Infiltrazioni di cortisone al piede effetti collaterali

Le iniezioni di corticosteroidi o anestetici locali raramente  possono dare luogo a eventi secondari, che sono comunque transitori e di lieve entità. Pur non essendoci rischi specifici, per vari motivi è meglio evitare i trattamenti in corso di gravidanza e allattamento. Effetti secondari, comunque, sono sempre possibili, e si distinguono in due grandi categorie, locali e sistemici.

Effetti locali
Nella maggior parte dei casi sono dovuti a iniezioni di dosi o volumi eccessivi o a intervalli troppo ravvicinati.
– Aumento del dolore dopo l’iniezione: avviene di solito dopo un’iniezione nei tessuti molli e raramente dopo un’iniezione intrarticolare; sembra dovuta a un rapido assorbimento intracellulare di esteri microcristallini di corticosteroidi.
– Atrofia sottocutanea e/o depigmentazione cutanea: questi fenomeni solitamente avvengono in caso di iniezioni superficiali, in pazienti a pelle scura.
– Sanguinamento o ecchimosi: può avvenire nel sito di iniezione in soggetti trattati con anticoagulanti orali, acido acetilsalicilico, Fans con attività antipiastrinica significativa come il naprossene.
– Calcificazione dei tessuti molli: è una possibile complicanza dell’iniezione dei corticosteroidi nelle articolazioni interfalangee artrosiche, forse per fuoruscita  dei cortisonici dovuta a un aumento della pressione intra-articolare. Tali calcificazioni non provocano per effetti deleteri.
– Artropatia steroidea: è una possibile complicanza che è facilmente prevenibile avendo l’accortezza di distanziare le iniezioni di un intervallo di almeno 3 mesi.
– Rotture e atrofie tendinee: le prime possono essere provocate dai corticosteroidi e sono prevenibili effettuando iniezioni peritendinee. Le seconde possono insorgere in caso soprattutto di iniezione di anestetici locali in modo troppo circoscritto; per questo viene consigliata la tecnica “a ventaglio”, che prevede cioè un movimento orizzontale dell’ago inserito con distribuzione del farmaco su un’area più ampia.
– Infezione articolare: è una complicanza molto rara ma estremamente grave. Le cause sono poco chiare: potrebbero essere dovuta al trascinamento con l’ago di frammenti di pelle, oppure all’effetto immunosoppressivo dei cortisonici che favoriscono l’arrivo ematogeno dell’infezione da altri distretti. In ogni caso, questo tipo di infezione va riconosciuta subito. Elementi che inducono a sospettarla sono un gonfiore al sito d’iniezione, un aggravamento del dolore, la comparsa di febbre o di sintomi sistemici come cefalea e sudorazione, una disfunzione della parte affetta. In questi casi si impone un rapido ricovero ospedaliero dove l’aspirazione diagnostica del liquido intrarticolare e una coltura saranno fondamentili, dato che i segni alla Rm possono essere nulli in fase precoce. I germi più frequentemente coinvolti sono: S. aureus, E. coli, H. influenzae, M. tubercolosis. Tra i maggiori fattori di rischio vanno ricordati la presenza di protesi, le neoplasie ematologiche, una terapia corticosteroidea per via orale in atto, la presenza di diabete.

Effetti sistemici
Sono tutti molto rari e la loro gravità è estremamente variabile.
– Vampata vasomotoria al viso: interessa al massimo il 5% dei pazienti ed è il più frequente disturbo sistemico; dura al massimo 1 o 2 giorni.
– Perdita del controllo diabetico: in caso di iniezioni di corticosteroidi, si può avere un transitorio innalzamento della glicemia per una settimana circa. Bisogna avvertirne il paziente e il curante.
– Irregolarità mestruali: il meccansimo attraverso cui si manifesta questo disturbo non è noto.
– Soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisario: può aversi dopo un’iniezione intrarticolare o intramuscolare di corticosteroidi, ma solitamente non determina conseguenze cliniche significative.
– Caduta significativa dei livelli ematici di proteina C reattiva e della velocità di eritrosedimentazione: questi parametri, indicativi della risposta al trattamento in caso di artrite infiammatoria, possono ridursi stabilmente per 6 mesi dopo iniezione intrarticolare di cortisonici. Occorre pertanto tenerne conto ed eventualmente avvertire il paziente e il curante.
– Anafilassi: reazioni gravi agli anestetici locali sono rare ma possono essere letali e vanno trattate subito con iniezione intramuscolare di adrenalina. Quelle ai cortisonici locali sono possibili ma spesso sono dovute agli stabilizzatori con cui sono miscelati nella siringa.

