Guarda il video della ricetta! Show
Iniziamo questo percorso di Sottovuoto System con un prodotto che per noi è eccezionale, il polpo. Abbiamo poi scelto una ricetta che ormai è diventata tradizionale, per poterla rendere più attuale e allo stesso tempo darti uno spunto su come gestirla in sottovuoto: l’insalata di polpo e patate. Abbiamo testato le cotture con prodotti differenti, sperimentando abbinamenti e impiattamenti che potessero soddisfarci e allo stesso tempo aiutarti a sviluppare la tua idea di piatto. Tutto quello che abbiamo scoperto lo trovi proseguendo la lettura: tieniti forte, si parte!
La ricetta: insalata di polpo e patate fra tradizione e innovazioneOggi più che mai ci chiediamo se sia meglio seguire la tradizione o l’innovazione, ma il più delle volte ci accorgiamo che questi termini non hanno molto senso. La nostra concezione di cucina sottovuoto consiste nell’applicare questa tecnica a 360°, senza porsi alcun limite. Non vuole nemmeno considerare se il risultato ottenuto è simile alla tradizione o invece è un piatto innovativo. Le infinite possibilità che questa tecnica ci regala nel cuocere, marinare, pastorizzare o semplicemente conservare un prodotto, ci permette di pianificare al meglio il nostro
lavoro. Le domande che ci poniamo sono ben altre:
E ancora…
Il discorso da affrontare è molto lungo e lo affronteremo sicuramente in altri
contesti. Ogni cuoco e chef interpreta l’insalata di polpo e patate a modo suo. C’è chi aggiunge ingredienti differenti, chi cambia la modalità di cottura, chi semplifica… e via dicendo. Per questo abbiamo deciso di capire come equilibrare il gusto di questo fantastico piatto, cercando di ottenere il massimo da ciascun ingrediente. Obiettivi da raggiungereGli obiettivi che ci siamo prefissati sono:
La scelta degli ingredientiCome già detto all’inizio, abbiamo fatto vari test.
Alla luce di questo, abbiamo considerato il polpo (Octopus Vulgaris) dell’Atlantico Centro-Orientale (FAO 34), decongelato e già eviscerato, come il giusto compromesso per il nostro caso. Ciò non dev’essere considerata la soluzione definitiva: ognuno di noi deve sentirsi libero di scegliere il prodotto che più gli piace, sulla base del prezzo e della zona di provenienza che preferisce ed eventualmente del gusto. Anatomia di un polpo agli occhi di un cuocoIl polpo è composto dalla testa, dalle interiora (che generalmente scartiamo) e da 8 tentacoli: non a caso il suo nome inglese e latino è Octopus. In cucina, sono di sicuro più interessanti della testa, sia a livello di consistenza che di
gusto. Proprio per questo motivo vengono utilizzati più spesso, probabilmente anche per la forma arricciata con cui si presentano da cotti. Una curiosità interessante che vorremmo condividere è il fatto che il polpo, oltre ad essere un cefalopode estremamente intelligente, possiede 3 cuori che svolgono funzioni differenti. PezzaturaIl polpo lo si può trovare in commercio in pezzature che vanno dai 600 grammi fino ad arrivare a 7-8 kg e anche di più. Oltre al sapore, la pelle è anche ricca di acqua e collagene. La sua presenza permette di ottenere, quando il polpo è cotto, una consistenza quasi gelatinosa che rende il boccone succulento e morbido. Il rapporto fra la pelle e la “carne” del tentacolo cambia a seconda della dimensione. Più grande è il polpo, più la quantità di carne sarà maggiore rispetto alla pelle, poiché quest’ultima non si ispessisce proporzionalmente
