Il primo dopoguerra riassunto breve pdf

PRIMO DOPOGUERRA IN EUROPA

Il primo dopoguerra riassunto breve pdf
Come viene vissuto il primo dopoguerra in Europa? — Fonte: getty-images

Il 18 gennaio 1919 si aprì presso la reggia di Versailles a Parigi la conferenza di pace, che vide i paesi vincitori rappresentati rispettivamente da: Wilson (Stati Uniti), Clemenceau (Francia), Lloyd Gorge (Gran Bretagna) e Orlando (Italia) impegnati per oltre un anno e mezzo in cerca di accordi che potessero soddisfare tutti i paesi.

Quando la conferenza si aprì, era convinzione diffusa che la sistemazione dell’Europa postbellica si sarebbe fondata essenzialmente sul programma indicato da Wilson che prevedevano principalmente l’abolizione della diplomazia segreta, il ripristino della libertà di navigazione, l’abbassamento delle barriere doganali…In pratica, però, la realizzazione del programma wilsoniano si rivelò assai problematica.

Non era facile applicare i principi di nazionalità. Inoltre quei principi non sempre erano compatibili con l’esigenza di punire in qualche modo gli sconfitti e ciò risultò evidente soprattutto quando furono discusse le condizioni da imporre alla Germania (a Rhetondes). I francesi chiedevano di spostare i loro confini fino alla riva sinistra del Reno: questo avrebbe significato l’annessione di territori fra i più ricchi e popolosi della Germania. Progetti che però incontrarono l’opposizione di Wilson. Clemenceau dovette dunque accettare la rinuncia al confine sul Reno.

Il trattato di pace con la Germania fu una vera e propria imposizione subita sotto la minaccia dell’occupazione militare e del blocco economico e vi furono anche clausole economiche e militari. La Germania perse le sue colonie, spartite tra Francia, Gran Bretagna e Giappone.

La Germania dovette impegnarsi a rifondere ai vincitori a titolo di riparazione i danni subiti in conseguenza del conflitto. L’entità delle riparazioni sarebbe stata tale da rendere impossibile una ripresa economica tedesca. Per finire la Germania fu costretta ad abolire il servizio di leva e a ridurre la consistenza del proprio esercito!

Nelle dure condizioni imposte alla Germania risultò evidente il contrasto fra l’idea di una pace democratica e l’obiettivo francese di una pace punitiva.

La carta d’Europa fu profondamente mutata, soprattutto in conseguenza della dissoluzione dell’impero asburgico, che permise la nascita di nuovi stati come la Cecoslovacchia e la Jugoslavia. Infine, l’ideale wilsoniano di un organismo internazionale che potesse evitare guerre future in sostanza non si realizzò: le Società delle nazioni nacque minata da profonde contraddizioni, come la mancata adesione degli Stati uniti.

PRIMO DOPOGUERRA, PERIODO

La spartizione dell’impero austro-ungarico fu regolata a Saint-Germain. Anche l’Austria, considerata responsabile del conflitto, fu duramente punita: lo smembramento dell’impero la ridusse a un’entità poco più che regionale, dovendo cedere la Boemia, la Galizia, Il Trentino, Trieste, l'Istria, la Macedonia e facendo divenire l’Ungheria indipendente, privandola a sua volta di Slovenia, Slovacchia e Transilvania. Tutto ciò portò quindi alla nascita di nuovi stati (Polonia, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Ungheria).

Per quanto riguarda l’Italia, essa partecipò alla Conferenza di pace come paese vincitore, ma ebbe un ruolo minoritario. Intendeva ottenere le acquisizioni territoriali previste dal patto di Londra e in particolare di Istria, Trieste, Gorizia, Dalmazia. La maggioranza delle annessioni proveniva dall’Austria-Ungheria. Tuttavia, quando il patto fu firmato, non era stato previsto il rovinoso crollo dell’impero asburgico. Nonostante ciò il presidente del consiglio Vittorio Emanuele Orlando e il ministro degli esteri Sydney Sonnino chiesero il rispetto delle clausole del patto. Clausole che però erano in palese contrasto con il programma di Wilson, secondo le linee di nazionalità chiaramente riconoscibili. Infatti territori come la Dalmazia e l'Istria erano principalmente abitati da una popolazione non italiana.