Infiltrazioni di cortisone al piede effetti collaterali

Molti pensano che possano curare i problemi alle articolazioni. Scopri, con il nostro esperto, efficacia e limiti di questa terapia

L’artrosi è tra le malattie croniche che richiedono più frequentemente l’utilizzo delle infiltrazioni. Ed è fra le più diffuse in Italia: secondo l’Istituto superiore di Sanità, ne soffrono oltre 4 milioni di italiani, un dato che ne fa la principale malattia osteoarticolare.

Insieme con l’artrite, l’artrosi riguarda il 16,4% della popolazione: il paziente tipo ha più di 55 anni ed è di sesso femminile, soprattutto a causa delle alterazioni del metabolismo osseo dovute alle modificazioni ormonali. Fino ai 45 anni, però, i più colpiti sono gli uomini probabilmente per motivi professionali.

Fra le articolazioni più interessate ci sono ginocchio, anca e la colonna vertebrale.

COSA ASPETTARTI DALLE INFILTRAZIONI

Anca, spalla, ginocchio, gomito, caviglia e perfino le dita. Quando le articolazioni fanno male si può ricorrere alle infiltrazioni di farmaci nella zona dolente. Ma quali risultati bisogna aspettarsi da questa metodica?

Abbiamo approfondito l’argomento con il dottor Stefano Di Gennaro, chirurgo ortopedico presso la Casa di Cura San Feliciano di Roma.

1. PER QUALI PROBLEMI VENGONO PRESCRITTE?

«I tipici campi di applicazione sono le malattie degenerative (come l’artrosi), quelle infiammatorie (come le tendiniti o le sciatalgie) e il dolore cronico derivante da varie patologie (per esempio quelle oncologiche)».

2. CORTISONE E ACIDO IALURONICO AGISCONO ALLO STESSO MODO?

«No. Il primo ha un effetto antinfiammatorio, il secondo invece è una sorta di lubrificante per l’articolazione. In entrambi i casi, comunque, la loro azione è solo sintomatica, servono cioè per combattere il dolore e l’eventuale gonfiore. Non hanno invece alcuna azione curativa. Se il dolore alle articolazioni è causato dall’artrosi, per esempio, quando termina l’azione del farmaco il dolore, prima o poi, è destinato a ricomparire».

3. A AGF POSSONO ESSERE IMPIEGATE ANCHE ALTRE SOSTANZE?

«Sì, si possono infiltrare i cosiddetti Fattori di crescita piastrinica, che stimolano i meccanismi di rigenerazione dei tessuti, e le cellule staminali prelevate dal grasso sottocutaneo dell’addome. Molti nutrono grandi aspettative da questo tipo di infiltrazioni. Ma occorre puntualizzare che non c’è ancora un adeguato numero di studi scientifici che dimostri la loro reale efficacia nel contrastare il problema».

4. IL CORTISONE È IL FARMACO AD AZIONE PIÙ RAPIDA?

«Sì, il cortisone agisce già entro 24-48 ore però il suo effetto è breve, dura circa un mese. L’acido ialuronico, invece, ha un’efficacia ritardata, che si manifesta dopo circa 6 settimane dall’infiltrazione, ma di durata più lunga: anche oltre i 6 mesi e mezzo. I Fattori della crescita cominciano ad agire dopo circa 12 settimane e i loro effetti si possono protrarre anche oltre i 7 mesi e mezzo, mentre per le cellule staminali non ci sono dati precisi: si sa però che la loro efficacia è tardiva e prolungata».

