Quali enti finanziano l adozione del modello organizzativo

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CONTENUTI DEL DECRETO N. 231/2001 E ADOZIONE DA PARTE DI COOPERFIDI ITALIA

Il Decreto Legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001 ha introdotto nella legislazione italiana la “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica”.

Il Decreto, adeguando la normativa in materia di responsabilità delle persone giuridiche ad alcune convenzioni internazionali precedentemente sottoscritte dall’Italia (Convenzione di Bruxelles del 26 luglio 1995; Convenzione di Bruxelles del 26 maggio 1997; Convenzione OCSE del 17 dicembre 1997), introduce il regime di responsabilità amministrativa (equiparabile sostanzialmente alla responsabilità penale), a carico di società ed associazioni con o senza personalità giuridica (di seguito denominate “Enti”), per alcuni reati commessi nel loro interesse o vantaggio da:

  • persone fisiche che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione degli Enti o di una loro unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone fisiche che esercitino, anche di fatto, la gestione e il controllo degli stessi Enti
  • persone fisiche sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti descritti al punto precedente.

Il Decreto all’art. 6, prevede la non responsabilità dell’Ente nel caso in cui si dimostri che:

  1. l’organo dirigente abbia adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, un modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi (di seguito il “Modello”)
  2. il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del Modello nonché di proporne l’aggiornamento sia stato affidato ad un Organismo di Vigilanza dell’Ente (di seguito “OdV”), dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo
  3. le persone che hanno commesso il reato abbiano agito eludendo fraudolentemente il Modello
  4. non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’OdV.

Il Decreto prevede in particolare che il Modello debba:

  1. individuare le attività nel cui ambito esiste la possibilità che siano commessi reati
  2. prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’Ente in relazione ai reati da prevenire
  3. individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione de reati
  4. prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’OdV
  5. introdurre un sistema disciplinare interno idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello.

Cooperfidi Italia, con delibera del Consiglio di Amministrazione dell’ 01 ottobre 2010, al fine di assicurare che il comportamento di tutti coloro che operano per conto o nell’interesse della Cooperativa sia sempre conforme ai principi di correttezza e di trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali, ha deciso di procedere all’adozione di un “Modello di Organizzazione e di Gestione” in linea con le prescrizioni del Decreto Legislativo 231/2001 sulla base delle Linee Guida emanate da Confindustria ed ABI oltre che delle tecniche di Enterprise-Wide Risk Management (ERM).

L’adozione del Modello e del Codice Etico è stata assunta nella convinzione che, al di là delle prescrizioni di Legge, l’articolato possa essere un importante strumento di sensibilizzazione nei confronti di tutti i coloro che operano nell’interesse o a vantaggio di Cooperfidi Italia.

I DESTINATARI

Si considerano “Destinatari” del Modello Organizzativo e, come tali e nell’ambito delle specifiche competenze, tenuti alla sua conoscenza ed osservanza:

  • i componenti del Consiglio di Amministrazione, nel fissare gli obiettivi, decidere le attività, realizzare i progetti, proporre gli investimenti e in ogni decisione o azione relativa all’andamento del Confidi
  • i componenti del Collegio Sindacale, nel controllo e nella verifica della correttezza formale e sostanziale dell’attività del Confidi e del funzionamento del sistema di controllo interno
  • il Direttore Generale e i Dirigenti, nel dare concretezza alle attività di direzione del Confidi, sia nella gestione delle attività interne che di quelle esterne
  • i dipendenti e tutti i collaboratori con cui si intrattengono rapporti contrattuali, a qualsiasi titolo, anche occasionali e/o soltanto temporanei
  • tutti coloro che intrattengono rapporti commerciali e/o finanziari di qualsiasi natura con il Confidi.

L'ORGANISMO DI VIGILANZA

L’Organismo di Vigilanza (OdV) è un organismo collegiale il cui numero dei componenti è stabilito dal Modello Organizzativo. All’OdV è dotato, ai sensi dell’art. 6 del D. Lgs 231/2001 di “autonomi poteri di iniziativa e controllo”, gli sono garantite inoltre autonomia, indipendenza, professionalità e continuità di azione. L’Organismo riferisce direttamente al Presidente, al Direttore Generale ed al Consiglio di Amministrazione. Il suo Presidente viene eletto con le modalità previste nel Regolamento Interno di Funzionamento approvato in data 10 ottobre 2013. La durata dell’incarico è triennale con possibilità di rinnovo. Nello svolgimento dei propri compiti l’OdV può avvalersi dell’Internal Audit e di altre funzioni aziendali di Cooperfidi Italia, oltre che di professionisti esterni.