rispetto alla carne. Alla luce dei test effettuati, la pezzatura che consideriamo avere il giusto rapporto fra pelle e carne, è quella che varia da 1,2 kg a 1,5 kg (peso lordo). La cotturaLa cottura sottovuoto ci permette di ottenere un prodotto ottimo per consistenza e sapore, ma il massimo lo si ottiene innescando la reazione di Maillard. Sicuramente, la brace ci permetterebbe di ottenere risultati di alto livello gustativo, perché il fumo dona quell’inconfondibile sapore di affumicato sviluppando aromi complessi e piacevoli al palato. È vero… Non è proprio la stessa cosa ma è un ottimo compromesso quando non si ha a disposizione l’attrezzatura specifica. Anche con attrezzature differenti, come una padella in rame oppure una piastra in vetroceramica, si ottengono ottimi risultati in termini di rosolatura. Tieni presente però, che ogni materiale trasmette il calore in modo diverso e sviluppa aromi differentii. La rosolatura ha anche la funzione di rendere croccante la pelle. In questo modo si riesce ad avere un contrasto di consistenze: l’esterno asciutto e croccante, l’interno morbido e succulento. La pelle è indispensabile anche per ottenere la crosticina sulla superficie del tentacolo. Come abbiamo già visto infatti, togliendola non solo perderesti buona parte del gusto, ma anche il suo bel colore. Ricapitolando: La pelle rende il tuo polpo più gustoso e più croccante! La polpa in sé, oltre a essere difficile da arrostire, non rimane comunque così croccante come quando è ricoperta la pelle. Ecco spiegato il motivo per cui è meglio lasciarla. Le condizioni che influenzano il risultatoPrima di analizzare tempi e temperature di cottura (°C/T) dobbiamo porci una domanda fondamentale: Quali sono le condizioni che possono dare risultati differenti nonostante i parametri °C/T siano quelli corretti? Possiamo distinguere tra condizioni sulle quali abbiamo il pieno controllo e altre su cui non ne abbiamo affatto.
Sono proprio queste le condizioni che stabiliscono la struttura della fibra del polpo, quindi anche se i parametri °C/T sono corretti, si rischia di ottenere polpi troppo “molli”, con fibra senza un minimo di tenacità, oppure ancora troppi duri e quindi sgradevoli alla masticazione. Mentre per quanto riguarda le condizioni su cui abbiamo il controllo, già dal momento dell’ordine possiamo decidere:
Successivamente, prima della cottura decideremo:
Calo peso e resa del prodottoNonostante le differenti condizioni appena accennate, abbiamo riscontrato alcune discrepanze durante tutti i nostri test. Infatti qualsiasi prodotto, se condizionato e cotto subito dopo lo scongelamento, ha un calo peso inferiore rispetto allo stesso prodotto cotto dopo essere rimasto altre 24 ore (o più) in frigorifero. Per capire meglio questo concetto con un confronto attendibile, ti proponiamo un semplice esperimento:
Adesso procedi in questo modo:
A questo punto avrai notato che il liquido della prima cottura è maggiore rispetto a quello della seconda. Ti stai chiedendo a che cosa è servito questo esperimento? Temperature e tempi di cottura (°C/T)Come già detto precedentemente, con il polpo abbiamo svolto molti test di cottura. Quello che più ci ha affascinato, è il fatto che adeguando il tempo di cottura alla temperatura si ottengano risultati diversi. In alcuni casi ugualmente eccellenti, in altri un po’ meno, nonostante i parametri di cottura fossero totalmente diversi. Potrà sembrarti una cosa ovvia, ma non è
affatto così. Infatti questo principio non si può applicare a tutti gli alimenti. Ti è mai capitato di incontrare, riguardo la cottura di un polpo, valori di °C/T divergenti tra loro? Questa è un’ulteriore conferma che per il polpo non esiste una regola universale ma può essere cotto dai 70 ai 90 gradi, ottenendo risultati diversi. Ovviamente l’unico parametro che va adattato di volta in volta, è il tempo di cottura. Infatti, con l’abbassarsi della temperatura le tempistiche si allungano gradualmente, influendo anche su colore e succulenza. La morbidezza, tuttavia, è un risultato che alla fine si ottiene quasi sempre. Tra tutti i nostri test, abbiamo scelto di prendere in considerazione solo due parametri °C/T, quelli che ci hanno portato risultati nettamente superiori:
Giustamente ti starai chiedendo come mai due temperature. Qual’è la differenza? Beh tutto e niente:
Parliamo anche di perdita di liquidi, quindi di calo peso e resa. Fra i numerosi dati raccolti, abbiamo individuato un fattore che all’apparenza potrebbe sembrare banale:
