persone che possono compiere operazioni anche separatamente, gli intestatari sono considerati creditori o debitori in solido dei saldi del conto“. Ciò significa che ai conti cointestati si applica la disciplina delle obbligazioni solidali (articoli 1292 e seguenti del codice civile), insieme alla determinazione della presunzione di comproprietà delle somme depositate.

Tre tipologie di conto cointestato

Un conto cointestato può essere di tre tipi:

  • firma congiunta: tutte le operazioni sul conto devono essere autorizzati da tutti i cointestatari,
  • firma disgiunta: ogni titolare del conto può eseguire in autonomia le operazioni che desidera, senza il consenso degli altri;
  • misto: si possono eseguire le operazioni entro un certo importo senza l’autorizzazione del contitolare. Tutte quelle che eccedono tale limite, invece, richiedono l’assenso dell’altro correntista.

Qual è la differenza tra conto cointestato e delega?

Il conto con delega non prevede la contitolarità dello stesso, ma un unico titolare che autorizza un soggetto ad eseguire delle operazioni in suo nome. Pertanto, in queste evenienze, si parla di un soggetto (il delegato) che agisce in funzione del titolare del conto (il delegante).

Come fare la successione del conto corrente cointestato?

Quando si apre la successione di conti correnti cointestati, bisogna eseguire le pratiche di successione, ossia la dichiarazione di successione e l’accettazione dell’eredità, requisito fondamentale affinché l’erede possa acquisire in successione il conto corrente.

La dichiarazione di successione deve essere fatta a cura degli eredi (o di un loro delegato ovvero di un erede soltanto) direttamente all’Agenzia delle Entrate territorialmente competente, alla luce del luogo di morte del de cuius, entro un anno dal decesso, a pena di sanzioni. L’accettazione dell’eredità, invece, deve essere fatta dal notaio (quando la successione avviene per testamento) oppure al Cancelliere del Tribunale se si tratta di una successione legale.

Leggi anche >> Dichiarazione di successione del conto corrente: quando scatta l’obbligo?

Cosa fare in caso di morte di uno dei cointestatari del conto corrente?

Gli eredi devono comunicare subito il decesso alla banca inviando il certificato di morte con raccomandata insieme alla dichiarazione di successione. In mancanza di beni immobili e di depositi inferiori a 100mila euro, invece, è sufficiente un atto di notorietà che certifichi il diritto alla successione. La banca, di contro, deve rilasciare agli eredi il riepilogo di tutti i rapporti intestati alla persona deceduta.

Vediamo due casi principali:

  • se il conto è a firma congiunta: viene congelato alla morte di uno dei titolari e sbloccato solo quando sono concluse tutte le procedure relative alla successione. Di conseguenza, il denaro viene svincolato e ripartito tra i cointestatari superstiti e gli eredi secondo le diverse quote,
  • se il conto è a firma disgiunta: i cointestatari superstiti possono disporre liberamente della propria quota, mentre la restante parte viene suddivisa tra gli eredi dopo le procedure di successione (può capitare che la banca blocchi temporaneamente il conto sino al termine delle procedure di successione). Altre banche, invece, consentono agli eredi di utilizzare parte delle somme di successione prima di questo termine per pagare le spese funerarie (se documentate).

Quanto si paga di successione sui conti correnti?

Per beneficiare della somma depositata, gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate territorialmente competente, in base all’ultimo domicilio della persona deceduta. La tassa di successione di un conto corrente si calcola in base al grado di parentela dell’erede con il defunto. Nello specifico:

  • coniuge e figli: l’importo corrisponde al 4% della somma e si prevede una franchigia di 1.000.000,00 € a testa. Se il patrimonio non supera tale soglia, quindi, gli eredi non dovranno pagare niente, mentre, in caso contrario, verseranno il 4% sulla somma eccedente,
  • fratelli e sorelle: l’importo è del 6% con una franchigia di 100.000,00€ per ognuno,
  • parenti fino al 4° e affini in linea retta: l’importo è pari al 6% e non è prevista alcuna franchigia,
  • altri eredi: l’importo è pari all’8% e non si prevede nessuna franchigia.

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Caroline Kumar

Content Marketing Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione e un Master in Digital Marketing. Attualmente ricopro il ruolo di Content Marketing Specialist presso VisureItalia® e aiuto i lettori del blog SmartFocus a restare sempre aggiornati sulle novità in ambito fiscale, tributario ed economico.

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Conto cointestato e morte di un cointestatario

Come sbloccare un conto cointestato in caso di morte?

In genere, la banca blocca il conto fino alla presentazione da parte degli eredi della dichiarazione di successione. Per lo sblocco bisogna inviare alla banca la ricevuta di invio della dichiarazione, cartacea o telematica. Dopo questo lo sblocco avviene secondo i tempi previsti dalla banca.

Cosa succede in caso di morte di un cliente che ha un conto corrente cointestato a firma congiunta?

La firma congiunta e il decesso Quando in un conto corrente cointestato la firma è congiunta, il titolare o i titolari superstiti, in caso di decesso di un cointestatario, non possono operare sul conto. Questo viene infatti bloccato dalla banca fino a quando non viene completata la procedura di successione.

Quando il conto corrente non va in successione?

Quando muore qualcuno che ha un conto corrente, la banca provvede immediatamente a bloccare il conto, finchè gli eredi (legittimi o testamentari) non si presenteranno a chiedere lo svincolo delle somme depositate sul conto.

Quali sono i rischi di un conto cointestato?

I maggiori rischi della cointestazione riguardano l'opzione a firma disgiunta. Tale scelta deve presupporre una cieca fiducia nell'altra persona e la certezza che prelievi, bonifici e assegni vengano utilizzati per il “bene familiare”.