COMPONENTI DELL'ORGANISMO DI VIGILANZA

POTERI DELL'ORGANISMO DI VIGILANZA

L’OdV di Cooperfidi Italia deve:

  • effettuare costantemente, tramite apposita programmazione degli interventi, una ricognizione delle attività aziendali con l’obiettivo di individuare le aree a rischio di reato ai sensi del D.lgs. 231/01 e proporne l’aggiornamento e l’integrazione, ove se ne evidenzi la necessità
  • verificare, tramite apposita programmazione degli interventi, l’efficacia del Modello in relazione alla struttura aziendale ed alla effettiva capacità di prevenire la commissione dei reati previsti nel Decreto, proponendo eventuali aggiornamenti del Modello, con particolare riferimento all’evoluzione e ai mutamenti della struttura organizzativa, dell’operatività aziendale, della normativa vigente
  • monitorare la validità nel tempo del Modello promuovendo, anche previa consultazione delle altre strutture aziendali interessate, tutte le azioni necessarie al fine di assicurarne l’efficacia. Tale compito comprende: la formulazione di proposte di adeguamento da inoltrare alle strutture aziendali competenti e al vertice aziendale; la verifica dell’attuazione e della funzionalità delle soluzioni proposte
  • effettuare, tramite apposita programmazione degli interventi, verifiche periodiche presso le strutture aziendali ritenute a rischio di reato, per controllare che l’attività venga svolta conformemente al Modello adottato, anche coordinando, a tali fini, le competenti strutture aziendali
  • effettuare, tramite apposita programmazione degli interventi, una verifica dei poteri autorizzativi e di firma esistenti, al fine di accertare la loro coerenza con le responsabilità organizzative e gestionali definite proponendo il loro aggiornamento o la loro modifica
  • proporre alle strutture aziendali competenti, sulla base dei risultati ottenuti, l’opportunità di elaborare, integrare e modificare procedure operative e di controllo, che regolamentino adeguatamente lo svolgimento delle attività, al fine di implementare il Modello
  • definire e curare, in attuazione del Modello, il flusso informativo che consenta all’Organismo di essere periodicamente aggiornato dalle strutture aziendali interessate sulle attività valutate a rischio di reato, nonché stabilire modalità di comunicazione, al fine di acquisire conoscenza delle eventuali violazioni del Modello
  • attuare un efficace flusso informativo nei confronti degli organi sociali competenti che consenta all’Organismo di riferire agli stessi in merito all’efficacia e all’osservanza del Modello
  • promuovere, di concerto con l’Ufficio di Segreteria di Direzione, presso le competenti strutture aziendali un adeguato processo formativo del personale attraverso idonee iniziative per la diffusione della conoscenza e della comprensione del Modello
  • promuovere e coordinare le iniziative volte ad agevolare la conoscenza del Modello e delle procedure ad esso relative da parte di tutti coloro che operano per conto di Cooperfidi Italia.

SEGNALAZIONI ALL'ORGANISMO DI VIGILANZA

Eventuali segnalazioni di anomalie riscontrate nell’applicazione del Modello da parte di Cooperfidi Italia possono essere indirizzate (in forma anche anonima) al seguente indirizzo:

Chi approva e adotta il modello di organizzazione e gestione?

L'adozione dei “modelli di organizzazione e di gestione” ex D. Lgs. 231/2001 devono essere deliberate dal Consiglio di Amministrazione delle società.

Su quale organo societario ricade la responsabilità dell'adozione e attuazione del modello di organizzazione e gestione?

6, infatti, prescrive che l'adozione del Modello ricade sotto la responsabilità (peraltro indelegabile) "dell'organo dirigente" della società.

Chi deve adottare il modello 231?

Il modello 231 nasce per permette alle aziende, che siano PMI (piccole o medie imprese) o grandi aziende, di tutelarsi da illeciti.

Chi sono i destinatari del modello organizzativo?

persone fisiche che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione degli Enti o di una loro unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone fisiche che esercitino, anche di fatto, la gestione e il controllo degli stessi Enti.