Il calo peso aumenta in maniera proporzionale con l’aumento sia della temperatura che del tempo di cottura. A questo punto ti sarai fatto una risata! Come avrai capito da solo, in termini di calo peso, non ci sono differenze sostanziali tra la scelta
di una cottura lunga a temperature più basse (LTLT), piuttosto che una breve a temperature più alte (HTST). Perciò il nostro consiglio è quello di scegliere il tipo di cottura pensando al risultato qualitativo che vuoi ottenere, piuttosto che a una maggior resa. Il motivo principale che ci ha portato ad adottare questo ragionamento, è il fatto di voler sfruttare il sottovuoto per migliorare la vivibilità in cucina:
Il nostro compito in cucina è anche questo: individuare degli escamotage per ridurre la complessità del nostro lavoro, in modo da abbassare il livello di stress, aumentando l’efficienza. Sicuramente tutto ciò ci permette di lavorare in maniera più tranquilla e magari limitare eventuali tensioni tra colleghi. Ovviamente ogni realtà ristorativa vive situazioni di orari e turni di riposo in modo differente. Ma quando conosci a fondo la tecnica del sottovuoto, sei in grado di riadattare le cotture in modo intelligente, qualunque sia la tua esigenza! Differenze sostanziali fra le varie cottureLa
cottura HTST del polpo (84 °C per 3 ore) ti permette di cuocerlo in breve tempo e ottenere un risultato molto simile a quello della cottura in acqua o brodo. Se ti piace il risultato del polpo bollito infatti, questa è la cottura che fa per te. Ti diamo anche un altro suggerimento da non sottovalutare. Se prepari una
salamoia con 1 litro di acqua e 5 grammi di sale, puoi aggiungerne una parte al polpo, prima di condizionarlo in sottovuoto. In questo modo la salamoia ci permetterà di ottenere un polpo bollito a tutti gli effetti, ma con caratteristiche nettamente superiori. L’acqua aggiunta probabilmente non permetterà di raggiungere lo stesso tempo di conservazione, ma nonostante ciò, la presenza del sale consente comunque di ottenere un buon T.M.C. La cottura LTLT (72 °C per 10 ore) invece, è la nostra preferita per vari motivi:
In ogni caso i nostri test sul polpo non terminano qui ma proseguiranno ancora, poiché abbiamo in mente di fare altre prove che riteniamo molto interessanti. La cottura delle patate in sottovuotoLe patate (solanum tuberosum) sono dei tuberi che per struttura e consistenza richiedono, nella cottura classica, una temperatura di almeno 92°C al cuore. La cottura sottovuoto ci consente di cuocere a temperature leggermente inferiori, mantenendo inalterati il colore e alcune caratteristiche organolettiche. Ma a noi amanti dei cibi gustosi, una patata semplicemente cotta in sottovuoto non soddisfa: il suo sapore delicato verrebbe sopraffatto da quello intenso del polpo alla griglia. Quindi abbiamo deciso di pastorizzarle in sottovuoto a 84° C per circa 20 minuti. Questa tempistica però, cambia a seconda dello spessore del taglio (circa 1cm) e dalla varietà di patata. La vera comodità di questo sistema è che se non ti piacciono alla griglia le puoi completare in friggitrice. Non ti abbiamo ancora convinto? Puoi sempre farci un purè, finendo di cuocerle con poco latte. In sostanza, quello che volevamo trasmetterti è che questo tipo di precottura è molto flessibile, perché ti permette di avere sempre in linea delle patate che possono essere “cotte” al momento in base alle tue effettive esigenze. Ti facciamo un esempio banalissimo: immagina di avere in carta due carni, ad esempio una tagliata tradizionale e un hamburger moderno. Con questo sistema potresti:
Da questo momento in poi, quando arriverà la comanda, non avrai alcuna difficoltà se dovrai friggerle per l’hamburger oppure dorarle in forno per la tagliata. Il risultato? Si può chiedere di più? I vantaggi di Sottovuoto SystemOra, a seguito dei test e dei risultati ottenuti, dobbiamo chiederci: “Conviene cuocere il polpo seguendo le cotture tradizionali?”. “I risultati sono stati davvero così eccellenti?”. La risposta per noi è assolutamente sì: il polpo cotto in sottovuoto è decisamente migliore. Per quali motivi?
