Ecco perchè non riesci a perdere peso e cosa fare quando non si riesce a dimagrirePerché non dimagrisci? Hai cominciato la dieta, sei riuscita (o riuscito) a rispettarla in ogni particolare, ma nonostante i tuoi sacrifici, il peso non cambia. Non c’è niente di più frustrante e questa sensazione potrebbe portarti a smarrire la motivazione. Ti consiglio di approfondire la tua strategia, magari con un esperto al tuo fianco, perché non tutte le diete
sono efficaci per ogni persona, anzi! Show
IndiceCosa significa non riuscire a dimagrire? Cosa significa non riuscire a dimagrire?Occorre specificare cosa si intende per “non riuscire a dimagrire”, infatti per esperienza ambulatoriale, mi sono resa conto che questa espressione non ha lo stesso significato per tutti. Sicuramente il principale è “non perdere peso”, ma per alcuni è “non riuscire a rientrare nei vecchi pantaloni”, o “non ottenere nello specchio l’immagine che vorrebbero di se”, soprattutto in certi punti specifici del corpo. Per aiutare una persona ad uscire da questo stallo è importante sapere cosa si intende per “dimagrire”. Desiderio di dimagrire VS agire per dimagrireIl secondo punto da analizzare è: quali azioni stai mettendo in opera per raggiungere il risultato? Sembrerà strano, ma accade che anche in presenza di un forte desiderio di dimagrire, in concreto non venga fatto nulla per tagliare il traguardo. Non fraintendermi, non sto dicendo che ci siano persone che esprimono il desiderio di dimagrire alla prima stella cadente della notte di San Lorenzo e poi si lamentino del fatto che non si è avverato, ma ci sono soggetti che continuano a mantenere le stesse abitudini alimentari e di stile di vita, cercando di trovare un motivo diverso al mancato dimagrimento: metabolismo lento, bloccato e/o non specificate cause ormonali. Fortunatamente, spesso la salute ormonale non c’entra, semplicemente si sta percorrendo la strada sbagliata. Può capitare in molti ambiti; pensiamo allo studente che desidera ardentemente passare l’esame, ma non riesce: o non studia oppure il suo metodo non è valido. Quando si vuole dimagrire, ma non si ha successo, è lo stesso: o si continua a mangiare e a praticare “divaning” tutti i giorni, oppure quello che stiamo facendo non è efficace, anche se magari lo è stato in passato. Dobbiamo quindi rivedere il nostro itinerario e trovarne uno alternativo. Se finora abbiamo evitato i carboidrati, possiamo provare ad introdurli; se abbiamo fatto solo attività aerobica potremmo provare a fare esercizi di contro-resistenza. Insomma, dobbiamo cambiare! Quali sono le ragioni per cui non si dimagrisce?Talvolta, pure sommando gli sforzi, i cambiamenti nello stile di vita e nell’alimentazione, non riusciamo a dimagrire! Prima di ricercare una causa in un problema di salute, possiamo ricercarne il motivo nei comportamenti e/o atteggiamenti sbagliati che, però, non sembrano avere una relazione diretta con il dimagrimento. Ad esempio:
Voglio mettere fra i comportamenti sbagliati che non fanno dimagrire anche il pesarsi troppo di frequente, perché contribuisce a dare una visione distorta dei risultati ottenuti, causando a volte l’abbandono del percorso per effetto della delusione. Una mia paziente, ad esempio, dopo solo una settimana di dieta, mi ha chiamata disperata dicendo che non ce la faceva più a seguire il programma perché ancora non aveva visto alcun risultato! E non è un caso isolato. Se non siete seguiti da un professionista della nutrizione, fatevi da soli una tabella temporale per i controlli: è inutile pesarsi tutti i giorni, ma in base al tipo di dieta, al deficit calorico e all’attività fisica potete programmare una pesata una volta a settimana, ogni 15 giorni o una volta al mese. Se invece, dopo due o tre settimane di dieta, dopo un primo dimagrimento, vedete uno stallo o addirittura un lieve aumento di peso, potreste essere davanti all’effetto whooshing; questo termine sta ad indicare un fenomeno che, pur non avendo alcuna spiegazione scientifica, si osserva sovente in ambito ambulatoriale. Le cellule adipose inizialmente si svuotano di acidi grassi, poi, vuoi per effetto della ritenzione idrica causata da un aumento del cortisolo (perché stare a dieta stressa), vuoi per mantenere la propria forma, vuoi perché così deve andare, si riempiono nuovamente… di acqua! Questo provoca sulla bilancia un aumento di peso e al tatto un adipe molliccio e con un aspetto a buccia d’arancia, con un vistoso peggioramento della cellulite. Appurato di non incorrere in nessuno di questi comportamenti errati, la causa del mancato dimagrimento potrebbero essere i cambiamenti ormonali come la pre-menopausa o la menopausa per le donne. In tal caso a volte più che un fallimento nel perdere peso, viene notata la difficoltà a diminuire i centimetri del girovita. Anche per gli uomini una diminuzione del livello di testosterone, tipico dell’avanzamento dell’età, può determinare un aumento della massa adiposa e maggiori difficoltà nel perderla, specialmente se comparato a “quando avevo 20 anni”! Inoltre, una tiroide scansafatiche potrebbe essere la causa di un ago della bilancia che non si