5. SONO MOLTO DOLOROSE?

«Sottoporsi a un’infiltrazione è un’operazione che richiede pochi secondi. Non si tratta di una pratica particolarmente dolorosa e quindi si effettua senza anestesia. Certo, in alcuni casi può provocare un po’ di fastidio, ma ciò può derivare dalla sostanza che si inietta. Rispetto al cortisone, del tutto indolore, l’acido ialuronico fa un po’ più male perché è più denso. Nelle ore successive all’infiltrazione si può avvertire un lieve dolore che, se protratto, si tiene a bada facilmente con delle brevi applicazioni di ghiaccio o al massimo prendendo un antidolorifico come il paracetamolo».

6. È VERO CHE SONO DI ESCLUSIVA COMPETENZA MEDICA?

«Sì. Le infiltrazioni si eseguono solo in ospedale o ambulatorio (purtroppo non sono coperte dal Servizio sanitario nazionale) e l’unico che può effettuarle è il medico, di solito l’ortopedico. Soltanto lui conosce i punti precisi dell’articolazione dove vanno fatte: nel caso del ginocchio, per esempio, sono tre le possibili zone di inoculazione; se invece è interessato un tendine, la puntura va fatta nei tessuti molli che lo circondano».

7. POSSONO ESPORRE AL RISCHIO DI INFEZIONI?

«Le infiltrazioni sono una metodica molto sicura, ovviamente a condizione che la parte sia disinfettata con cura prima e dopo l’introduzione dell’ago, e la siringa, perfettamente sterile, sia usata correttamente».

8. QUANTE OCCORRE FARNE PER AVERE I RISULTATI OTTIMALI?

«Dipende dalle sostanze impiegate dal medico. Se lo specialista utilizza il cortisone, per esempio, il ciclo standard prevede 3 somministrazioni, a distanza di una settimana fra loro. Quando si usa l’acido ialuronico, invece, la frequenza varia in funzione della densità della soluzione: se molto alta ne basta una sola, altrimenti si sale a 3 se è media e 5 quando è bassa. Mentre 3 infiltrazioni sono più che sufficienti quando si impiegano i Fattori di crescita e le cellule staminali».

9. POSSONO CAUSARE DEGLI EFFETTI COLLATERALI?

«Le somministrazioni di acido ialuronico, sostanza presente naturalmente nel liquido sinoviale (che ha lo scopo di proteggere l’interno dell’articolazione dall’usura), non causa effetti indesiderati. Diverso il discorso per il cortisone: anche se la somministrazione locale dà meno effetti collaterali rispetto all’assunzione per bocca, l’infiltrazione può causare la formazione di cristalli e peggiorare il problema. Inoltre, le “punture” di questa sostanza vanno evitate se si soffre di altri problemi come diabete, ipertensione arteriosa e glaucoma. Per quanto riguarda le infiltrazioni con i Fattori di crescita plasmatica o con le staminali estratte dal grasso sottocutaneo non ci sono effetti collaterali o controindicazioni da segnalare, ma la scelta di ricorrere a queste sostanze è di stretta competenza medica».

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Articolo pubblicato sul n. 42 di Starbene in edicola dal 2/10/2018

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Cosa fare dopo infiltrazione al piede?

Potrete svolgere tutte le normali attività ma il consiglio è di evitare attività pesanti per 24 ore. Un po' di fastidio è normale ed è dovuto alla presenza del farmaco nell'articolazione. Se provate dolore nel sito di infiltrazione usate del ghiaccio localmente per 20 minuti con una protezione.

Quali sono gli effetti collaterali delle infiltrazioni?

In alcuni pazienti si verificano reazioni indesiderate locali costituite da:.
dolore all'articolazione interessata dall'infiltrazione,.
senso di calore,.
tumefazione in sede di iniezione,.
eritema (rossore)..

Quali sono i disturbi che può causare il cortisone?

dolore o aumento della pressione nell'occhio. febbre, brividi o mal di gola. dolore a ossa o articolazioni..
insonnia..
capogiri o sensazione di avere la testa leggera..
mal di testa..
aumento dell'appetito..
aumento della sudorazione..
difficoltà digestive..
nervosismo..

Quanto dura il dolore dopo l'infiltrazione?

Dopo l'infiltrazione, ci possono essere effetti indesiderati che scompaiono in qualche ora o in qualche giorno, di solito al massimo 48 ore (dolore nel punto di iniezione, rossore o sensazione di calore, mal di testa).