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PRIMO DOPOGUERRA SEMPLIFICATO

Caso particolare fu la città di Fiume, che chiese esplicitamente di far parte del territorio italiano. Ciò offrì però la possibilità a presidente Clemenceau di rimettere in discussione il patto di Londra.

Di fronte all’impossibilità di far accettare le proprie posizioni, Orlando e Sonnino abbandonarono la conferenza per protesta, ma questo evidenziò la debolezza degli italiani: poco dopo l’Italia rientrò in conferenza senza ottenere nulla di quanto chiesto. Si diffuse così il sentimento della vittoria mutilata.

Il trattato di Sevres regolò la spartizione dell’impero ottomano, il cui territorio fu ridotto ad un lembo di terra comprendente Costantinopoli e l’Anatolia settentrionale. La Turchia perse definitivamente i territori nordafricani e mediorientali,cosa che scatenò una durissima guerra di indipendenza e in cui venne proclamata la repubblica con capitale Ankara(con modernizzazione del paese tra cui voto alle donne e introduzione dell’alfabeto latino). Parte dei territori ex ottomani fu affidata alle potenza coloniali francese ed inglese:la prima pose un governo che non lasciava spazio di autonomia alle nascenti classi dirigenti;la seconda favorì la nascita del Commonwealth (che prevedeva la trasformazione dei territori coloniali nei cosìddetti dominos, ossia in stati indipendenti uniti in una comunità legata da interessi economici comuni e legati dalla fedeltà alla corona britannica).

Particolarmente acceso fu nel dopoguerra il nazionalismo arabo, e questo “risveglio di popoli” fu principalmente dovuto ai contatti che vi erano stati con le idee del mondo europeo che avevano creato l’occasione di una presa di coscienza collettiva da parte dei popoli colonizzati.

In Egitto fu sempre più crescente il movimento nazionalistico che tuttavia non evitò il controllo della Gran Bretagna sul paese. Infatti in cambio del canale di Suez la Gran Bretagna promosse la modernizzazione dell’Egitto. Una politica analoga vanne sostenuta con l’Iraq, uno dei maggiori paese produttori di petrolio. Qui la Gran Bretagna favorì la nascita di un governo costituzionale, peraltro assai debole a causa delle rivalità tra fazioni religiose e tribali.

Lo stesso governo inglese che si era fatto sostenitore delle penetrazioni ebraiche in Palestina. La convivenza tra arabi ed ebrei aprì una lunga stagione di conflitti e di scontri sanguinosi.

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Cosa succede nel primo dopoguerra?

La situazione dell'economia era allarmante: la lira si era fortemente svalutata, il costo della vita era aumentato in modo vertiginoso e l'apparato produttivo non era in grado di assorbire la manodopera di nuovo a disposizione con il ritorno dei soldati dal fronte.

Cosa succede dopo la guerra?

Per dopoguerra si definisce il periodo successivo alla guerra. Solitamente si pone l'accento sulle problematiche causate dalla guerra (crisi sociali ed economiche) e sulle conseguenze politiche e geografiche che il conflitto inevitabilmente determina.

Quali sono i caratteri del primo dopoguerra in Italia?

In Italia dopo la prima guerra mondiale vi furono molte difficoltà economiche che generarono un profondo malessere sociale. La spesa pubblica era crollata e le industrie del Nord furono costrette a una riconversione produttiva, cioè al passaggio da un economia di guerra a una di pace.

Quali sono state le conseguenze della Prima Guerra Mondiale?

La Prima Guerra Mondiale portò alla morte di milioni di militari e di civili. Quasi dieci milioni di soldati morirono durante i combattimenti, superando di gran lunga la somma complessiva dei decessi militari di tutte le guerre dei 100 anni precedenti. Anche milioni di civili subirono grandi sofferenze.