muove: in tal caso insistere con una dieta ipocalorica, magari priva di carboidrati, peggiorerebbe la situazione; meglio rivolgersi al proprio medico che deciderà di effettuare le indagini diagnostiche del caso. Devo assolutamente nominare il famoso blocco metabolico, che spesso è il frutto di diete eccessivamente ipocaloriche o protratte per troppo tempo. In pratica, dopo l’impatto iniziale della riduzione dell’apporto calorico, il metabolismo cerca di ridurre il più possibile i consumi, per paura di rimanere senza scorte: diminuiscono quindi i cicli futili (avremo più freddo), ci sentiamo più stanchi e assonnati, aumenta il catabolismo proteico, cioè la deplezione di massa muscolare, piuttosto che di massa grassa (le scorte per eccellenza). Ciò, oltre a provocare un blocco nel dimagrimento, porta a riprendere subito peso quando si interrompe la dieta. Da cosa bisogna partire per ricominciare a dimagrire?La cosa più difficile è cambiare strada, ma come vi ho già detto, è probabilmente la soluzione migliore. Non mi voglio soffermare troppo su coloro che mangiano in eccesso e non fanno attività fisica: è risaputo che questi comportamenti fanno aumentare di peso, per cui è altrettanto ovvio che basterà diminuire le calorie e muoversi di più per iniziare un processo di dimagrimento, che solitamente ha ottimi risultati. Invece, molto più difficile è far cambiare percorso a chi segue già una dieta di cui è assolutamente certo.Bisogna in questo caso porsi alcune domande:
Facciamo un’analisi obiettiva di noi stessi nel programma, e non limitiamoci alla valutazione del programma da solo: sicuramente è valido, efficace e ha solide basi, ma magari non fa per noi! Mi capitano frequentemente pazienti che alla prima visita mi dicono che hanno iniziato da soli, magari riprendendo una vecchia dieta, oppure seguendo dei consigli generici trovati su qualche sito, ma che non hanno ottenuto risultati oppure dopo i primi chili persi, si sono bloccati.
Come si fa a calcolare di quante calorie ho bisogno? E come si fa a calcolare quante calorie devo togliere
per dimagrire? Con quell’apporto calorico abbiamo mantenuto il peso? Oppure è aumentato o al contrario diminuito? Nel primo caso siamo in omeostasi, cioè in equilibrio calorico di entrate ed uscite: per cui
basterà fare una dieta con una diminuzione di 2000-2500 Kcal settimanali; nel secondo caso stiamo mangiando più di quanto consumiamo: dobbiamo abbassare le calorie fino al raggiungimento dell’equilibrio e da qui scalare come sopra; nel terzo siamo già in regime ipocalorico, per cui dobbiamo monitorare la perdita di peso: non dobbiamo perdere più dello 0,5-1% del nostro peso in una settimana. Bene! Cosa facciamo, però, se l’equilibrio, o addirittura l’aumento di
peso, lo abbiamo con un introito di calorie molto basso? In pratica succede (spesso, credetemi!) che pur mangiando pochissimo non si perda peso, anzi, aumenti. Per chi ha già un regime dietetico restrittivo, diminuire ulteriormente le calorie diventa difficile oltre che controproducente; bisogna invece fare qualcosa di inaspettato: bisogna aumentare le calorie ingerite poco alla volta, facendo in modo di non variare il proprio peso (e ci si riesce aumentando l’attività fisica), fino ad
arrivare all’equilibrio con un introito calorico alto; così da poter procedere con una dieta ipocalorica per perdere i chili in eccesso! Strategie dieteticheEsistono tantissime diete differenti: nessuna è migliore dell’altra e nessuna è valida in assoluto, ma ognuno dovrebbe seguire una dieta adatta e di solito non è la stessa della zia o della collega di ufficio! Ipocalorica equilibrata, ciclica, chetogena, digiuno intermittente, oloproteica… quale scegliere?
Insomma, ne abbiamo per tutti i gusti; non guardiamo però alla dieta come l’unico cambiamento da apportare per raggiungere uno stato di benessere: può essere un primo passo, ma se vogliamo ottenere dei risultati duraturi nel tempo dobbiamo muoverci di più, ridurre gli eccessi e, non per ultimo, essere felici ed amarci, perché quando siamo felici abbiamo più voglia di prenderci cura di noi stessi e ogni cambiamento diventa un’elevazione del proprio io interiore ed esteriore! Cosa blocca il dimagrimento?Il calo degli ormoni della sazietà appunto (insulina e leptina) porterà il nostro organismo ad avere più fame, spingendo il soggetto ad alimentarsi per ingerire le calorie necessarie per il mantenimento del peso o per ripristinarlo.
Come sbloccare la perdita di peso?Le cause dello stallo nella dieta
Si può ovviare aumentando gradualmente le calorie ingerite in modo da innalzare il metabolismo fino a raggiungere il fabbisogno calorico ideale, prendere una pausa dalla dieta, poi ricominciare un regime più moderato.
Quando si fa la dieta e non si dimagrisce?Dieta ipocalorica
Se il Bilancio calorico è nullo il corpo non utilizzerà i grassi di deposito e non ci sarà una perdita di peso; se risulterà addirittura positivo il nostro corpo tenderà ad incrementare le scorte lipidiche. Se il risultato è, invece, un valore negativo si innescherà il processo di dimagrimento.
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