Show Per capire il difficile mestiere dell’insegnante, abbiamo deciso di intervistare coloro che svolgono questa amata professione. Chi meglio di loro può raccontare cosa significa essere e fare l’insegnante? Quali sono le difficoltà che maggiormente si riscontrano durante il mestiere di insegnante? Tanto è vero che a volte ci si chiede perché fare l’insegnante? Sicuramente per l’ultimo quesito la risposta è semplice. Si diventa insegnanti per vocazione, per attitudine e per predisposizioni naturali. Fare l’insegnante non è una professione per tutti, perché richiede sacrifici, sforzi, dedizione e pazienza. Il difficile mestiere dell’insegnante: ecco le testimonianzeVediamo ora le testimonianze che hanno come oggetto il mestiere dell’insegnante, che in molti, anche un po’ sarcasticamente hanno tradotto come il difficile mestiere dell’insegnante.
Vogliamo inoltre riportarvi le riflessioni di un insegnante di Scienze Umane e Filosofia presso il Liceo Moretti dell'Istituto Beretta di Gardone V.T (Bs), pedagogista, da anni referente d'Istituto per studenti con Bisogni Educativi Speciali, esperto in Disturbi Specifici d'Apprendimento. In passato insegnante di sostegno specializzato nella scuola primaria. Si tratta di Paolo Cantù Gentili.
In merito è intervenuta su il difficile mestiere dell’insegnante una docente della provincia di Lecce.
Infine, riportiamo la riflessione di un’insegnante campana su il difficile mestiere dell’insegnante.
Abbiamo voluto raccontare quattro diverse situazioni sul mestiere dell’insegnante al fine di fornirvi una panoramica più ampia possibile. Il nostro staff ringrazia la disponibilità degli insegnanti che sono intervenuti, sperando di aver chiarito un po’ i vostri principali dubbi sul perché fare l’insegnante e cosa significa essere insegnante. Potrebbero Interessarti anche professione docentescuola e cittadinanza18/07/2015 di Alessio Spepi Pubblichiamo parte dell'introduzione a una tesi di TFA, che - a chi abbia cuore e mente adatti- può far capire quali sono e continueranno ad essere le motivazioni vere per fare questo mestiere... Vorrei iniziare questa tesi rispondendo alla domanda che mi viene posta da tutti, amici, conoscenti, genitori e fidanzata: ma perché vuoi fare l’insegnante? A volte me lo chiedo anch’io, durante questo TFA me lo sono chiesto più volte e, nonostante tutto, le risposte sono sempre le stesse di quando avevo diciotto anni ed iniziai a dare le prime ripetizioni di chimica. Ero solo un ragazzo di quinta superiore che aiutava ragazzini più piccoli, spesso anche gratis, ad arrivare almeno al sei in chimica, materia che spesso viene odiata solo perché
insegnata da gente che in primis non la ama, e quindi la riporta in modo superficiale, nozionistico e sterile. Ma per comprendere cosa mi ha spinto veramente a voler diventare insegnante inevitabilmente guardo al mio passato di studente, ai professori che ho avuto, a che cosa mi hanno dato e che cosa mi è mancato da parte loro. Purtroppo, come dicevo prima, accanto alla figura di questi “aurei personaggi”, si aggiravano di tanto in tanto anche delle figure mistiche di “orator habilis”, insegnanti che
entravano in classe per sommergerci coi loro discorsi astrusi, spesso campati in aria, e misuravano la loro bravura in base a quante più nozioni riuscivano ad infilare in un’ora. Analizzando bene queste figure e col senno di poi, anche loro sono stati utili nel mio percorso, infatti mi hanno fatto capire cosa non volevo diventare: non volevo essere come loro. Questo è l’insegnante che vorrei essere, certo è un lavoro duro ed impegnativo, certamente non adatto a tutti, ma se nel mio piccolo avrò contribuito ad aiutare i ragazzi nello sviluppo di sé, a comprenderne i talenti e le inclinazioni, io sarò contento. Il nostro compito, è tirare fuori il diamante grezzo che è dentro ognuno di loro, perché ognuno di noi ne ha uno dentro, solo che a volte è ricoperto da uno strato di roccia cosi spesso, che tirarlo fuori costa molto lavoro da parte del ragazzo ma soprattutto da parte della famiglia e della scuola, ed arrendersi è più facile che scavare per trovare il buono o il bello quando è nascosto . Non so se riuscirò mai a diventare quel modello d’insegnante, così come non so nemmeno se mi sarà mai data l’occasione di esserlo, ma non voglio perdere la speranza, ancora, e voglio continuare a crederci, come ho fatto in questi anni, dove i dubbi erano più delle certezze, dove le SSIS erano appena state cancellate. L’ammissione a questo TFA rappresenta una boccata di ossigeno per questo mio sogno, sperando che ne rappresenti solo l’inizio e non la fine. Credo che fare questo mestiere sia una guerra continua, ma questo non deve toglierci la voglia e l’entusiasmo di fare il lavoro più bello del mondo. Perché voglio fare l'insegnante?Insegnare ti dà un ruolo nella formazione intellettuale dei giovani. Che non è per niente un compito da poco: insegnando non si aiutano solamente i ragazzi a formarsi un loro modo di pensare, ma si educano anche le loro coscienze. Una bella responsabilità, insomma.
Cosa ti spinge a diventare insegnante?La gioia di insegnare
La soddisfazione di trasmettere il proprio sapere affinchè altri ne abbiano beneficio è un'ottima motivazione per diventare insegnante. Se questa predisposizione è forte e gratificante significa che la passione per questa professione è forte ed è quella giusta.
Perché ho scelto di fare l'insegnante di sostegno?#1 Perché l'insegnante di sostegno è quello che entra più in comunicazione con ragazzi che spesso hanno una sensibilità diversa, alternativa, più profonda, e quindi ci possono permettere di tradurre ciò che hanno da dire, e farlo sentire a tutti.
Cosa ti spinge a fare l'insegnante di sostegno?La motivazione deriva solo da una scelta. Una scelta personale, convinta e soprattutto libera. La scelta di fare sostegno, nella scuola pubblica, cercando di lavorare bene in vista dell'integrazione di tutti gli alunni e della crescita di tutto il sistema scolastico.
|