Ora che abbiamo visto l’enorme potenziale di questa tecnica e i reali vantaggi che ne puoi trarre, non dovresti avere più alcun dubbio su quale sia la via migliore da percorrere. Noi, la nostra strada l’abbiamo già trovata da tempo! La ricetta e il video del polpo cotto sottovuotoLa ricetta che abbiamo pensato di proporre è
stata studiata tenendo presente tutti i fattori che abbiamo visto fino a questo punto. Quindi non esitare a replicarla quando e dove vuoi! Guarda il video della ricetta! La procedura da seguire è la seguente:
ConclusioniA questo punto, forse starai pensando di sapere ormai tutto sul polpo cotto in sottovuoto. Noi invece siamo convinti che ci sia ancora molto da scoprire! Proprio per questo motivo continueremo i nostri test. Vogliamo approfondire il calo peso e capire ancora meglio come cambia la cottura su prodotti di differente peso e provenienza. Insomma non finisce qui. Continua a seguirci anche sugli altri nostri canali social e, solo se non lo hai ancora fatto, unisciti alla community di Chefs.0 per ricevere il PDF della ricetta completa! La tua opinione è importantissima per noi.Teniamo molto a creare la miglior esperienza possibile e condividere le informazioni in maniera efficace. Facci anche sapere, nei commenti qui sotto, se ciò che hai appena letto è sufficientemente chiaro, oppure scrivici i tuoi suggerimenti se pensi che possiamo ancora migliorare! Amo assaggiare costantemente nuovi cibi, per poi studiarli e cucinarli per me o per i miei clienti. Cerco sempre di migliorarmi e di migliorare ciò che cucino. Per fare ciò, in cucina trovo indispensabili le nuove tecnologie. Nel 2000 ho scoperto la tecnica del sottovuoto che mi aiuta ancora oggi a migliorare, a sorprendere e a sorprendermi. La passione per il mondo del digitale e del web, mi ha spinto ad aprire il mio primo blog nel 2009. Oggi sono orgoglioso di aver fondato Chefs.0 con Walter e Marco! Con 30 anni di esperienza alle spalle e appassionato da sempre di nuove tecnologie, adoro scoprire e sfruttare il loro potenziale. Nel 1998 ho scoperto per caso la tecnica del sottovuoto. Gli amici e i colleghi che stimo di più? Li trovate qui accanto. Un cuoco come tanti, amante del mangiar bene e smanettone nel DNA. La gavetta in Inghilterra, Galles, Spagna e Italia, mi ha spinto a ricercare e provare sempre nuove tecniche e attrezzature…. ho fatto esplodere il mio primo sacchetto sottovuoto nel 2001! Dopo 23 anni di esperienza trascorsi in cucina, con tanta passione per la tecnologia, desidero condividere le mie idee in Chefs.0 consapevole di poter crescere e sperimentare ancora per molto. Come si capisce se il polpo è cotto?L'acqua deve appena sussultare per tutta la durata della cottura. Cuocete per 40 minuti a pentola coperta. Trascorso il tempo indicato, sollevate il polpo con una pinza da cucina e infilate i denti di una forchetta alla base della testa. Deve entrare morbidamente, segno che è ben cotto.
Come evitare che il polpo si indurisca?La temperatura troppo alta fa al polpo lo stesso effetto di una cottura prolungata: lo rende duro e gommoso. Per questo l'acqua non deve bollire, cioè arrivare a 100 gradi, ma avere una temperatura di un paio di gradi inferiore, cioè al massimo sui 98 gradi.
Cosa fare se il polpo rimane duro dopo la cottura?Tempo di cottura totale :
NOTA: se il polpo risultasse duro (caratteristica dovuta anche dalla qualità del polpo stesso), con una breve frollatura si potrà ovviare al problema: lasciare il polpo una notte appeso in modo che si rilassi o metterlo per un giorno in congelatore.
Quanto si riduce il polpo in cottura?Al momento della cottura il polpo aveva un peso di 238 grammi (perdendo circa il 46% del peso originale).
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