Dopo la fecondazione assistita bisogna stare a riposo

La quantità di domande che ho ricevuto sull’argomento dei sintomi che compaiono dopo il transfer di blastocisti mi ha convinto che il caso di scrivere ulteriormente su questo argomento.

La fase successiva al transfer è sempre una fase psicologicamente molto delicata per la paziente. Dopo essere stata a stretto contatto con il Centro per i monitoraggi e per il pick-up si trova “sola” per circa 10-14 giorni in attesa della risposta. E’ normale che quindi la paziente cerchi di interrogarsi sia sui comportamenti che possono favorire (o sfavorire) l’impianto sia che cerchi di leggere i sintomi che ha come fossero una sfera di cristallo per leggere il futuro.

Gli studi effettuati su questa fase di impianto embrionale risalgono a più di 30 anni fa… Fin dall’inizio ella PMA, ovviamente, ci si è chiesti se fosse meglio tenere a riposo le pazienti o meno, dopo il transfer. Tutti i dati però tendono a mostrare che il riposo non ha alcun effetto favorente sull’impianto dell’embrione.

A dire di più ci sono alcuni dati che mostrano come un’attività fisica moderata possa in realtà aumentare l’impianto embrionale (per esempio: The association between physical activity level and pregnancy rate following embryo transfer: A prospective study – RBMOnline, articolo in press di R. Zernet, R. Orvieto et al.)

Questo perché, ed è ragionevole, la gravidanza si instaura più facilmente in un organismo sano. E un organismo sano è un organismo che ha una vita fisica normale quindi con una normale attività motoria. Ci sono dati che mostrano come anche i rapporti sessuali prima del transfer, o subito dopo, abbiano probabilmente anche effetti positivi sull’impianto.Quindi sostanzialmente qualsiasi comportamento che le persone abbiano non può influenzare l’impianto in modo negativo. 

A cosa stare attenti post transfer di embrioni

  • Febbre alta (cercare di evitare infezioni che portino al rialzo della temperatura sopra i 38 C)
  • Mantenere la terapia medica consigliata nel post transfer, perché la terapia è fondamentale per il risultato che vogliamo ottenere. 
  • È importante stare distesi a letto? No.
  • È pericoloso stressarsi? No.
  • Posso fare all’amore? Sì.
  • Posso fare lunghi viaggi in macchina? Sì.
  • Posso fare la doccia? Sì.
  • Posso fare il bagno? Sì.
  • Posso andare alle terme? Si, evitate però le saune con alta temperatura. Nessun problema, invece, per le piscine a temperatura “ragionevole”.
  • E se ho mal di testa? Posso prendere tachipirina? SI, 1 gr.

La sintomatologia post transfer

Per quanto riguarda la sintomatologia, conseguente ad un trasferimento, questa può essere la più varia: ci sono pazienti che non sentono nessuna differenza rispetto a prima del transfer. Quello che potrebbe verificarsi è:

  • tensione al basso ventre;
  • piccole contrazioni di tipo premestruale;
  • tensione al seno;
  • difficoltà a piegarsi in avanti;
  • fastidi durante la notte;
  • piccole perdite (striature) ematiche sul muco vaginale;
  • dolenzia lombare;
  • pancia gonfia.

Nulla di questo è significativo. Nessun sintomo è in grado di prevedere se la gravidanza si instaurerà o meno. Quindi, per quanto capisca il bisogno psicologico di queste pazienti di cercare di leggere il futuro, leggere il futuro è impossibile.

È solo l’esame del sangue, che va fatto quando lo dice il centro di PMA che ci dirà com’è andato il transfer (non fatelo prima! Se si potesse sapere prima se si è instaurata con certezza una gravidanza, non pensate che anche noi faremmo fare prima il test?).

PS: attenzione che questi sintomi potrebbero essere dovuti anche ad una causa non legata al transfer (nessuno esclude che possa comparire un’appendicite, una cistite o altre infiammazioni dopo un transfer). Quindi, nel dubbio, consultate sempre il vostro centro che vi ha seguito, che vi conosce, sa che trattamento avete fatto e quali potrebbero essere i vostri rischi.

In conclusione

Le mie sono le classiche risposte da medico: fredde e tecniche. In realtà capisco benissimo lo stato emotivo delle pazienti in questa fase è che, purtroppo, non esiste nulla che possa anticipare l’esito del nostro transfer. Bisogna accettare la realtà così com’è e attendere quei lunghi, interminabili, e stressanti giorni che passano tra il transfer e il test.

Passateli con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per riuscire ad avere il vostro bambino e che anche noi, come voi, abbiamo fatto tutto il possibile, umanamente e scientificamente, per aiutarvi. Andrà come andrà, ma non potete incolparvi di nulla.

Quanti giorni a riposo dopo transfer?

In realtà è stato ampiamente dimostrato che il riposo di ventiquattro ore dopo transfer non è associato ad un maggiore successo rispetto ad un riposo di 10 minuti: “le donne, pochi minuti dopo il trasferimento degli embrioni, possono alzarsi, svuotare la vescica, e tornare a casa senza che ciò interferisca con l' ...

Come favorire l attecchimento dopo il transfer?

In conclusione. Il transfer in utero di blastocisti congelate aumenta le probabilità di attecchimento. Queste possono essere ancora aumentate selezionandole con la diagnosi genetica preimpianto ed ancora di più con lo studio della cavità uterina mediante ERA test e con l'applicazione di PRP.

Come capire se il transfer è andato bene?

I sintomi dell'avvenuto impianto dopo il transfer di un embrione sono quelli tipici di una gravidanza, ovvero i seguenti:.
Leggero spotting (o perdite da impianto).
Crampi (simili a quelli mestruali).
Tensione mammaria..
Stanchezza..
Nausea..
Gonfiore..
Perdite vaginali..
Stimolo continuo ad urinare (minzione frequente).

Cosa fare per favorire l'impianto dell'embrione?

In natura il progesterone è segregato dal corpo luteo, vale a dire, dall'ovulazione che diminuendo la contrattilità favorisce l'annidamento embrionale e probabilmente il corretto sviluppo.